Cappi metallici per cervi: vero e proprio strumento di tortura

Nel caso del comunicato emesso dalla Forestale provinciale di Bolzano, i lacci sarebbero stati piazzati a «difesa» di un orto...

Lacci metallici per la fauna selvatica come quelli ritrovati dalla Forestale provinciale nei giorni scorsi nella zona di Villa del Monte. La vittima destinata sembra essere stata un cervo.
Secondo il CABS, l'associazione di volontari specializzati in antibracconaggio, tali «lacci», in genere in filo metallico, sarebbero veri e propri «cappi» il cui scopo è quello di stringere arti, colli o addomi di malcapitati animali.
«Il cervo - ha commentato il CABS - sarebbe rimasto bloccato per un arto ma, per fauna più piccola come per animali domestici, il cappio può prendere sia il collo che l'addome, provocando una dolorosa morte per soffocamento o rottura del diaframma. Negli arti - hanno aggiunto i protezionisti - si può arrivare all'amputazione dello stesso. L'animale terrorizzato, infatti, tenta di scappare peggiorando così la sua sorte.»
 
Nel caso ora comunicato dalla Forestale provinciale, i lacci sarebbero stati piazzati a «difesa» di un orto.
«La legge - ha riferito il CABS - prevede in questi casi appositi indennizzi e non certo metodi illegali frutto di una sorta di fai da te in danno della fauna selvatica. L'aspetto, però, ancora più preoccupante è come l'attuale legge venatoria prevede, per simili comportamenti, solo reati di natura contravvenzionale mentre, come già nel caso dei maltrattamenti in danno di animali di cosiddetta affezione, andrebbero previsti reati – delitti.»
Il CABS si complimenta con la Forestale di Riva che ha denunciato il presunto responsabile a seguito di lunghi appostamenti.
L'invito rivolto a tutti i cittadini è quello di collaborare, comunicando alle autorità competenti l'eventuale presenza di trappole o altri arnesi di caccia illegale.