Dietro le quinte dell’Adunata – Di Simona Muscionico

Il lavoro silenzioso e insostituibile di chi si adopera affinché la gestione di 600.000 alpini vada nel migliore dei modi

La grande famiglia del S.O.N. (Servizio d'Ordine Nazionale) si è quasi del tutto ricompattata.
Sì, abbiamo proprio parlato di famiglia perché è così che si sentono gli uomini che ne fanno parte.
Ogni anno, giungono da ogni parte di Italia per vivere l'Adunata Nazionale in maniera un po' diversa rispetto agli altri alpini che vengono solo per fare festa.
I volontari che hanno scelto di dedicare il loro tempo a questo servizio, non riuscirebbero probabilmente a vivere un'adunata in maniera differente, perché per loro Adunata vuol dire lavorare insieme.
 
Ed è proprio il lavoro insieme che li rende una famiglia e fa sì che attendano da un anno all'altro la possibilità di rincontrarsi.
Fanno parte di raggruppamenti, sezioni e gruppi diversi, ma per quattro o cinque giorni è come se fossero tutti parte dello stesso.
Ogni anno i componenti delle varie squadre si ritrovano ed è come se avessero lavorato insieme sino al giorno prima.
 
Alla mattina dopo l'alzabandiera di rito alla caserma Pizzolato dove il S.O.N. è alloggiato, il comandante Nebiolo e i suoi vice Giusto, Volpi e Zonta distribuiscono i servizi alle varie squadre e da quel momento in poi sono tutti operativi.
L'ufficio veicoli, distribuisce le chiavi dei mezzi messi a disposizione dai vari gruppi e utilizzati per portare gli uomini sul loro luogo dove opereranno.
 
La sala radio di coordinamento del S.O.N. si anima delle chiamate delle 25 radio distribuite a tutte le squadre sparse sul territorio, colorite da molteplici dialetti e accenti regionali che comunicano l'avanzamento del loro lavoro: c'è chi verifica il percorso che si effettuerà durante la sfilata, chi va a fare un controllo nei punti nevralgici della città, chi lavora alacremente per posizionare la cartellonistica necessaria all'ammassamento della domenica mattina, chi supervisiona al posizionamento delle tribune e delle transenne, la squadra di scorta al Labaro va a fare i sopralluoghi dove si svolgeranno le varie manifestazioni ufficiali e dove dovranno prontamente essere operativi con il simbolo più significativo dell'Associazione Nazionale Alpini.
 
Alla fine dei servizi, il ritorno in caserma e nelle camerate è per tutti loro un po' come fare un salto indietro nel tempo: ritornano al periodo del militare con le sue regole e con i suoi obblighi, ma anche con i suoi momenti goliardici che fanno sì che anno dopo anno, tutti questi uomini e donne (sì perché proprio come oggi nell'esercito anche il S.O.N. ha aperto le porte alle donne), continuino a desiderare di essere lì e vivere l'adunata con i fratelli del Servizio d'Ordine Nazionale.
 
Simona Muscionico