Ecco le «regole» per un Grana Trentino di qualità
I risultati del progetto di ricerca sul primo prodotto caseario trentino
Diciassette caseifici monitorati,
più di 150 forme sperimentali di formaggio prodotte ed esaminate,
5.000 analisi microbiologiche.
E ancora, oltre 10 anni di dati storici su allevamenti, latte e
formaggio forniti dal Trentingrana - Consorzio dei Caseifici
Sociali Trentini e dalla Federazione Provinciale Allevatori di
Trento, sei pubblicazioni scientifiche e sette in corso di stesura,
due dottorati di ricerca, 90 interviste ad allevatori, 18 bilanci
aziendali analizzati.
Sono alcuni dati del progetto «Qualità della filiera del Grana
trentino», condotto dall'Istituto Agrario, richiesto dal Concast -
Trentingrana e finanziato dall'Assessorato all'Agricoltura della
Provincia autonoma di Trento, che ha permesso di aumentare la
conoscenza del principale prodotto caseario trentino e di
controllare e ottimizzare la qualità nelle varie fasi migliorando
la gestione dell'animale in stalla, introducendo un nuovo
disciplinare di alimentazione delle vacche, valutando nuovi sistemi
di raccolta del latte, razionalizzando i controlli sulla qualità
del formaggio.
I risultati del progetto sono stati presentati oggi, a San Michele,
a ricercatori e operatori del settore lattiero-caseario.
Ricercatori e tecnici hanno operato in stretta collaborazione con
il Concast - Trentingrana, in contatto con la Federazione
Provinciale Allevatori e un team di esperti scientifici delle
Università di Padova, Bologna e Cattolica del Sacro Cuore di
Piacenza.
Indagate tutte le fasi della produzione: dall'alimentazione delle
vacche alla gestione della raccolta del latte, alla trasformazione
in caseificio, al controllo della qualità e alla gestione economica
delle aziende zootecniche.
Insomma, una fotografia a 360 gradi del principale prodotto
caseario trentino.
Nell'ambito di questo progetto l'Istituto Agrario ha studiato le
modalità di raccolta e conferimento del latte al caseificio e i
loro effetti sulla qualità del Grana trentino.
«Il sistema usuale di raccolta doppia giornaliera - spiega Agostino
Cavazza, - a determinate condizioni, può lasciare il posto al
conferimento unico serale al caseificio, mantenendo i richiesti
standard qualitativi.»
«La verifica della validità di tale procedura nella conservazione e
conferimento del latte è stata fatta sul campo - spiega Andrea Merz
- con numerose lavorazioni sperimentali, seguite costantemente dai
tecnici del Consorzio e della Fondazione, condotte in tre caseifici
della Provincia con l'impiego sia di latte caldo raccolto in
bidoni, sia di latte raffreddato alla stalla a varie temperature.
Il progetto, fortemente voluto dal Concast - Trentingrana con
l'intento di rilevare i punti di debolezza del sistema e dotare gli
operatori della filiera di strumenti conoscitivi, per gestire nel
modo più accurato la qualità dell'intero processo produttivo, ha
portato al risultato finale sperato.»
Un risultato ottenuto grazie anche alle competenze in campo
microbiologico, sensoriale e chimico e alle strumentazioni avanzate
del Centro ricerca e innovazione.
Messi a punto anche sistemi di valutazione della qualità più
efficaci che si basano sui principi dell'analisi sensoriale e su
innovative tecniche strumentali proposte ad integrazione dei
controlli sensoriali: a questo proposito il gruppo di lavoro
coordinato da Flavia Gasperi ha affiancato la giuria di esperti di
Trentingrana nel lavoro di controllo sistematico della propria
produzione.
Questo sistema, che il Consorzio ha introdotto da oltre 10 anni,
rappresenta a tutt'oggi, uno dei pochi esempi in Italia dove la
valutazione sensoriale è alla base del pagamento del prodotto: una
scelta, questa, che premia la qualità e che tende ad incentivare i
singoli produttori al miglioramento del livello qualitativo.
Dall'indagine effettuata dall'equipe coordinata da Angelo Pecile su
un campione di 90 aziende è emerso che gli aspetti che in maggior
misura influenzano la qualità tecnologica del latte sono le
strutture di stalla, la conduzione igienica e l'alimentazione.
Il Centro Trasferimento Tecnologico, in collaborazione con
l'Università di Bologna, ha definito inoltre il nuovo disciplinare
per l'alimentazione delle vacche.
Al fine di identificare i fattori che influenzano la qualità del
prodotto i ricercatori del Dipartimento di Scienze Animali
dell'Università di Padova hanno analizzato in modo integrato la
notevole massa di dati prodotta dal Consorzio, dal controllo della
caratteristiche quali - quantitative del latte conferito dalle
aziende fino alle analisi sul formaggio (battitura e analisi
sensoriali).
Sotto i riflettori anche gli aspetti economici della produzione di
Trentingrana. Giorgio De Ros. coordinatore del progetto, ha
rilevato che le aziende a maggiore intensità di capitale, in genere
caratterizzate anche da maggiori dimensioni, registrano in media
una remunerazione oraria di lavoro di circa un euro in più rispetto
alle aziende a maggior intensità di lavoro.
IL GRANA TRENTINO IN
CIFRE |