Paris Hilton condannata a 45 giorni di carcere. – Da scontare
Una punizione esemplare che la ragazza non scorderà, ma che fa fare brutta figura ad una giustizia americana che sembra farsi prendere facilmente dalle emozioni come l'uomo della strada
Non è una bella pubblicità quella che si sta facendo
la California nel caso di Paris Hilton condannata a 45 giorni di
prigione.
Bisogna dire che la Hilton ha fatto il possibile per diventare
antipatica a 360 gradi. A partire dalla pubblicità volutamente
volgare, per passare alle sue stravaganze mondane e per finire al
suo trasgredire sessuale che è diventato insopportabile, perché
oltre a non cercare di nascondere cerca perfino ad ostentare. La
foto che pubblichiamo qui a lato è stata reperita in Rete ed è tra
le più castigate, e forse anche tra le più belle, di Paris
Hilton.
Tutto questo è rinforzato dall'aggravante di essere enormemente
ricca ed erede di un nome altisonante come quello della catena di
alberghi di lusso Hilton.
Anche sulle strade della California si è comportata come se per lei
la legge non esistesse. Prima facendosi ritirare la patente perché
trovata alla guida in stato di ebbrezza (era strafatta di alcol),
poi non frequentando il percorso di disintossicazione che le era
stato intimato, per farsi beccare infine alla guida di una Bentley,
ovviamente senza la patente che le avevano ritirato.
Indubbiamente dunque si è dimostrata strafottente e decisamente da
punire.
Tuttavia, il condannarla a 45 giorni di carcere, da scontare, non
ha altra spiegazione che il voler punire la ragazza in maniera
esemplare (per lei). Chiaro che una multa, per quanto alta, ad una
miliardaria non può fare nulla. Anche il costringerla a non guidare
più, per lei non era una punizione (anche se preferisce guidare
lei), dato che può pagarsi tanti autisti quante sono le auto che
ha.
Questo spiega il perché di una punizione che non ha precedenti.
Anche in America c'è la sospensione condizionale della pena, ma a
discrezione del giudice. Si ricorderà infatti Naomi Campbell che
era stata costretta a prestare il proprio lavoro ai servizi
socialmente utili, altro caso in cui il giudice ha deciso di optare
per una punizione «sensibile» per la condannata. Ma in quel caso la
misura era stata proporzionata alla colpa. E perché il giudice di
Los Angeles non ha condannato anche la Hilton ai servizi
sociali?
Ricorreranno gli Hilton, è ovvio, ma comunque vada la California ha
fatto una brutta figura. Con la severità, lo abbiamo visto, in
America non riescono a ridurre i reati. Eppure insistono. Insomma,
secondo noi il giudice ha dato sfogo più alla propria sete di
vendetta da uomo della strada che ad una serena amministrazione
professionale della giustizia.