«Violenza… ViolenzE» – Servizio di Luciana Grillo

Il Rotary club Valsugana ha organizzato un incontro di grande interesse e «originale» perché due psicoterapeuti hanno portato esempi concreti

Si continua, nei club service cittadini, a trattare un tema attuale, delicato, mai scontato come la violenza, dando particolare risalto alla violenza di genere, che sui giornali cartacei e online ogni giorno è alla ribalta.
Il Rotary club Valsugana e il Soroptimist international club di Trento sono andati oltre, realizzando un incontro di grande interesse e a suo modo «originale», perché i due psicoterapeuti invitati – Giuseppe Maiolo e Giuliana Beghini Franchini – hanno raccontato, forti della loro esperienza, i danni prodotti dalla violenza assistita e hanno spiegato con esempi concreti che è necessario modificare i progetti formativi per i minori, chiedendo naturalmente a chi fa informazione di contribuire a promuovere la cultura del rispetto.
 
I bambini, che sono vittime e spettatori indifesi di violenza, hanno bisogno di sostegno e formazione specifica; devono essere aiutati a uscire dal buio, a prendere coscienza di ciò che hanno vissuto.
Stessa consapevolezza deve essere assimilata anche dalle donne – vittime e/o madri – che hanno spesso timore di parlare, perché affiora in loro un incredibile senso di colpa.
Se si parla di violenza fisica e sessuale, non si esaurisce il discorso; bisogna evidenziare e portare alla luce la violenza «invisibile», quella sottile, psicologica, che si misura con difficoltà, di cui ci si accorge in ritardo.
E bisogna controllare e, se possibile, limitare l’espansione continua della violenza che si manifesta aggressivamente nelle relazioni.
 
Qui entrano in campo – continuano i relatori – i nuovi strumenti tecnologici, che possono esasperare gli atteggiamenti violenti, se non attentamente controllati, e produrre altri danni, come il fenomeno della trascuratezza materiale e affettiva: l’uso frequente dei social distrae ad esempio i genitori, che sembrano dimenticare la presenza dei loro bambini e l’ attenzione che richiedono.
Un caso che la dott.ssa Beghini Franchini riporta è quello delle mamme e dei papà che, impegnati con lo smartphone, dimenticano di andare a prendere i bambini a scuola, o di preparare per loro il pasto, ecc.
Anche questa è una sottile e invisibile forma di violenza, il figlio si sente trascurato, non amato, abbandonato…
 
Ma – e questa volta è il dott. Maiolo a parlare – i social stanno creando un altro pericoloso atteggiamento violento: è l’odio online, che può colpire chiunque, che può provocare depressione o indurre al suicidio chi lo subisce e che diventa – per semplice stupidità o per imitazione – facilmente virale.
Possiamo chiamarlo cyberbullismo, riguarda tutti, giovani e meno giovani, incapaci di autocontrollo, irresponsabilmente strumenti di azioni violente.
La conversazione dei due relatori è stata seguita con grande interesse dai soci e dagli ospiti – fra cui presidenti di altri club e psicologi – che hanno dato vita a un costruttivo dibattito dal quale è emerso con forza il desiderio di «agire in concreto».
 
Ringraziando, il presidente del Rotary Valsugana, dr Circosta, ha affermato che di ViolenzE si continuerà a parlare e ha auspicato che ciascuno dei presenti si faccia latore di un messaggio forte presso i club di appartenenza, e non solo.

Luciana Grillo