«The substance» racconta la storia della LSD
Il documentario sarà proiettato al Cuminetti di Trento giovedì 27 marzo
Prosegue a Trento al Teatro Cuminetti la rassegna cinematografica «Social film», promossa dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara e dedicata al genere del documentario.
Giovedì 27 marzo sarà proiettato «The substance– La Sostanza», un film di produzione svizzera realizzato nel 2011 da Martin Vitz.
Nell'aprile del 1943, mentre negli Stati Uniti viene collaudata la prima bomba atomica, in un laboratorio chimico svizzero, a Basilea, viene scoperto, più per caso che per una precisa volontà, un altro tipo di ordigno: una bomba per la mente.
Si tratta della LSD, una potente molecola che avrebbe avuto un impatto clamoroso sulla nostra società.
Basti dire che un solo milligrammo di questa sostanza è sufficiente per capovolgere la nostra percezione del tempo e dello spazio.
«Sdraiato a occhi chiusi, vedevo una processione infinita di immagini fantastiche e straordinariamente vivide, accompagnate da una girandola di colori, tipo caleidoscopio. Dopo circa due ore tornai normale.»
Così il chimico svizzero Albert Hofmann descriveva il suo primo incontro con l'LSD, da lui scoperta nei laboratori della Sandoz.
«The substance» racconta la storia di un farmaco, i primi esperimenti realizzati da Hofmann su se stesso, l'utilizzo fattone dagli psichiatri negli anni Cinquanta e, infine, le avventure dei “ricercatori della coscienza” e degli artisti che ne fecero uso.
Durante la guerra fredda, l'esercito degli Stati Uniti e anche la CIA iniziano a sperimentare la LSD sul cervello umano con lo scopo di creare una nuova arma per il controllo mentale.
Nei primi anni '60, il «farmaco miracoloso» esce misteriosamente dal laboratorio e nelle società occidentali si assiste ad una rapida diffusione del lysergic acid diethylamide (dietiamide dell'acido lisergico).
Il farmaco, che viene definito come droga, sembra fatto su misura per chi in quegli anni turbolenti si chiamava fuori dalla società borghese: gli hippy, il movimento di protesta, la controcultura degli anni '60.
Per queste persone l' LSD diventa il carburante della ribellione della mente.
È una fonte per liberare il pensiero, secondo le teorie di Timothy Leary che, in qualità di fautore della rivoluzione lisergica negli anni Sessanta, coniò e rese popolare lo slogan «Turn on, tune in, drop out» (Accenditi, sintonizzati, sganciati).
Centinaia di migliaia di giovani lo seguirono in una vera e propria febbre da LSD.
Nella follia generale, Albert Hofmann, ritrovatosi improvvisamente nell'occhio del ciclone, continua la sua ricerca con minuzia, pur soffrendo nel vedere come il suo LSD fosse diventato un prodotto di consumo di massa inserito dalle autorità nella lista nera delle droghe più pericolose.
Giungiamo ai giorni nostri. Nel 2007, ancora una volta, l'Agenzia Federale per la Salute ha dato il via libera all'uso clinico delle sostanze allucinogene.
LSD ora potrebbe rappresentare un palliativo per fornire sollievo ai malati terminali.
E così, nel giorno del suo centesimo compleanno, Hoffman festeggia con la speranza di poter vedere esaudito a breve il desiderio di una vita.
Dopo decenni di esilio e illegalità, il suo «bambino problematico», come usava chiamarlo, diventa qualcosa di legale, benefico e salutare.
«The substance» è un viaggio attraverso il tempo che percorre un ampio arco cinematografico, realizzato tramite materiale d'archivio mai utilizzato prima, e grazie alla testimonianza dei principali protagonisti di questa storia tra cui, ovviamente, Albert Hofmann.
Il creatore dell'LSD, da tempo diventato un filosofo della natura, un pacato visionario new age, ha così la possibilità di esprimere la sua opinione definitiva in un'intervista rilasciata poco prima della morte.
Giovedì 27 marzo il pubblico avrà accesso gratuito al Teatro Cuminetti, dove la proiezione avrà inizio alle ore 21.00.