Una vela trentina nel Pacifico – Le Isole Galapagos

«Le foche hanno rappresentato per me la sorpresa più bella: trovate questi pigri mammiferi sdraiati dappertutto, in riva al mare, sulle strade, nei bar…»

Nel corso del 2011 abbiamo pubblicato una serie di servizi fotografici redazionali su un viaggio fatto da un amico dell’Adigetto.it, Erio Volpi.
Il quale, non appena andato in pensione, ha preso la sua barca (un cutter da 44.6 piedi – 13,5 metri), si è portato a Gibilterra e poi da lì ha effettuato l’attraversata dell’Atlantico.
Lo vediamo nella foto sotto il titolo, con Gibilterra sullo sfondo.
I suoi servizi sono tuttora reperibili nella pagina dedicata ai Caraibi, raggiungibile tramite questo link.
Il dott. Volpi ha passato due inverni ai Caraibi meridionali, essendo tornato in Italia per l’estate. Poi ha imboccato il Canale di Panama e si è portato nel Pacifico. Prima tappa, le isole Galapagos.
Da lì riprende il suo diario, che noi pubblichiamo molto volentieri.


 
Prima della partenza per il grande oceano Pacifico, che attraverserò con una barca a vela, mi sono concesso ovviamente una sosta alle isole Galapagos, dopo una breve visita alla capitale dell'Equador Quito.
Devo dire che Quito mi ha piacevolmente sorpreso: la capitale andina è situata a 3.000 metri di altezza, esattamente sull'equatore.
Ha un clima singolare: la temperatura è fresca, attorno ai 20 gradi.
Ma quando il sole esce dalle nuvole attenzione perché brucia la pelle e gli occhi in un attimo.
La popolazione è particolarmente gentile e amichevole e per quanto riguarda la sicurezza bisogna prendere le consuete precauzioni delle grandi città.
Detto questo ho girato tranquillamente nel centro storico da solo, di giorno e di notte ma vestito normalmente, senza orologi, catene d'oro, esposizione di cineprese o altro, senza insomma dare nell'occhio.
A Quito ho trovato ancora negozi artigianali, mercatini di prodotti locali delle Ande ed evitando i centri commerciali non ho visto le solite catene internazionali in franchising.
Insomma una bella città ( parlo ovviamente del centro storico) che merita una visita. 
 
 

Ma torniamo alle Galapagos. Che dire di queste famose isole?
Una premessa. Il mio paragone (che faccio mentalmente con le isole caraibiche) non è del tutto equilibrato in quanto isole del Caribe sono state visitate, turista fai da te, con la mia barca.
Qui invece le barche di proprietà sono off limits ed è obbligatorio appoggiarsi ai tour organizzati.
Serve prenotare per internet? Io non avevo prenotato nulla e ho fatto benissimo, in quanto a Puerto Ayora (praticamente la capitale delle Galapagos - circa 20.000 abitanti - la base migliore per visitare le isole) le strade brulicano di agenzie di viaggio e di operatori diretti per cui, con un po’ di pazienza e un po' di conoscenza dello spagnolo, si riesce a ottenere dei tour a prezzi di quattro o cinque volte inferiori a quelli proposti su internet a prezzi a dir poco impossibili.
Però se avete i giorni contati, se non parlate una parola diversa dall'italiano, se non vi va di cercare e contrattare un po', prenotate tranquillamente, ne soffrirà solo il vostro portafoglio.
 
 
 
Detto questo, purtroppo i tour nelle isole sono limitati a itinerari ben precisi; sono circa una decina, che prevedono viaggi giornalieri di andata e ritorno oppure di più giorni (fino a sette) con vitto e alloggio in grandi barche a motore.
Io ho scelto diversi tour giornalieri che presentano lo svantaggio di fare ogni giorno due o tre ore di motoscafo veloce. Ma il vantaggio è che si riesce ad organizzare meglio il proprio tempo con una base fissa in un albergo di Puerto Ayora.
(Per inciso, ho avuto da amici valutazioni assolutamente negative sulla qualità del vitto e alloggio sulle grandi barche, ma la casistica è troppo limitata, vedete voi.)
A proposito di hotel, avevo prenotato solo la prima notte, quella dell'arrivo. Poi mi sono scelto l'albergo che volevo dove e al prezzo volevo: per 40 $ al giorno ho alloggiato in una comoda camera, con aria condizionata (si, qui serve), in posizione strategica per la partenza per i tour, che usualmente avviene la mattina presto.
La scelta di Hotel è molto ampia e non credo che nemmeno in alta stagione ci sia il rischio di non trovare alloggio. Ma se siete pigri, prenotate pure, i prezzi non sono molto differenti. 
 

 
I tour nelle isole vicine, giornalieri o plurigiornalieri sono frequentati quotidianamente da centinaia di persone.
È ovvio che in questi luoghi si vedono solo squarci delle vere Galapagos. Forse è un bene questo, nel senso che la grande massa di persone viene tenuta lontana dai siti di pregio, da proteggere nel modo più integrale possibile?
Sarebbe cosi se i maniacali controlli che il Parco applica ai turisti fossero applicati, almeno blandamente, anche alle persone locali.
Gli abitanti locali non sono pochi, complessivamente un trentina di migliaia sparsi su tre isole.
Gli introiti che la Galapagos procurano al governo ecuadoriano non sono pochi, se si pensa che ogni turista paga all’incirca 120 $ per sbarcare sulle isole. Ciò significa qualche milione di dollari per anno.
Che fine fanno questi soldi? Francamente non lo so ma nelle isole c’è una devastante proliferazione di uffici amministrativi del parco con personale poco o nulla facente. Certo l’Equador non è la Svezia. 
 
 

Ritornando ai controlli mi spiego con un esempio: i cani (come i gatti) sono stati importati dai primi colonizzatori e hanno contribuito all’estinzione di alcune specie di tartarughe e iguane e alla riduzione del numero delle altre specie.
Quindi cani e gatti non possono abitare oggi alle Galapagos, è proibito. Tuttavia si vedono cani e gatti semi randagi in giro per le isole.
Alla mia domanda alla guida sul perché ciò possa succedere mi è stato risposto che nessuno controlla.
I controllori in realtà ci sono, ma i locali sono lasciati liberi di fare tutto quello che vogliono.
Quando un turista va da un isola all’altra delle Galapagos il suo bagaglio viene minuziosamente perquisito con apposizione di tagliandi di verifica alla partenza e all'arrivo. Alla mia domanda sul perché di tali controlli mi è stato risposto che si vuole controllare che qualche turista non trasporti semi o frutti di qualche specie specifica di un isola su un’altra isola!!!( la risposta più plausibile è che hanno personale da impiegare in qualche maniera).
 
Altro esempio. In una enorme buca da cui gli escavatori avevano estratto qualche migliaio di metri cubi sabbia vulcanica per la costruzione di strade e calcestruzzo è emersa dal fondo acqua salmastra e i fenicotteri la usano come residenza saltuaria.
C’è un sentiero per accompagnare turisti a vedere i fenicotteri. In questi sentieri non si può né mangiare né bere, perché si potrebbe contaminare il suolo con spandimenti di bevande e io sono stato rimproverato perché un mio piede era stato messo 20 cm fuori dal percorso.
Alle Galapagos il turista non può gettare una lenza in mare, perché parco naturale, ma i residenti sono liberi di pescare e di vendere il pesce: difatti c'é il mercato del pesce a Puerto Ayora.
Gli esempi potrebbero continuare.
 

 
Ciò premesso, dividiamo l’universo Galapagos fra sotto acqua e sopra.
Sotto acqua non c’è reef (o almeno non ne ho visto o comunque non deve essere molto interessante perché nessun diving lo propone), ma solo pietre vulcaniche coperte da vegetazione.
I pesci sono abbastanza numerosi ma, sempre con le limitazioni della premessa, non certo paragonabili a qualche reef caraibico.
Probabilmente in luoghi non frequentati da turisti lo spettacolo potrebbe essere diverso.
In terra lo scenario è diverso. A parte qualche isola poco significativa (tipo Floreana) altre presentano una fauna unica: tartarughe, iguane, pinguini e soprattutto foche.
Solo per questi animali, se vi piacciono, vale il viaggio.
Le iguane sono belle, nella loro bruttezza, e presenti in ogni dove. Ve le trovate di fronte, poco spaventate, in ogni angolo dove cade l'occhio.
Le tartarughe giganti originali non vengono mostrate ai turisti se non nei centri di riproduzione e allevamento. 
 

 
In grandi recinti, praticamente libere vengono tenute invece le tartarughe giganti ibride, quelle che per le isole non hanno alcun interesse in quanto sterili: sono comunque uno spettacolo.
Quanto ai pinguini bisogna aspettare la stagione delle correnti fredde nel mare, vale a dire il secondo semestre dell'anno. La mia visita è stata in marzo, periodo di correnti calde, e i pinguini erano molto rari e quasi impossibile vederli in acqua e nuotare con loro.
Le foche hanno rappresentato per me la sorpresa più bella: trovate questi pigri mammiferi sdraiati dappertutto in riva al mare sulle strade, nei bar, immersi in un placido sonno o semplicemente sdraiate in relax.
I loro occhi sono incredibilmente intelligenti come quelli di un cagnolino.
Se avete la fortuna, come ho avuto io, di incontrarne una durante lo snorkeling e la trovate in vena di giocare avrete cinque minuti indimenticabili.
Dovete naturalmente ricambiare un po' i suoi giochi anche se sotto acqua, per quanto bravi siate, sarete sempre molto goffi al suo confronto. 
 

 
Spero di avervi dato elementi per capire se il viaggio alle Galapagos – piuttosto lungo e costoso – fa per voi.
Se vi potete permettere una vacanza un po' più lunga, se parlate lo spagnolo e non vi spaventa la full immersion locale il mio consiglio è questo: non fermatevi a Puerto Ayora, andate in un’isola meno abitata e meno turistica, ad esempio Isabela, dove ci sono piccoli villaggi con qualche pensione o camera in affitto.
Fermatevi qualche giorno e cercate di fare amicizia con i locali.
Poi fatevi portare dove la massa dei turisti non arriva: queste saranno le vere Galapagos.
 
Erio Volpi.