Tutta la città si mobilita per Milano/Bookcity 2017 – Di L. Grillo

Si presentano editori, scrittori, artisti, storici, poeti, cantautori e filosofi, economisti e scienziati in ogni luogo possibile e immaginabile

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Per chi ha frequentato fin dalla prima edizione il Trentino Book Festival, per chi è stata ospite del Salone del Libro di Torino, andare a Milano per il Book City è come passare da un piccolo ambiente anche un po’ provinciale alla capitale della cultura, dei libri, dell’arte.
Tutta la città si mobilita: si presentano editori, scrittori, artisti, storici, poeti, cantautori e filosofi, economisti e scienziati in ogni luogo possibile e immaginabile, dal Castello Sforzesco alla Triennale e a Casa Manzoni, dalle Librerie alle Biblioteche, dai bar alle prestigiose sale di Fondazioni, dai Teatri alle Banche, all’aeroporto.
E naturalmente non mancano all’appello Musei, Scuole, Università. Dunque, chi va al BC deve innanzi tutto scegliere chi incontrare, chi ascoltare, quali luoghi della città scoprire.
Non so se perché BC si svolge a novembre (mese dedicato a combattere la violenza contro le donne), esistono anche settori dedicati alle Pari Opportunità, alla Maternità, alla Famiglia; di narrativa femminile si parla a Villa Necchi e si rivolge un’attenzione particolare ai bambini ai quali si leggono fiabe, si parla di robotica e riciclaggio, di draghi principi e principesse, di babbo Natale, di strumenti musicali, di quadri e di animali parlanti.
 
Ai libri – veri grandi protagonisti – si affiancano mostre e spettacoli, momenti di meditazione, di sport e di danza, interventi dedicati agli ospiti di ospedali e di case circondariali (Bollate, Opera, San Vittore).
Io ho scelto di andare alla Triennale, dove ho ascoltato l’Editrice Luciana Bianciardi che, nel presentare un libro appena pubblicato - perché ritenuto «ponderato, meditato, utile» - ricorda che oggi si pubblica troppo, 175 libri al giorno di cui molti del tutto inutili.
«Bisogna essere spietati nello scegliere cosa pubblicare, – continua l’Editrice – spietati nel ridurre, nel tagliare…».
 
«DNA – Deutsche Nazi Anatomie», il romanzo presentato, è una storia distopica, in cui solo quando si arriva all’epilogo affiora una speranza.
L’autore, Roberto Lombardi, attore/scrittore/animatore culturale/appassionato selezionatore di parole, racconta con un tocco di humour cosa sarebbe successo se Hitler avesse vinto la seconda guerra mondiale…
Nel festeggiare il suo 95° compleanno, in quel 1984 che evoca inevitabilmente Orwell, il dittatore vedrebbe la finale di una partita fra arnauti e biocanici, uomini potenziati grazie alle sperimentazioni e alle ricerche genetiche dei nazisti.
«Questa – dice Lombardi – è la favola amara del IV Reich, di una società senza genocidi e senza sangue, stordita dal controllo genetico.
«L’unico spiraglio di luce arriva dai personaggi femminili: una ragazza vuole salvare l’umanità, un’altra la propria creatura».
 
Chi è che può realmente salvare l’umanità? Altri hanno detto «la bellezza»… Lombardi scrive che l’arte non riuscirà a salvare tutti gli uomini, ma solo uno.
Ci viene il dubbio che l’uomo possa essere sostituito da una macchina e che le macchine possano diventare più umane dell’uomo.
È un vero piacere ascoltare editrice e autore, ma la Triennale offre anche altre ghiotte occasioni di incontro e una piccola Mostra, «L’origine del mondo – Erotismo e seduzione nella photo trouvée» dove sorprendenti fotografie, scattate in prevalenza per motivi personali tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento in Europa e America, ritrovate forse casualmente fra le pagine di vecchi libri o in bauli polverosi, ci rimandano figure di donne che, con un pizzico di vanità, si lasciano immortalare dall’uomo che amano, mostrando con un sorridente pudore le loro ingenue nudità.

Luciana Grillo – [email protected]