Claudio Soini è presidente del Consiglio provinciale di Trento

Hanno votato 34 consiglieri presenti: 19 favorevoli, 14 schede bianche, una nulla – Mariachiara Franzoia eletta vicepresidente

Il Consiglio provinciale ha eletto questa mattina, alla prima votazione, con 19 preferenze (su 34 consiglieri presenti hanno votato in 34, 14 sono state le schede bianche, 1 quella nulla) come suo presidente Claudio Soini.
Vicepresidente è invece Mariachiara Franzoia, eletta con 20 voti (2 le schede nulle e 12 le bianche).

 Claudio Soini è presidente del Consiglio  
I lavori sono iniziati con la comunicazione, da parte della presidente provvisoria Lucia Coppola, della creazione, lo scorso 11 dicembre, del Gruppo misto di cui il consigliere Claudio Cia è presidente. Walter Kaswalder (Patt) ha ricordato la scomparsa del consigliere Helmut Renzler per il quale, su proposta di Coppola, l’Aula ha fatto un minuto di silenzio.
 
Ha preso quindi la parola l’assessore Mario Tonina che ha espresso la speranza di poter eleggere in giornata il presidente.
Ha quindi voluto riassumere il lavoro delle scorse settimane parlando di una dialettica portata avanti assieme al consigliere delegato dalle Minoranze Francesco Valduga (Campobase) senza clamore.
 
Ha ricordato l’attenzione della maggioranza dimostrata nei confronti dell’Aula e delle richieste della minoranza.
Fino a oggi, ha proseguito Tonina, non era stato possibile acconsentire alla richiesta rispetto alla consuetudine (tranne una pausa tra il 1993 e il 1998) di garantire una maggioranza nell’Ufficio di presidenza riservata alle minoranze.
 
L’assessore si è detto convinto che il presidente deve essere garante di quest’Aula e certo che un equilibrio si troverà.
La maggioranza conferma dunque la richiesta della minoranza di avere tre componenti nell’Ufficio di presidenza.
Seppur con qualche ritardo nella fase iniziale, si è augurato Tonina, ci si augura che la giornata di oggi sia la giornata in cui si parta col piede giusto per restituire al Trentino l’Aula che si merita.
 
Valduga ha ricordato che si è agito in questi giorni per la difesa della trasversalità dell’Aula, riaffermando il principio del rispetto del ruolo delle minoranze, del far capire come l’Aula sia un organo di garanzia e non di gestione.
Ha poi ripercorso la storia della prassi della maggioranza alla minoranza nell’Ufficio di presidenza che ha definito qualcosa di più di una semplice consuetudine.

Dopo la proposta fatta da Eleonora Angeli (Noi Trentino per Fugatti presidente) di Claudio Soini per la presidenza del Consiglio, è seguita una sospensione dei lavori dell’Aula di mezz’ora richiesta dalle minoranze per un confronto interno.
Alla ripresa dei lavori Valduga ha detto che le minoranze avrebbero gradito una possibilità di condivisione del ragionamento sul nome del presidente, magari con una rosa di nomi e non solo con un candidato unico. Ha espresso qualche perplessità, quantomeno dal punto di vista estetico, su un presidente del Consiglio non di un partito ma di una lista a sostegno del presidente, ma comunque garantito la presenza delle minoranze in Aula compatte a garantire la possibilità di votare. Ha annunciato comunque scheda bianca.
 
Alessio Manica (Pd) ha ricordato il rispetto delle minoranze del lavoro d’Aula. Non si può far finta di non vedere che la proposta è di risulta e di compensazione rispetto a quadrature fatte dalla maggioranza, ha proseguito.
Il percorso principe avrebbe visto invece un confronto tra maggioranza e minoranza: l’occasione era storica, ma una condivisione non c’è stata, dispiace.
Si rispetta il dato elettorale, ma la maggioranza si assume fino in fondo la responsabilità dell’elezione.
Manica ha comunque chiesto un impegno da subito per una tutela forte delle prerogative dei consiglieri tutti e in particolare di quelli dell’opposizione.
 
Filippo Degasperi (Onda) ha detto che è stata attribuita la responsabilità alla minoranza della mancata nomina dell’Ufficio di presidenza la scorsa seduta, quando invece si è visto in Aula applicare il principio del panta rei: non si poteva entrare in Aula senza vedere una Giunta cambiata.
La funzione principale del presidente del Consiglio, ha aggiunto, è la tutela delle minoranze. Ha detto di aver lavorato bene con il presidente Kaswalder nella gestione della struttura del Consiglio e si è detto stupito di una mancata riconferma da parte della maggioranza.
In Aula invece tutto è stato gestito in modo troppo amichevole: il regolamento dice che non si deve parlare dopo l’apertura di votazione ed era invece quando si aprivano le discussioni con una litania di colori.
 
Paola Demagri (Casa autonomia) ha parlato della presenza di 14 donne in Consiglio: la nomina del presidente del Consiglio sarebbe stata una buona occasione per dimostrare che sì c’è la legge elettorale, ma che la presenza delle donne è dovuta anche ad altro e non solo a questo.
L’auspicio è che il futuro presidente possa compiere al meglio il proprio ruolo; saranno comunque messe in evidenza le carenze e le capacità. L’Ufficio di presidenza lavori a garanzia del Consiglio, ha proseguito Demagri.
 
Walter Kaswalder ha ringraziato Degasperi per l’apprezzamento espresso. Ha ricordato la legge Bottamedi.
Con tutti i difetti, sulla Finanziaria come presidente non è mai andato con un pacco di emendamenti in cui inserire quelli civetta.
Ha ricordato la propria esperienza di sindaco e ribadito la volontà avuta, sulla scia di ciò, di essere super partes. Ha ringraziato Degasperi.
A Soini si è detto disponibile per un passaggio di consegne.
 
Mirko Bisesti (Lega) ha ringraziato Kaswalder per il ruolo svolto, super partes, negli scorsi cinque anni. Il presidente non serve solo all’Aula, ma al Trentino tutto, ha aggiunto.
Si è augurato un lavoro celere dell’Aula, perché il Trentino merita risposte rapide. Bisesti ha quindi espresso sostegno al nome di Soini e ringraziato anche Coppola per il lavoro svolto da presidente provvisoria.
 
Lucia Maestri (Pd) ha parlato del nome espresso per la presidenza del Consiglio come di un percorso compensativo rispetto a esigenze interne alla maggioranza: un viatico non sereno, ma il dovere delle minoranze è garantire la prosecuzione dei lavori d’Aula e lasciare che la maggioranza scelga il suo presidente. Non si può pensare che una volta che uno è morto sia un santo, ha detto rivolta a Kaswalder e ha ricordato che per la legge Bottamedi non ci sono stati emendamenti civetta.
Ha comunque ringraziato Kaswalder per il lavoro svolto, e ha auspicato però un successore più garante nei confronti dell’Aula e delle minoranze.
Claudio Cia (Misto) ha ricordato la propria esperienza come consigliere comunale di Trento, quando conobbe Renato Pegoretti: di quel presidente ha affermato di ricordare il grande equilibrio.
Alla nuova figura di presidente dell’Aula consiliare augura di saper avere il rispetto avuto da Pegoretti.
Cia ha poi ricordato il presidente Dorigatti, che ha saputo esprimere autorevolezza e promuovere il ruolo del presidente del Consiglio, che è la carica istituzionale più importante.
Ha ricordato anche Kaswalder, disponibile all’ascolto, ed ha augurato a Soini di saper incarnare tutte le caratteristiche positive delle tre figure ricordate.
 
Daniele Biada (Fratelli d’Italia) ha ringraziato il presidente Kaswalder e parlato di Soini come di una persona che saprà di certo svolgere al meglio il suo ruolo nell’Aula.
 
Maria Bosin (Patt) ha ringraziato Kaswalder per il bel lavoro svolto e per la disponibilità prestata per il passaggio di consegne. Ha portato un supporto a Claudio Soini e ringraziato Coppola. L’auspicio è di iniziare a lavorare per dare delle risposte ai trentini e al Trentino. Gli elettori hanno espresso una grande fiducia, un presupposto sulla base del quale si vuole dare il proprio apporto per affrontare i grandi temi importanti per i trentini.
 
Si è proseguito con il voto: hanno votato su 34 consiglieri presenti in 34 (assente giustificato l’assessore Failoni). Le schede bianche sono state 14, 1 nulla e 19 i voti per Soini.