Consumi deboli nel 2015 – Di Alberto Pattini

Non sarà un'esplosione di consumi, previsto mini-aumento per la spesa delle famiglie

Foto d'autore: Esplosione al tramonto - Tonale © Mauro Mariotti.
 
Timida risalita dei consumi nel 2015.
Dopo tre anni di riduzione, nel 2014 la spesa delle famiglie ha segnato un aumento dello 0,3% Lo sostiene l'Istat «in termini reali, in parte per effetto di una riduzione della propensione al risparmio».
Nel 2015, si prevede un ulteriore miglioramento dei consumi privati (+0,7%) che proseguirà anche nel 2016 (+0,8%).
Nel complesso, la spesa privata per consumi «sarà sostenuta dall’aumento modesto del reddito disponibile lordo, che beneficerà delle misure di politica di bilancio a sostegno dei redditi più bassi da lavoro dipendente e del lento miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro».
Pur in presenza di una dinamica eccezionalmente bassa dell’inflazione, il potere d’acquisto delle famiglie risulterà sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Il tasso di risparmio si attesterà poco al di sopra dei valori del 2013.
 
Se l’Istat rileva che la spesa della famiglie resta al palo, la spiegazione purtroppo è semplice: più di un italiano su due, secondo non arriva alla fine del mese.
Inoltre se guardiamo all’uso del bonus fiscale, un sondaggio Confesercenti-Swg mostra come solo il 26% di chi ha ricevuto il bonus Irpef lo ha destinato principalmente alla spesa, mentre il restante 74% lo ha usato per ricostituire il risparmio (35%) o per pagare debiti pregressi (39%).
Questa è la conseguenza di una recessione che si è mutata in stagnazione. Tanto che quest’anno la ripresa della spesa delle famiglie sarà ancora minima: secondo il rapporto Confesercenti-Ref senza una forte svolta il 2015 non si presenta con le caratteristiche di un’economia in grado di voltare pagina.
 
Lo scenario migliora, ma non tanto da far prevedere benefici consistenti per il mercato interno e per l’occupazione. Il Pil dovrebbe infatti salire dello 0,9%, i consumi delle famiglie di un timido 0,7%, mentre gli investimenti fissi lordi tornerebbero in territorio positivo con un 1,6%.
Si attenuerebbe invece il rischio deflazione, con un’inflazione che passerà dallo 0,4% di quest’anno allo 0,7% dell’anno prossimo.
Resta però alto il tasso di disoccupazione che scende dal 12,5% del 2014 al 12,3% del 2015.
E si profila ancora un record del debito pubblico che arriverebbe al 136,7% nel 2015, salendo quindi di un punto percentuale rispetto al 2014. L’indebitamento netto sarà invece in calo dal 3% al 2,7% dell’anno prossimo.
Per questo, Confesercenti ritiene centrale varare un nuovo intervento sul fisco a partire dalla estensione del bonus di 80 euro ai pensionati entro i 25.000 euro di reddito annuo per proseguire con il taglio di almeno due punti delle aliquote Irpef.
Il costo andrebbe neutralizzato riprendendo una coraggiosa politica di tagli della spesa e degli sprechi.
 
Alberto Pattini