Il Food & Beverage riparte da Cibus – Di Giuseppe Casagrande
Dal 3 al 6 maggio a Parma torna il Salone internazionale dell'alimentazione. Le aziende puntano sul binomio salute e sostenibilità. Boom dei prodotti vegani

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Il mondo del Food & Beverage riparte da Cibus. Dopo due anni di pandemia ritorna a Parma (3-6 maggio) il Salone internazionale dell'alimentazione (edizione numero 21) organizzato da ParmaFiere e da Federalimentare.
Mille i nuovi prodotti in esposizione, pronti a conquistare il mercato nazionale e quello straniero.
Sarà un Salone all'insegna della tradizione, delle eccellenze enogastronomiche e della ecosostenibilità.
L'unica incognita è legata agli sviluppi della guerra alle porte di casa con effetti sull'inflazione, sull'aumento dei costi delle materie prime e sul rischio di una flessione dei consumi interni.
Eppure i segnali positivi non mancano: dall’arrivo degli investimenti del Piano europeo alla crescita dell’export.
Intanto, le aziende del food & beverage made in Italy puntano sul binomio salute e sostenibilità.
I trend per il futuro sono prodotti attenti alla salute e al benessere, al gusto e a nuove combinazioni di ingredienti, oltre che a territorialità e packaging sostenibili.
Negli stand si potranno dunque trovare olii di oliva spremuti a freddo, salumi con meno grassi e sale, pesto realizzato a freddo, formaggi senza lattosio, hamburger vegetali, una vasta offerta di prodotti di nicchia.
Cento di questi prodotti, destinati sia al canale retail sia a quello Horeca, saranno esposti nell’area «Cibus Innovation Corner», situata nel Padiglione 8, suddivisi per settori: Gusto & ingredienti, Packaging, Sostenibilità, Territorialità.
L'attenzione delle industrie alimentari sui prodotti biologici e vegani
In generale, rimane forte l'attenzione delle industrie alimentari a salute e benessere, come pure alla domanda di prodotti biologici e vegani, seguendo l’onda lunga dell’emergenza pandemica. Qualche esempio: le maltagliatelle di lenticchie rosse e riso integrale; le polpettine di fave e piselli bio, cotte al forno; gli snack di legumi tostati, senza conservanti; la merenda con frullato di frutta fresca e gallette di riso ricoperte di cioccolato; il salame senza conservanti, a lunga stagionatura; le cotolette vegetali di pollo; il prosciutto di Parma da suini nutriti con semi oleosi ricchi di Omega 3; la pasta senza glutine a base di riso integrale e alga Spirulina; i filetti di alici con il 25% di sale in meno, confezionate in olio di semi biologico.
Imperativo assoluto rimane la ricerca del gusto: ecco alcune chicche
La ricerca del gusto rimane un imperativo assoluto, basti pensare a: guanciale di vitello brasato al barolo, cotto sottovuoto; le praline al cioccolato con anima di formaggio erborinato, cioè con muffe; il prosciutto cotto al tartufo nero; gli scrigni con gorgonzola e cioccolato rosa per i ripieni; la glassa al Marsala per piatti dolci e salati; la tradizionale salsa verde arricchita con prezzemolo, coriandolo, peperoncino e succo di limone; il pesto di agrumi con arance e mandorle, condimento per primi piatti e secondi di pesce; i friarelli saltati in vaschette.
Le confezioni sono sempre più spesso ecosostenibili e compostabili: gli incarti del cioccolato bio a base di amido di mais compostabile; il Panbauletto con 58% in meno di plastica, confezionato senza vaschetta, con laccio apri e chiudi; salse per aperitivi con - 40% della plastica e -65% cartone e imballi.
E ancora: gli gnocchi surgelati, integrali grano antico Senatore Cappelli, cottura in 2 minuti; l’Olio Dop Umbria non filtrato; il filetto di salmone da allevamenti con 2,5% di salmoni su 97,5% d’acqua; i succhi di frutta in capsule compatibili.
L'imprenditore trentino Riccardo Felicetti, presidente dell'Associazione Pastai Italiani.
Tremila le aziende presenti con migliaia di buyer in arrivo da tutto il mondo
Oltre 3 mila sono le aziende presenti, mentre saranno migliaia i buyer in arrivo da tutto il mondo (Usa, Europa, Medio Oriente, Sud America e Asia) che torneranno finalmente in Italia dopo un lungo, forzato stop.
Il nostro export continua a presentare un segno positivo, specie per quanto riguarda l’area extra UE (meno penalizzata dagli effetti della guerra in Ucraina), che, nel 2021, ha rappresentato il 42,6% delle esportazioni alimentari italiane.
In particolare, il mercato Usa ha registrato un aumento del 14% sull’anno precedente.
A Cibus 2022, che quest’anno presenta la prima edizione «carbon neutral», ovvero a zero emissioni, si sono già registrati anche 50mila operatori professionali italiani della distribuzione e della ristorazione, che qui non solo incontrano i fornitori, ma trovano idee e soluzioni per tutti i canali del food & beverage.
Giuseppe Casagrande – [email protected]