Cooperative di consumo: archiviato un 2013 impegnativo
Assemblea delle Famiglie Cooperative oggi a Trento: il fatturato risente della crisi dei consumi – Dalpalù: «un sistema di imprese da valorizzare»
In uno scenario contraddistinto dal calo generalizzato dei consumi, il consumo cooperativo trentino nel 2013 ha tenuto pur in un quadro impegnativo.
Lo dimostrano i dati presentati, oggi pomeriggio, durante l’assemblea di settore ospitato nella consueta cornice della Sala della Cooperazione alla presenza del presidente e del direttore generale della Cooperazione Trentina, Diego Schelfi e Carlo Dellasega.
«Le Famiglie Cooperative sono realtà sul mercato da oltre cento anni – ha osservato Renato Dalpalù, vicepresidente della Federazione per il settore del consumo – Sono cooperative ben capitalizzate e finanziariamente equilibrate.
«Basti un dato: gli investimenti per migliorare i negozi hanno sfiorato i 13 milioni di euro, di cui il 42% è coperto dalle stesse cooperative.
«Ma il patrimonio più grande è costituito dai collaboratori. Siamo una rete di imprese – ha aggiunto – e dobbiamo valorizzare questa caratteristica.»
I numeri
«Il risultato economico complessivo – ha osservato Giuseppe Fedrizzi, responsabile di settore all’interno della Federazione – è in leggero calo rispetto a quanto fatto segnare nel 2012. Per i negozi più piccoli, inevitabile il processo di aggregazione.»
Un risultato che pare essere in linea con quanto emerso da una ricerca nazionale. In Italia il 54% dei consumatori compra solo l’essenziale e taglia il superfluo; il 52% cerca attivamente prodotti in promozione o scontati; il 30% compra meno in assoluto. Uno scenario tutt’altro che favorevole per chi opera nel commercio alimentare.
Il fatturato complessivo delle Famiglie Cooperative ha raggiunto i 346 milioni 371 mila euro (nel 2012: 346 milioni 377 mila euro). Più in generale, considerate Famiglie Cooperative, Sait (Fc Atesina), Trento Sviluppo (Superstore Coop), il sistema ha totalizzato 478 milioni 569 mila 378 euro (rispetto ai 481 milioni 036 mila euro fatti segnare nel 2012).
L’analisi per classe dimensionale evidenzia che, a faticare maggiormente, sono i negozi fino a 100 metri quadrati e i punti vendita con una superficie di vendita compresa tra 100 e 300 metri quadrati. Segno positivo, invece, per le grandi strutture superiori ai 300 metri quadrati (discorso a parte per i superstore).
Il fatturato per classi dimensionali evidenzia che, 22 cooperative, realizzano oltre il 72% del totale. Un dato che suggerisce una sottolineatura e una riflessione.
«La prima dedicata alla funzione sociale che, tante Famiglie Cooperative, svolgono in piccole località – spiega Fedrizzi. – La seconda orientata, invece, a un processo di aggregazione che non può essere rimandato.»
Il costo del personale ha superato i 60 milioni di euro L’incidenza sul fatturato è del 17,46%.
«È il costo che rappresenta oltre il 65% del totale delle spese e – ha spiegato Fedrizzi – se non governato genera squilibri economici piuttosto preoccupanti.»
Il futuro
Tra le indicazioni emerse durante i lavori la necessità di disporre di una rete di vendita che comprenda negozi in grado di produrre una buona redditività e di almeno 400 metri quadrati.
«Per far fronte alla difficile situazione le Famiglie Cooperative – ha aggiunto Fedrizzi – hanno ulteriormente potenziato le proprie iniziative per sostenere il potere d’acquisto dei consumatori e dei soci in particolare.
«Occasioni promozionali che hanno proposto quotidianamente offerte e promozioni che, in alcuni casi, hanno superato il tetto del 30% rispetto al totale delle vendite.»
Un fenomeno in netta crescita negli ultimi tre lustri. A inizio millennio le promozioni erano pari al 18,4% (fatto 100 il volume del venduto, il 18,4% era scontato).
Nei primi mesi del 2014 la percentuale è quasi raddoppiata attestandosi al 28,7%. Insomma: la sensazione di fare un buon affare rende più appetibile la spesa.
Quando la gentilezza può generare fatturato
I valori economici servirebbero a poco se nella quotidianità della sua azione la cooperazione di consumo non tenesse conto di altri valori.
Ne sono stati indicati alcuni: professionalità e appartenenza sono due valori fondamentali per la cooperazione di consumo.
Professionalità come riconoscenza del mestiere. Appartenenza espressa nella missione e nella visione d’impresa del sistema della cooperazione di consumo.
Inoltre si dovrà puntare su aspetti altrettanto importanti quali la gentilezza e la relazione. La gentilezza è un fondamentale etico alla base di relazione umana, sociale e di business. Un vero e proprio requisito professionale.
Luigi Padovese, consulente della Cooperazione Trentina, ha parlato del progetto di valorizzazione del personale direttivo delle Famiglie Cooperative in un’ottica di sistema. Nella prima fase ha coinvolto 11 direttori di cooperativa di consumo. L’obiettivo è di replicarlo per tre anni di seguito per offrire alla totalità delle figure direttive di Famiglia Cooperativa di prendere parte a questa iniziativa formativa.
Altro tema, «Progetto socialità». La fase sperimentale è stata condotta da sei cooperative di consumo della Vallagarina e Alto Garda-Ledro. Tra gli obiettivi: sviluppare la comunicazione, l’attenzione ai giovani e agli anziani, il senso di appartenenza, la partecipazione al volontariato attivo e l’ascolto.