Assemblea di Federconsumo. «In 6 anni l’occupazione + 12%»
Il presidente Pierluigi Angeli, riconfermato nella carica, aggiunge: «Donne il 56% delle occupate»
Si è tenuta a Trento l'assemblea
nazionale di Federconsumo - Confcooperative.
In apertura dell'assemblea, il presidente della Cooperazione
Trentina Diego Schelfi - anche in veste di vicepresidente di
Confcooperative - ha sottolineato l'importanza del modello
cooperativo come valore, capace cioè di esprimere il meglio di un
territorio e di valorizzarne le specificità.
Cos'è Federconsumo
È un sistema di 731 cooperative operanti nei settori della
distribuzione commerciale e dell'utenza elettrica (queste ultime
patrimonio esclusivo della storia di Confcooperative) che dà lavoro
a 8.800 persone, di cui il 56,6% è donna, 4,45 miliardi di euro di
fatturato e 300mila soci.
Negli ultimi sei anni l'occupazione è cresciuta del 12%. Sono
questi i dati socioeconomici con cui il presidente Pierluigi Angeli
ha aperto l'assemblea.
Il mercato
«Nel settore distributivo - dice
Angeli - il sistema Confcooperative e quello della Lega delle
Cooperative rappresenta il 30% del mercato italiano. Si potrà
discutere se i nostri cugini sono autonomi dalla politica, ma una
cosa è certa: noi, insieme, rappresentiamo il 30% del mercato della
distribuzione.
È un sistema tutto italiano, non delocalizzabile, e del quale non
si può acquistare il pacchetto azionario. È un patrimonio rilevante
del nostro Paese, che dobbiamo consolidare ed aiutare a superare
l'attuale momento di crisi per competere ad armi pari con le
multinazionali tedesche, francesi, finanche americane».
Le nostre cooperative e la crisi
«In questi anni il fatturato è cresciuto del 22,5%, il capitale
sociale dell'86%, il patrimonio netto del 64%, tuttavia - afferma
ancora Angeli - le imprese del nostro settore sono ancora troppo
piccole (solo il 7% supera i 10 milioni di euro di fatturato) e
poco capitalizzate (il 66% ha un capitale sociale inferiore a 10
mila euro), per essere pienamente competitive, basti pensare che il
45% delle cooperative fronteggia la crisi dei consumi e la
concorrenza dei mercati e della GDO con un patrimonio netto che non
supera i 100 mila euro».
L'importanza degli accantonamenti
«Finora - aggiunge il presidente - l'accantonamento degli utili
realizzati negli anni precedenti e destinati a riserva, è stato un
solido cuscinetto anti crisi per un terzo delle nostre
cooperative.
È stato utile sacrificare gli incassi e concedere dilazioni di
pagamento ai soci in difficoltà. Non è però una strada percorribile
per sempre.
Le crisi di mercato e le debolezze strutturali delle imprese vanno
superate continuando a incoraggiare i processi di
patrimonializzazione e di aggregazione».
La solidità
«Il nostro modello cooperativo - ha concluso Angeli - è solido e
longevo (l'87% delle cooperative aderenti ha festeggiato 20 anni di
vita e due imprese su tre hanno più di 40 anni di attività), che
rispetta pienamente il requisito della prevalenza mutualistica: i
soci, di cui le donne rappresentano la maggioranza (sono il 51%)
partecipano attivamente alle assemblee delle cooperative, che
registrano la presenza di oltre il 50% degli aventi diritto».