Altri 300 milioni per le aziende trentine che risentono della crisi
Le caratteristiche dei prestiti secondo l'accordo sottoscritto oggi in sede della Cassa Centrale Banca tra istituti di credito e di garanzia

Il principio che ha mosso gli
Istituti di Credito e di Garanzia operanti nel Trentino a concedere
un'ulteriore massa circolante è che le banche credono nella ripresa
e nella capacità delle aziende a uscire dalla crisi, quando sono
affaticate solo dalla diffocoltà di rientro del
foglio.
Plafond che ammonta a 300 milioni di euro da mettere a disposizione
delle imprese trentine che risentono del peso della crisi. Ma, come
abbiamo detto, questa volta la manovra è destinata a sostenere il
capitale circolante delle aziende, ovvero l'operatività sul breve
termine.
Una voce di bilancio che comprende i crediti verso clienti, il
flusso del magazzino, gli anticipi ai fornitori, i debiti verso
fornitori, dipendenti o tributari. Tutte quei fattori, insomma, che
possono causare pesanti squilibri nella gestione dei pagamenti e
degli incassi.
La convenzione è stata firmata stamattina da Giorgio Fracalossi,
presidente di Cassa Centrale Banca per conto delle Casse Rurali
Trentine, Leopoldo Scarpa, direttore di Mediocredito Trentino Alto
Adige, Marco Perotti, condirettore commerciale Triveneto ovest di
Unicredit Banca, Gianluca Ajolfi, coordinatore mercato imprese
della Banca di Trento e Bolzano, Gianpaolo Inama di Unicredit
Corporate Banking, Paolo Nardelli, direttore della Cooperativa
Artigiana di Garanzia, Silvano Rauzi, vicepresidente di Cooperfidi
e Giorgio Rigotti, presidente di Confidimpresa Trentino.
Le caratteristiche dei prestiti
I finanziamenti andranno da 25mila a 500mila euro e saranno
concessi nella forma tecnica dell'apertura di credito, rimborsabile
dopo 18 mesi in un'unica soluzione o attraverso rate.
L'importo non potrà superare il 30% degli affidamenti accordati a
breve, né la quota del 25% del giro d'affari.
Potranno richiedere questi prestiti straordinari le imprese che
abbiano riscontrato un incremento dell'incidenza dei crediti
commerciali superiore al 20% rispetto al fatturato (confronto dati
2009 su 2008 o primo semestre 2010 su secondo semestre 2009).
Le imprese dovranno possedere determinati requisiti di buon
funzionamento (per esempio non avere protesti, decreti ingiuntivi,
ipoteche giudiziali, essere classificate a sofferenza o incaglio o
avere rate scadute da oltre 6 mesi) e adeguate prospettive di
continuità aziendale.
Gli oneri finanziari per le imprese potranno essere contenuti
grazie alla possibilità, prevista dalla convenzione, di avvalersi
dell'opzione più adeguata alle esigenze aziendali.
Si può scegliere tra tasso fisso e tasso variabile ed utilizzare il
beneficio assicurato dalla garanzia dei confidi, che consente di
ridurre sensibilmente il costo del denaro (ad esempio: con garanzia
al 50% lo spread sarà pari al 2,75% mentre con garanzia dell'80%
sarà dell'1,90%; parimenti, il tasso fisso del 4,50% potrà essere
ridotto fino al 3,90%).
Non sono previsti tassi soglia né alcun'altra commissione a favore
della banca.
Per inoltrare le domande - che dovranno essere indirizzate ai
Confidi - c'è tempo fino al 30 settembre, mentre i finanziamenti
dovranno essere erogati entro il 31 dicembre di quest'anno.
Il dibattito
«Questa proposta - ha spiegato Giorgio Fracalossi
- prevede interventi specifici e mirati alle esigenze delle imprese
per coprire un tasto delicato, ovvero la difficoltà a farsi pagare
i lavori che colpisce soprattutto chi opera in subappalto. Una
sovvenzione ponte, nella speranza che tra 18 mesi lo scenario
internazionale (e locale) migliori.»
«Un sostegno - ha aggiunto Marco Perotti - anche
dal punto di vista morale e motivazionale, per guardare al futuro
con maggiore positività.»
Offrire condizioni migliori alle nostre imprese - ha sintetizzato
Gianluca Ajolfi - serve a renderle più competitive
e quindi a rafforzarne l'azione.»
Presente alla presentazione anche Paolo Spagni,
dirigente generale del dipartimento industria, artigianato e
miniere della Provincia autonoma di Trento, che ha sottolineato
l'interesse e il compiacimento del governo provinciale verso questo
accordo tra banche e confidi, precisando come in questo contesto il
ruolo pubblico sia soltanto quello di integrare le possibilità dei
confidi di concedere garanzie, creando un circolo virtuoso a favore
delle imprese, che garantite pagano meno oneri per avere
credito.
Con le altre manovre - ha detto Spagni - le imprese hanno potuto
reagire alla parte economica della crisi. Questa è dedicata alla
parte finanziaria.»
Il bilancio delle altre due operazioni
I plafond messi a disposizione dalla Provincia Autonoma attraverso
banche e confidi nelle prime due operazioni di riassetto
finanziario sono stati esauriti ed hanno consentito al tessuto
imprenditoriale trentino di reagire meglio rispetto agli altri
territori d'Italia alla pesante congiuntura.
Della prima operazione, dedicata al riassetto finanziario delle
piccole imprese, hanno beneficiato 2.616 aziende, per un totale di
347 milioni di prestiti agevolati concessi (l'85,5% dei quali
erogati da Casse Rurali).
Della seconda, destinata alle imprese di dimensioni maggiori, hanno
approfittato 249 aziende per un totale di 128 milioni di euro di
prestiti erogati (il 70% dei quali da Casse Rurali).
Incredibile il dato sul nuovo «Prestito partecipativo», sistema col
quale il legislatore si è prefisso di incentivare la
capitalizzazione delle società (sia di capitale che
cooperative).
Se negli ultimi otto anni le richieste di prestiti
partecipativi erano state due (e solo una quella accolta), con
la nuova formulazione dell'incentivo le domande sono oggi già
150.