Nicolini Bagno di Pieve di Bono: l'esperienza cooperativa è finita

L'amarezza di chi ci ha creduto, nonostante grande impegno e coraggio

Ci avevano creduto fortissimamente, i dodici operai della Nicolini Bagno di Pieve di Bono.
E insieme a loro, ci aveva creduto il mondo cooperativo che ha sostenuto fin dall'inizio la loro «avventura» di farsi imprenditori di se stessi costituendo a novembre 2008 una cooperativa dalle ceneri della spa fallita.

Perché di questo si trattava: non rassegnarsi all'idea di finire «assistiti» dall'ente pubblico con un assegno di mobilità, ma farsi protagonisti del loro futuro, prendere in mano la loro azienda, salvaguardare il loro posto di lavoro.
Tanto coraggio e passione per una sfida che sulla carta appariva fin dall'inizio difficilissima.

Ma non sono stati da soli. Hanno trovato sulla loro strada i vertici della cooperazione, Federazione in testa, con Cooperfidi e Promocoop.
Hanno lottato, quei soci lavoratori, contro un mercato che tardava a risollevarsi, e soprattutto contro una «eredità» molto pesante lasciata dalla passata gestione.

Troppo per una giovane società già gravata di molte incognite.
Così gli ostacoli non hanno mai potuto trasformarsi in opportunità, contribuendo invece ad aggravare sempre di più una gestione negativa da diverso tempo, che non ha mai consentito alla Divisione Vigilanza della Federazione di certificare il bilancio.

L'ultimo atto è di ieri, con l'assemblea dei soci che non ha potuto fare altro che constatare l'impossibilità di proseguire nell'attività senza nuove iniezioni di capitale.
Una situazione di gravità che ha indotto oggi la Divisione Vigilanza a richiedere il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa.

«Ci abbiamo provato con tutte le nostre forze - afferma oggi la presidente Maria Grazia Lancini - ma il nostro impegno non è stato sufficiente.
Eppure bastava ancora poco… Dalla cooperazione abbiamo ricevuto tanto, ci aspettavamo di più dall'ente pubblico.
Questa è una zona molto delicata dal punto di vista del tessuto industriale, una nuova crisi proprio non ci voleva.»

Il mondo cooperativo ci ha messo l'anima, buttando il cuore oltre l'ostacolo, anche quando l'analisi finanziaria lasciava pochi margini di manovra.
Ci si augura ora che dalla procedura concorsuale possano essere salvaguardati i lavoratori.