Il Trentino «cooperativo» riferimento per l’economia civile
Festeggiati oggi in città i 70 anni dell’economista Stefano Zamagni con una giornata di convegno e approfondimento
L’occasione del 70° compleanno del professor Stefano Zamagni (foto), economista esperto di cooperazione e da tanti anni «teorico e consigliere» della Cooperazione Trentina, ha richiamato a Trento una dozzina di docenti universitari da tutta Italia, impegnandoli a relazionare sul tema dell’economia come vocazione.
Il risultato è stata una giornata di riflessione e di approfondimento alla quale hanno partecipato anche numerosi presidenti e direttori delle cooperative trentine.
Per tutti loro l’ha ringraziato il presidente Diego Schelfi, che ha ricordato come Zamagni sia stato sempre disponibile con la Cooperazione Trentina, nei momenti di grande impegno, come l’anno scorso a Riva del Garda, con la lezione di cooperazione fatta davanti a 400 studenti, ma anche nelle piccole cose, disponibile ad incontrare consigli di amministrazione di singole cooperative.
«Con noi hai saputo essere insieme grande e piccolo – ha detto Schelfi – ci hai fatto apprezzare la passione e la capacità di sintesi. Alcuni anni fa ci hai detto di provare a diventare una comunità cooperativa. E il messaggio di quella giornata di lavoro è ancora oggi per noi un riferimento.»
Il professor Zamagni ha svolto un’intensa attività di studio e di ricerca, in particolare nel campo degli studi cooperativi e dell’economia civile.
Ha istituito, presso l’Università di Bologna, di cui è stato Preside della Facoltà di Economia, il primo Master in Italia dedicato all’Economia delle imprese cooperative e delle organizzazioni non profit, giunto oggi alla sedicesima edizione.
Ha pubblicato, in Italia e all’estero, 50 libri e oltre 100 saggi, senza contare articoli, voci enciclopediche e pareri.
Ha avuto come ‘maestri’ quattro premi Nobel, tra i quali Amartya Sen e John Hicks.
Messaggi di augurio sono arrivati anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (apprezzamento per l’iniziativa che approfondisce il movimento cooperativo alla sfida di questi tempi, la lotta alla disoccupazione), di Maria Voce, Presidente dei Focolarini, dal Premio Nobel e amico Amartya Sen, e da numerose personalità ecclesiastiche, che hanno applaudito il suo impegno di laico e il suo contribuito alla stesura della Dottrina sociale della Chiesa.
«Per uscire da questa crisi occorre cambiare lo sguardo sulla realtà – ha detto Zamagni – rivolgersi alla maggioranza che si comporta bene ed ha a cuore il bene comune. Con la cultura si può combattere l’odio generato dalla paura e dall’incertezza. Il mercato ha bisogno di pluralità, e per fare questo c’è bisogno delle cooperative, che sono un baluardo di libertà. Inizialmente libertà economica, ma in seguito anche politica. Ecco perché occuparsi di cooperazione significa operare per la civiltà.»
Al microfono si sono alternati dodici docenti tra economisti, filosofi, storici provenienti dalle principali Università italiane.
Pier Luigi Porta (Università di Milano Bicocca), che ha tessuto la «laudatio» alla sua carriera, ha ricordato gli impegni accademici e gli interessi di ricerca ed approfondimento del docente.
E poi Francesco Viola (Università di Palermo), che da filosofo del diritto ha messo in luce come la stessa definizione di cooperazione contenga una forte eticità.
«L’intenzione di fare una stessa cosa con posizioni di uguaglianza ma ruoli diversi e senza asservimento.»
Benedetto Gui (Università di Padova), «I beni relazionali sono importanti nell’economia. A chi vive in miseria bisognerebbe non dare soldi, ma un paniere di beni relazionali».
Luigino Bruni (Università Sophia), allievo di Zamagni, ha ripercorso la nascita dell’economia civile nella storia italiana, il suo fondamento etico e valoriale.
«Zamagni ci ha insegnato che la cooperazione non è l’eccezione nella storia della società italiana, ma la regola. Non rappresenta una percentuale del Pil, ma tutto il mercato è cooperativo.»
Secondo Bruni la cooperazione ha messo in discussione la separatezza tra business e sociale, tra mercato e dono.
Se per le altre imprese gli aspetti sociali possono rappresentare al più una fetta della torta dell’utile, per le cooperative essi sono presi in considerazione fin nel concetto stesso di proprietà.
Nel pomeriggio sono previste le relazioni di Leonardo Becchetti (Università di Roma), suor Alessandra Smerilli (Università Cattolica), Vittorio Pelligra (Università di Cagliari), Pier Luigi Sacco (Università di Milano IULM), Marco Mazzoli (Università di Genova), Massimiliano Marzo (Università di Bologna), Giulio Ecchia (Università di Bologna), Vera Negri Zamagni (Università di Bologna).