M49: nuova ordinanza ad integrazione di quella del 1° luglio

Nel caso di pericolo grave per gli operatori o le persone l'orso potrà essere abbattuto. La cattura e l’evasione minuto per minuto dell’orso dal Casteller

>
Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha emanato oggi una nuova ordinanza relativa alla rimozione di un orso pericoloso, M49, per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ad integrazione della precedente ordinanza del 1° luglio scorso.
Con il provvedimento odierno il presidente ordina, «ad integrazione della citata ordinanza n. 415057, qualora si verifichino situazioni che, in relazione al comportamento assunto da M49, possano determinare ulteriore pericolo grave ed imminente per l'incolumità di terzi, o degli stessi operatori del Corpo forestale trentino, di procedere all'abbattimento dell'orso».

Informando il Consiglio Provinciale della decisione presa sull’orso M49, il Presidente Maurizio Fugatti ha suscitato l’interesse dei consiglieri di minoranza i quali, con una serie di interventi sull’ordine dei lavori, primo tra tutti Ugo Rossi del Patt, hanno chiesto di poter avere il testo.
In altro servizio riportiamo l’andamento del dibattito, qui desideriamo ricostruire le tappe della cattura e la fuga dal Casteler.
 
Catturato alle 22.50 con una trappola a tubo nei pressi di Malga Rosa nel comune di Porte di Rendena l’animale, dopo una fase di agitazione si è tranquillizzato ed è stato caricato su un pickup della Forestale. A mezzanotte e mezzo la colonna si è messa in movimento e lungo il tragitto fino a Trento l’orso è stato controllato due volte apparendo calmo e in buona salute.
M49 è arrivato al Casteler alle 2.30 ed è stato posto, ancora all’interno della trappola, all’interno dell’area uno (sono in tutto tre, una occupata dalla femmina Dj, una vuota, tutte con una doppia rete elettrificata) che avrebbe dovuto ospitarlo.
Una volta collocato nella struttura, ancora nel tubo, gli è stato tolto il radio collare con un telecomando e, riattivata la corrente elettrica della gabbia, alle 3,20 del 15 luglio è stato liberato. 
 
Controllato a vista dal personale, sulle prime M49 si è nascosto nel boschetto che sta all’interno dell’area, poi, ha raccontato Fugatti, si sono sentiti rumori causati dalle zampate dell’orso che è riuscito ad allargare i cavi elettrici che non hanno ceduto a differenza dei supporti isolanti che rompendosi hanno provocato l’interruzione della corrente nell’area uno, quella di M49 e in quella vicina che è libera.
A questo punto l’animale ha superato queste due recinzioni ed è entrato nell’area tre dove si trova l’orsa Dj3 che, impaurita, si è nascosta nella sua tana.
Sempre seguito a vista dai forestali l’orso, resistendo alle scariche elettriche dell’area 3 che è rimasta elettrificata, si è messo a scavare per cercare di superare la rete metallica che ha poi superato d’impeto allentando un cavo di acciaio e rompendo un isolatore e, infine, con un balzo di due metri, noncurante delle scosse, ha scavalcato la recinzione perimetrale.
Gli operatori presenti vista la situazione e l’aggressività dimostrata dall’animale hanno deciso di allontanarsi. 
 
Dopo 10 minuti, tornati sul posto, hanno constatato la fuga di M49. Fin dalle prime ore del mattino i forestali si sono messi alla ricerca del fuggiasco nel timore che si fosse diretto verso la città.
Ma, con l’ausilio dei droni del Vigili del fuoco e dei cani, si è esclusa la presenza del plantigrado nelle vicinanze del Casteler.
M49 è stato invece segnalato la mattina del 16 sulla Marzola nei pressi di Susà e nella nottata nella zona di Bosentino. Sempre sulla Marzola sono stati trovate impronte e feci dell’orso.
Fugatti, oltre a questa ricostruzione della drammatica fuga, ha ricordato che si è scelto di non anestetizzare l’animale per non fargli correre pericoli e ha sottolineato che le gabbie del Casteller state approvate dall’Ispra e che le modalità di cattura sono state ritenute regolari dal dottor Genovesi sempre dell’Istituto superiore per la ricerca e protezione dell’ambiente.