Federazione, l’assemblea affronta il nuovo patto di sistema/ 1
Nell'intervento del presidente Schelfi, la sintesi del documento
Il nuovo «patto di sistema» tra i
soci della Federazione Trentina della Cooperazione è al centro oggi
dei lavori dell'assemblea riunita a Trento.
L'intervento di Diego Schelfi
In apertura di assemblea il presidente della Cooperazione Trentina
Diego Schelfi ha espresso solidarietà ai soci della cooperativa
Nicolini Bagno di Pieve di Bono, nata tre anni fa dal coraggio di
alcuni ex dipendenti, e qualche giorno fa messa in
liquidazione.
«La cooperazione è nata per rispondere a bisogni economici e
sociali delle persone, non dimentichiamolo mai - ha detto Schelfi -
tutto il sistema ci ha creduto, purtroppo è mancato il
mercato.»
Per quanto riguarda il documento, Schelfi ritiene che esso
rappresenti un ulteriore passo verso la piena responsabilità di
essere socio di cooperativa, e di consapevolezza di far parte di un
sistema.
«Esso introduce alcune regole - ha detto Schelfi - ma non ha alcuna
intenzione di limitare la libertà delle singole cooperative e dei
loro amministratori.
Piuttosto, libertà significa avere tutti gli elementi per poter
decidere con cognizione e senza costrizioni.
A meno che non si voglia utilizzare l'autonomia come una
affermazione di potere, che non va bene.
Il dibattito è stato ampio, qualcuno ritiene che il testo
all'approvazione di questa assemblea sia troppo morbido, altri
eccessivamente invasivo.
E' semplicemente la sintesi delle posizioni emerse, e nel complesso
è un buon documento.»
Sulla formazione degli amministratori e dei dirigenti, Schelfi ha
invitato a non separare la formazione tecnica da quella
«cooperativa».
«Possedere, da parte dei cooperatori, una base comune, una
idea comune della storia del pensiero cooperativo, aiuta moltissimo
ad interpretare il nostro stare nei mercati, il nostro organizzare
le imprese cooperative, il nostro modo originale di esercitare la
professionalità a tutti i livelli: da quelli manageriali a quelli
organizzativi e manuali», ha affermato il presidente della
Cooperazione.
Le politiche di genere. Schelfi ha sottolineato l'importanza di
considerare, nella vita delle cooperative così come nella
composizione die consigli di amministrazione, la parità di genere
come elento qualificante e strategico.
«Le donne sono state il pilastro della nostra economia rurale,
devono continuare ad esserlo anche nella cooperazione», ha
concluso.
I contenuti principali delle «linee guida» su cui dibatte
l'assemblea
Un primo gruppo di proposte riguarda il rapporto tra Federazione,
organismi di secondo livello e società di base e gli strumenti per
prevenire le criticità attraverso un uso responsabile
dell'autonomia; il secondo è dedicato al tema della formazione e
dello sviluppo delle competenze, culturali, gestionali e tecniche
della classe dirigente del movimento; il terzo gruppo, infine, è
dedicato al tema della partecipazione dei soci e del controllo
democratico della cooperativa.
Sviluppo coordinato del sistema
Al fine di
prevenire tempestivamente l'insorgenza di eventuali criticità, il
presidente o il direttore della Federazione potrebbero, con
richiesta motivata, intervenire nei consigli di amministrazione ed
eventualmente in assemblea dei soci per informare su fatti dai
quali può derivare pregiudizio per l'attività della cooperativa o
per lo sviluppo del sistema.
Sullo stesso filone della prevenzione, le assemblee dei soci
potranno prevedere, in sede di approvazione del bilancio, l'importo
massimo degli impegni finanziari passivi che la società può
assumere.
Gli amministratori dovranno richiedere specifica autorizzazione
dell'assemblea per nuove operazioni che superassero tale
limite.
I soci, dal canto loro, dovranno impegnarsi a non lasciare la
cooperativa se d'accordo, mentre potranno recedere in caso
contrario.
Formazione alla cultura e imprenditorialità cooperativa
La formazione degli amministratori e dei dirigenti del movimento è
diventata ormai esigenza imprescindibile per garantire in maniera
efficace lo sviluppo delle cooperative.
Le cooperative saranno tenute a predisporre un piano formativo per
gli amministratori, i sindaci e il gruppo dirigente, i cui
contenuti potranno essere determinati in modo autonomo da ciascuna
cooperativa, tenendo conto delle linee guida di carattere generale
che saranno predisposte dalla Federazione, di intesa con gli altri
organismi centrali del movimento e con la società Formazione
Lavoro.
Partecipazione e controllo democratico dei soci
Il documento elenca una serie di indicazioni, che potranno essere
recepite dalle associate, riguardo la rieleggibilità degli
amministratori e dei sindaci, il coinvolgimento dei lavoratori
dipendenti, l'incremento della base associativa delle cooperative,
le modalità di svolgimento delle assemblee e l'elezione delle
cariche sociali.
Tutti strumenti volti a migliorare la partecipazione democratica e
la trasparenza nel rapporto tra amministratori, management e
soci.