Le porte vive e vivaci di Michele Bortolotti vivono e rivivono
Domenica 29 le suggestive «Porte di un'esposizione» al Mas dela Fam L'artista del riuso e il riuso dei significati perduti

Le porte sono dei pannelli che
chiudono i varchi praticati nelle pareti per consentire il
passaggio delle persone da una stanza all'altro.
Se è alto il valore pratico, è altrettanto evidente quello assunto
dall'aspetto simbolico. Se sbagliare la porta significa andare a
sbattere contro il muro, aprire o chiudere le porte significa molto
di più in metafora che in fisico: significa essere o avere, potere
o dovere, vedere o escludere.
Mettere qualcuno alla porta significa cacciarlo via dalla propria
vita. Varcare una porta significa prendere una decisione
abissale.
Fare una gita fuori porta significa lasciare la monotonia della
vita quotidiana.
La Porta Sublime dell'Impero Ottomano significava la corte, il
potere, il raccordo tra questo mondo e l'Aldilà.
E arriviamo al punto. Michele Bortolotti è un artista del riuso. Si
chiamano così gli operatori dell'arte figurativa che realizzano le
proprie opere utilizzando oggetti che hanno ormai esaurito la
funzione originale, come bottiglie vuote, sedie superate, vassoi
consunti, tele usate, piatti fallati, vetri obsoleti.
Michele, però, ultimamente ha scelto le porte. Quelle in legno. Sì,
proprio quegli oggetti che consentono di passare da uno spazio a un
altro, che rappresentano barriere virtuali e reali, quelle che se
ne possiedi le chiavi ti danno il senso del possesso e del potere,
quelle che se giocate bene ti possono portare alla felicità.
Bortolotti dipinge le porte proprio perché rappresentano mille
idee, mille soluzioni, mille simboli. Lui le dipinge dando realtà
ai sogni della gente, facendo toccare con mano gli stretti legami
tra l'immaginario e l'espressione figurativa.
I sogni che vi dipinge non sono onirici e a volte sembrano pure
dissacranti nella loro evidente simbologia. Ma sono sempre da
studiare e da leggere nei mille significati che vi rappresenta.
Ma soprattutto sono da acquistare e da appendere alla parete, come
se fossero delle porte vere. Il possessore avrà così sempre lo
spazio operativo per consentire alla propria fantasia di interagire
con quella dell'artista Michele Bortolotti.
Nelle immagini che pubblichiamo ne vediamo alcune che abbiamo
fotografato strappandogliele a fine cena al Mas dela Fam.
Sì, perché Michele lavora lì da Franco Boscheri.
Cuoco per vocazione, fine suggeritore di cibi, autore di
suggestioni vitivinicole, sostenitore dialettico all'ammazzacaffè,
Bortolotti ha trovato al Mas dela Fam gli spazi giusti per potersi
esprimere su più porte contemporaneamente e non diosperdere le idee
che ogni porta aperta racchiude in sé.
I significati delle sue rappresentazioni sono evidenti a chiunque e
tutti potranno affidarvi i significati che vi troveranno albergare.
Ma i colori sono precisi e vivaci e ricoprono da soli il ruolo che
da sempre l'uomo ha affidato, imprudentemente, alle porte: varchi
per la felicità