Mozzarelle di Fiavé, fatte «solo con latte prodotto dai soci»
Si fa strada l'ipotesi di una guerra di germi, vinta dal meno pericoloso, lo pseudomonas che rende blu le mozzarelle
Mozzarelle blu. Le analisi
effettuate dal servizio veterinario dell'Azienda Sanitaria sul
latte entrato nello stabilimento di Fiavé dal primo giugno ad oggi
confermano senza ombra di dubbio che la materia prima lavorata dal
caseificio proviene esclusivamente dai soci.
«Le verifiche che abbiamo fatto - afferma il dott. Luciano
Azzolini, veterinario del servizio di Tione dell'azienda Sanitaria
- riguardano la tracciabilità e rintracciabilità delle materie
prime in entrata nel caseificio dal primo giugno ad oggi.»
La ulteriore conferma che il latte lavorato a Fiavé è conferito
esclusivamente dai soci viene dunque dall'Azienda Sanitaria
provinciale, che ha terminato stamani le verifiche richieste dal
Ministero della Salute sull'origine delle materie prime che
componevano i lotti della mozzarella oggetto di colorazione
anomala.
Il sistema di rintracciabilità del latte segue una procedura ben
codificata ed è rispettata. La tracciabilità del latte che entra
tramite gli automezzi che convogliano il latte a Fiavé è stata
controllata tramite i documenti sui mezzi (le cosiddette
«strisciate»), la verifica dei pesi e l'attribuzione del relativo
lotto.
Una verifica specifica e completa è stata fatta in particolare per
i lotti oggetto di ritiro.
Mediamente nel caseificio entrano dai 500 ai 600 quintali di latte
al giorno, e nel periodo di riferimento relativo alla verifica
circa 250-300 quintali al giorno sono stati destinati alla
mozzarella biologica e non.
«Abbiamo verificato tutte le schede di produzione e i registri che
sono istituiti presso il manuale di sicurezza alimentare dello
stabilimento, - ha dichiarato Azzolini. - Abbiamo verificato la
corrispondenza tra il latte effettivamente lavorato e il prodotto
finito e venduto, con la debita trasformazione relativamente alla
resa, pari a circa dal 12 al 13%.
«Inoltre abbiamo verificato i documenti di trasporto di tutto lo
stabilimento, al fine di intercettare eventuale latte diverso da
quello dei soci produttori.
«Questo controllo ha dato esito negativo, - ha concluso il dott.
Azzolini - pertanto si può dichiarare che relativamente alle
verifiche da noi fatte non è entrato latte diverso da quello dei
soci.»
Poiché abbiamo visto che il problema delle mozzarelle blu non sta
nel latte, si lavora sulle cause che hanno prodotto la diffusione
del microrganismo.
Si ricorda che non fa male alla salute e che si diffonde meglio in
ambienti più sterili, con bassa presenza di altri germi
potenzialmente più pericolosi.
Vediamo cosa ha aggiunto Azzolini alle nostre conoscenze.
Lo pseudomonas e la guerra di germi
«Ci sono degli agenti patogeni che non sono visibili - precisa il
dottor Azzolini - ma che sono molto più pericolosi dei batteri
pseudomonas, che invece hanno un impatto visivo violento
sul consumatore finale ma di limitata patogeneticità. In
letteratura ci sono rilevanze di positività a questo germe fin dal
1986. E' un microrganismo malandrino perché ubiquitario e
con alta capacità di adattamento.»
Si fa sempre più strada l'ipotesi di competizione fra germi
effettivamente patogeni e questo tipo di germe, che prende il
sopravvento in ambiente con scarsa competizione con altri
germi.
Paradossalmente, dunque, proprio l'abbattimento di altri germi
pericolosi per la salute ha favorito la diffusione dello
pseudomonas.
«Per quanto riguarda le attrezzature della lavorazione - prosegue
il dott. Azzolini - già da tempo esse sono oggetto di manutenzione
e il manuale di sicurezza individua i pericoli, quelli che sono più
in agguato e che il servizio veterinario verifica regolarmente
nella sua applicazione. Questa è una azione svolta dal servizio
veterinario regolarmente e nel rispetto della normativa.»
«Per quanto riguarda la messa in funzione dello stabilimento, - ha
concluso Azzolini - il nostro ruolo è quello della tutela al
massimo della sicurezza degli alimenti che entrano sul mercato, e
pertanto dobbiamo concedere garanzie assolute affinché questo
problema si risolva e non si ripresenti.»