Il vino fa... buon sangue? - Di Giuseppe Casagrande
La linea di demarcazione è legata all'età. Rischi per la salute in età giovanile. Nessun problema per gli over 40. Due bicchieri di vino rosso al giorno sono tollerati

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Allora è proprio vero che il vino fa... buon sangue. Lo dicevano i nostri nonni in epoche in cui il vino era considerato un vero e proprio alimento, non un bene voluttuario come oggidì. La conferma di questa antica convinzione è suffragata in termini scientifici da recenti studi pubblicati dalla prestigiosa rivista scientifica «The Lancet» che però mette in guardia i consumatori poiché lo studio individua una linea di demarcazione legata all’età.
Secondo l'analisi, infatti, chi ha meno di 40 anni potrebbe mettere a repentaglio la propria salute se consuma più di due cucchiai di vino o due cucchiai e mezzo di birra al giorno. Lo studio, finanziato dalla «Bill & Melinda Gates Foundation», evidenzia che per i giovani e gli adulti di età compresa tra i 15 e i 39 anni non ci sono benefici per la salute, ma solo rischi legati al consumo di alcolici.
Per gli adulti ammessi un paio di bicchieri al giorno (preferibilmente rosso)
Il discorso cambia, invece, per gli over 40. Secondo lo studio, infatti, per quest'ultima fascia d'età è ammesso un consumo moderato di vino (e per moderato si intende un paio di bicchieri al giorno, preferibilmente vino rosso, ricco di polifenoli) con interessanti benefici per la salute. Infatti ridurrebbe il rischio di ictus, diabete e cardiopatie ischemiche grazie ad una funzione protettiva dei vasi sanguigni e di contrasto all'invecchiamento delle cellule.
Questa analisi scientifica fa parte del più ampio studio «Global Burden of Disease 2020» che mira a comprendere le mutevoli sfide sanitarie in tutto il mondo. Nella revisione più recente dello studio sono stati presi in considerazione 204 Paesi e territori con dati che vanno dal 1990 al 2020. Il consumo di alcol è stato analizzato in 21 regioni in uomini e donne di età compresa tra 15 e 95 anni. Ventidue gli indicatori individuati per analizzare i rischi correlati al consumo di alcol tra cui tumori, malattie cardiovascolari e incidenti.
L’analisi mette in evidenza come ad essere più a rischio siano soprattutto gli uomini: il sesso maschile costituisce, infatti, il 76,9% della popolazione che ha consumato quantità dannose di alcol nel 2020. Un abuso particolarmente concentrato nei maschi di età compresa tra 15 e 39 anni, principalmente in Australia, Asia, Europa occidentale e Europa centrale.
«Questi risultati - scrivono i ricercatori - evidenziano la necessità di linee guida su misura che scoraggino il consumo di alcol tra i giovani, nonché politiche e interventi per il controllo dell’alcol rivolti soprattutto ai giovani maschi».
Il buonsenso consiglia un consumo moderato e consapevole di vino
In conclusione, secondo lo studio «il rapporto tra consumo moderato di alcol e salute è complesso e ha sollevato molte polemiche nella letteratura scientifica. Dato che le prove disponibili suggeriscono che bassi livelli di consumo di alcol sono associati a un minor rischio di esiti di alcune malattie e un aumento del rischio di altre, le raccomandazioni sul consumo di alcol - evidenziano gli autori - dovrebbero tenere conto dell’intero profilo epidemiologico che include i tassi di base della malattia all’interno delle popolazioni.
I risultati di questo studio - concludono - supportano lo sviluppo di linee guida e raccomandazioni su misura sul consumo di alcol per età e tra e raccomandazioni su misura sul consumo di alcol per età e tra regioni e sottolineano che le attuali soglie di basso consumo sono troppo alte per le popolazioni più giovani in tutte le regioni».
Giuseppe Casagrande - [email protected]