Abolizione delle Circoscrizioni di Trento: siete d'accordo o no?

Ladigetto.it ha avviato una consultazione con un sondaggio su FaceBook – Di A. Pattini

La nuova legge regionale n. 1 del 5.2.2013 (art. 14 comma 2) prevede che dal 2015 con le nuove elezioni Comunali a Trento e Rovereto cessino le Circoscrizioni a meno che entro un anno da oggi non si confermino con un apposito atto consiliare comunale approvato con 2/3 del Consiglio (la maggioranza non basta).
A Trento le Circoscrizioni rappresentano gli antichi Comuni presenti dal 1.500 cioè l'identità e la tradizione che si vuole sacrificare per il contenimento della spesa pubblica.
Ora vogliamo dare il nostro contributo al dibattito descrivendo le origini delle Circoscrizioni affinché qualsiasi decisione venga presa sia una scelta consapevole.
 
 La Storia del Comune e delle Circoscrizioni di Trento
La struttura costituzionale della città, salvo qualche aggiustamento, si venne a delineare nei primi decenni del XV secolo e perdurò fino alla caduta del Principato vescovile nel 1803.
Essa si reggeva su tre organismi fondamentali: il Podestà che amministrava la giustizia, la collettività dei cittadini, il Consiglio della città.
I governo della città era assegnato ai Consoli, normalmente nominati in numero di sette.
Poteva entrare nel Consiglio chiunque fosse annoverato tra le famiglie cittadine almeno da venticinque anni, avesse compiuto venticinque anni e fosse nato da legittimo matrimonio.
 
I Consoli duravano in carica un anno e non potevano essere rieletti se non erano passati almeno tre anni dall’ultimo mandato.
Il governo si esercitava sulla città murata e su un cospicuo numero di comunità limitrofe ad essa.
In primo luogo si distingue la città murata, che sin dai primi anni del XIV secolo appariva organizzata sulla base di quattro quartieri, Santa Maria Maggiore, San Benedetto, di San Pietro e Borgonuovo e di Santa Maria Maddalena.
La ripartizione in quartieri trova ragione in diversi ambiti della vita politica amministrativa della città.
 
Ogni quartiere doveva nominare un capo quartiere che doveva tenere i rapporti tra i cittadini e il Console. La loro attività si concretizzava nelle riunioni di quartiere.
I quartieri avevano un ruolo fondamentale nell’amministrazione della fiscalità e nell’organizzazione pratica di regolamentazione della vita cittadina.
A partire dal XVII secolo le comunità coloniche distribuite sulle colline circostanti la città ottennero gradualmente la concessione di Carte di regola da parte del Consiglio cittadino, la cui caratteristica principale era costituita dalla regolamentazione dei beni di uso collettivo.
 
 Nell’ordine cronologico troviamo le seguenti concessioni di Carte di regola
SARDAGNA 18 giugno 1665
COGNOLA  24 settembre 1672
RAVINA e PISSAVACCA 30 dicembre 1679
MATTARELLO NOVALINE e VALSORDA 16 gennaio 1740
ROMAGNANO 18 maggio 1756
MONTEVACCINO 17 maggio 1768
GARDOLO 31 agosto 1772
VIGOLO BASELGA 4 aprile 1513
MEANO 15 giugno 1520
POVO 14 GIUGNO 1598
SOPRAMONTE manca la data ma è citata nel XVII secolo.
 
In seguito alla secolarizzazione del Principato Vescovile avvenuta il 25 febbraio 1803 la provincia del Tirolo venne riorganizzata, così a partire dal 1 marzo 1804 anche le antiche comunità della pretura furono distaccate dalla città di Trento.
Il Comune di Villazzano, dopo un decennio di rivendicazioni viene istituito con Risoluzione Sovrana del 10 novembre 1863 che ne determinò la separazione dal Comune di Povo, precedentemente Villazzano era una delle sei ville di Povo. Le altre ville erano Gabbiolo, Oltrecastello, Pantè, Salè e Sprè.
 
Anche dopo il 1919 con il passaggio all’Italia, i comuni vigenti sotto l’amministrazione austriaca rimasero in attività ma, fin dal 1923, anche Trento risentì delle grandi riforme amministrative che il governo fascista intendeva porre in atto.
L’avvio del dibattito sul riassetto del Comune di Trento fu avviato nell’ottobre del 1923 e il 2 giugno 1926 il Podestà di Trento Prospero Gianferrari poteva avviare con il governo la pratica di aggregazione dei Comuni di Cadine, Sardagna, Meano, Gardolo, Ravina, Romagnano, Cognola, Villazzano, Povo, Sopramonte e Matterello, e determinava nel contempo le condizioni patteggiate con i medesimi comuni.
Fu decretata la delega delle funzioni di Ufficiali del governo ai cessanti Podestà.
 
Alla conclusione del secondo conflitto mondiale, il Sindaco di Trento Luigi Battisti (figlio di Cesare Battisti) fin dalla prima seduta del Consiglio Comunale riproponeva il problema dell’aggregazione dei comuni rurali.
La riapertura del dibattito, che imponeva innanzitutto di risolvere la questione nei termini giuridici e ripensare alla convenienza dell’operazione sul piano delle opportunità economiche fu risolta con un referendum indetto nel mese di settembre 1946 presso le singole frazioni.
Il risultato delle consultazioni espresse la volontà di avviare un esperimento di un anno di prova con amministrazione parzialmente decentrata.
 
Dopo un anno di prova si decise di mantenere inalterata l’aggregazione degli ex comuni e per facilitare il raccordo tra centro e periferia nel 1947 si istituì un apposito: Ufficio di coordinamento, tra l’amministrazione comunale e gli 11 ex comuni rurali.
Ad ogni sobborgo fu assegnato un ufficio di Stato Civile e di Anagrafe sottoposti al controllo del delegato del Sindaco, il quale svolgeva anche funzioni amministrative e dava pareri sulla formazione del bilancio preventivo del Comune.
Solo con il Regolamento approvato dal Consiglio Comunale il 13 ottobre 1964 si provvide a disciplinare le Consulte frazionali e nel 1968 furono aggregati al Comune di Trento anche i due comuni di Baselga e Vigolo Baselga.
 
Agli inizi degli anni 70 si avvia un processo di revisione delle Consulte che nel 1978 vengono soppresse e sostituite dalle Circoscrizioni periferiche e contemporaneamente si istituiscono le Circoscrizioni cittadine, inizialmente in numero di 7 e successivamente nel 1989 in seguito a una riperimetrazione le cittadine vengono accorpate e ridotte a tre.
 
Abbiamo intervistato l'Assessore Comunale di Trento al decentramento Renato Tomasi.
«Come si può facilmente capire – ci ha risposto, – le Circoscrizioni del Comune di Trento hanno una loro specificità, una storia che le rende uniche.
«Come dicevano gli antichi Greci una società è veramente grande quando è composta da tante piccole comunità
 
Perché?
Perché il senso di appartenenza a una comunità ti porta a farti carico delle problematiche che la investono, e ti porta, assieme ad altri a trovare le soluzioni più adatte.
Questo sentirsi parte di un gruppo è il collante che fa aggregazione, che fa conoscere un territorio, la sua gente e ti induce a proteggere e rispettare quello che ti circonda.
 
Le Circoscrizioni affiancano le varie associazioni di volontariato che operano sul territorio comunale, la vera forza sono quelle migliaia di persone che si spendono sul territorio, chi nel sociale, aiutando quelli che ne hanno più bisogno, chi nella cultura o nelle feste rionali che aiutano a mantenere le tradizioni o tutti quelli che si spendono nello sport, sport amatoriale o nel seguire le migliaia di ragazzini che si lanciano nelle varie discipline.
 
Si discute molto e da anni sul fatto che in Trentino esistono 217 comuni, si discute sulla loro unione ma fino ad ora senza risultati, ebbene, il Comune di Trento è composto dalla aggregazione di ben 11 ex comuni e se si guarda il numero di abitanti 11 Circoscrizioni su dodici si collocano nei primi 16 comuni su 217 per numero di abitanti e la stessa Circoscrizione di Sardagna ha ben 104 Comuni in Provincia di Trento con meno abitanti.
Le Circoscrizioni sono la rappresentanza di queste comunità e nella Circoscrizione ogni cittadino si deve sentire rappresentato, deve sentire che lui e la Circoscrizione sono un tutt’uno e assieme si occupano del territorio.
 
Nel 2011 le Circoscrizioni hanno organizzato direttamente o in collaborazione con le varie associazioni diverse iniziative.
428 iniziative culturali e del tempo libero coinvolgendo 311 associazioni (migliaia di cittadini) per un importo di euro 244.000.
164 iniziative sportive con 130 associazioni coinvolte per un importo di euro 71.900.
106 iniziative in materia di socializzazione per un importo di euro 41.900.
 
Per un totale di 698 iniziative che sono andate a favore di tutta la comunità.
I consiglieri circoscrizionali assieme ai presidenti hanno monitorato il territorio, controllato, fatto sopraluoghi, assemblee con i cittadini, chi meglio di loro può avere il polso della situazione e chi meglio di loro può aiutare l’amministrazione a fare il proprio lavoro nella maniera migliore.
Certo ascoltare, capire, condividere non è sempre facile ma questo è quanto sono chiamati a fare i Consigli Circoscrizionali.
 
Alberto Pattini
[email protected]
 
 SONDAGGIO
La nuova legge regionale n. 1 del 5.2.2013 (art. 14 comma 2) prevede che dal 2015 con le nuove elezioni Comunali a Trento e Rovereto cessino le
Circoscrizioni a meno che entro un anno da oggi non si confermino con un apposito atto consiliare comunale approvato con 2/3 del Consiglio (la
maggioranza non basta). 
Ora inizierà un interessante dibattito: a Trento le Circoscrizioni rappresentano gli antichi Comuni presenti dal 1.500 cioè¨
l'identità e la tradizione che si vuole sacrificare per contenere la spesa pubblica.
Sei d'accordo con l'abolizione?