Ruina Dantesca tra futuro e non-luoghi in cerca di identità
Inaugurata una mostra fotografica all'Urban Center di Rovereto che vuole mostrare ipotesi e piste di lavoro su un patrimonio paesaggistico unico e complesso
Promossa dal Comune di Rovereto, la mostra «Ambito del paesaggio Ruina Dantesca Vertical future landscape» - aperta al pubblico fino al 31 luglio - vuole avviare uno scambio di opinioni tra cittadini, esperti e privati.
Ci si auspica che il dibattito - e la mostra è il primo passo - possa scaturire dall'analisi di ciò che questo ambito «è» e ciò che può divenire.
Madre natura, a seguito della frana della Ruina dantesca, ha donato al luogo un biotopo con laghetti, fauna e flora e una ricchezza naturalistica che fanno dell’area un sito dalle caratteristiche multiformi: 36 ettari che possono essere una grande opportunità di crescita e di progettazione.
La trasformazione del territorio ha bisogno di riflessioni allargate, da qui l’idea di una mostra perché la cittadinanza possa avvicinarsi alle possibili progettualità.
L’ambito paesistico va dai Lavini alla valorizzazione della Costa Violina, tra Orme dei dinosauri, Ruina dantesca e il rifugio sul Monte Zugna.
Include la cava in località Lastiella e l'ex Aragno alla Mira di Marco, un non-luogo posto all’ingresso della città che chiede da anni una urgente soluzione.
È in questo ambito paesistico che si innestano anche la possibilità di ampliamento del campo di golf esistente o spazi destinati ad altre attività sportive.
Tutte suggestioni al momento allo studio dell'arch. Mario Malossini incaricato di un progetto preliminare e di massima.