Celentano: «rock» quando canta, «economy» quando parla
Lo show «Rock Economy» ha registrato un record di ascolti con 9 milioni di spettatori e uno share stellare del 31,80%

È nuovo Medioevo quello che stiamo vivendo, almeno per l’ex re degli ignoranti Adriano Celentano, che lunedì sera è stato addirittura promosso alla carica di «leader» politico dal celebre economista francese Jean-Paul Fitoussi, che era l’ospite d’onore della trasmissione «Rock Economy» insieme ai giornalisti anti-casta Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, e all’eterno «ragazzo che non invecchia ma» Gianni Morandi: questo evento ha segnato il ritorno al concerto live di Celentano dopo ben 18 anni di assenza, e ieri sera è stato trasmesso in diretta dall’Arena di Verona su Canale 5.
Lo show ha registrato un record di ascolti con 9 milioni di spettatori e uno share stellare del 31,80% con cui l’inossidabile Celentano ha quindi «rottamato» mediaticamente il rottamatore Matteo Renzi, ospite di Fabio Fazio a «Che tempo che fa».
Il mix di rock-revival, chiacchiere da bar, ma anche da Festival dell’Economia di Trento, visto che i pensieri degli economisti Fitoussi e Latouche hanno ispirato i contenuti della trasmissione [vedi nostro servizio e nostra intervista su Fitoussi al Festival dell’Economia – NdR], è stato anticipato da una promozione accattivante, con una pubblicità giocata cromaticamente sui toni del grigio (colore le cui sfumature sono molto di moda in questo periodo), accesi da esplosioni apocalittiche, tra bandiere dei pirati, personaggi in abiti medievali con cappe, casacche di ferro, vesti lacerate, mazze chiodate e animali feroci come felini, falchi, lupi e, per «leitmotiv» una minacciosa pantera nera.
Questi elementi gotici ritornano anche nello spettacolo areniano, con il cupo portone di legno al centro della scena, le impalcature laterali con grandi schermi, un bancone da taverna dove c’è un oste che asciuga i bicchieri, spartani tavoli di legno con anonimi figuranti.
C’è anche un’orchestra, il corpo di ballo, e poi i finti bombardamenti e le riprese dall’elicottero della città e dell’Arena inondata di luce.
Oltre agli immancabili stivaletti, Celentano veste ben quattro sfumature di grigio, dalla giacca con felpa, agli ampi pantaloni di vellutino e il berretto di lana tempestato di strass.
Come da copione, nella prima parte dello show Celentano parla poco, fa lunghe pause ammiccanti con bicchier d’acqua in mano, dedica una canzone all’amico Gianni Bella e quando finalmente canta, come sempre, incanta: che sia Svalutation, Si è spento il sole, Il ragazzo della via Gluck, o la recente Cumbia, Celentano è l’indiscusso re del carisma vocale, puntualmente applaudito dalla platea vip, dove spiccano Bonolis, Mogol e Gigi D’Alessio e dalle gradinate pop, da un euro, che assicurano al mattatore un tifo da stadio e striscioni inneggianti.
A venir discusso è, invece, il dibattito economico proposto nella terza parte del concerto, quando attorno al tavolo di legno siedono con Celentano l’economista Fitoussi, i giornalisti Stella e Rizzo e Gianni Morandi: Fitoussi tiene una lezione di economia e parla della «quasi dittatura europea in cui viviamo, dove le disuguaglianze economiche stanno mettendo a rischio la democrazia».
L’antidoto alla crisi per Fetoussi è «nel titolo unico europeo, che viene però impedito da alcuni stati del Nord che comandano l’Europa in una situazione di potere massimo».
L’economista è stato molto duro anche con il governo Monti che «per il bene della nazione aumenta le tasse e gli operai non hanno più i soldi per pagarle. Questa è la disgrazia dell’Italia e anche un po’ dei tedeschi. Oggi siamo sotto tutela dei mercati e si è rinunciato a governare».
Esattamente come il sermone del Molleggiato durante l’ultimo festival di Sanremo, anche questo dibattito non viene apprezzato da una parte del pubblico, che si spazientisce e caccia via gli ospiti a suon di fischi. Gianni Morandi cerca di mediare: «Adriano, la gente è felice quando canti. Devi tornare a fare concerti, sei richiesto anche in Russia».
Celentano però non desiste, e prima di intonare con l’amico Gianni «Ti penso e cambia il mondo», invita tutti a «non farsi imporre prodotti dalla pubblicità e di acquistare solo ciò che ci si può permettere, senza fare debiti».
Tra le reazioni del giorno dopo a «Rock Economy» segnaliamo quelle di «Melog», la trasmissione culto di Radio 24, Sole 24 Ore, che non a caso è anche la radio partner del blasonato Festival dell’Economia di Trento.
Il conduttore Gianluca Nicoletti, insieme al filosofo della scienza Stefano Morigi e ai radioascoltatori, ha messo a fuoco alcuni aspetti del fenomeno Celentano, definendolo anche «Specchio fedele della parte più detestabile del nostro spirito nazionale, che parla di tutto, dall’economia, all’architettura e all’ambiente senza essere competente in nulla».
Sono state evidenziate le sue contraddizioni, come quella di scagliarsi contro la pubblicità da una televisione commerciale come Canale 5, che vive grazie alla pubblicità, mentre una signora di Verona, che abita vicino all’Arena, ha denunciato l’impatto ambientale dello spettacolo di Celentano.
«Altro che natura, erba fresca e aria pulita – ha detto. – Per dieci giorni all’Arena c’è stato un viavai di camion che inquinavano tutta la zona. E poi l’elicottero e tutto il seguito che un evento così grosso ha comportato.»
Il filosofo Morigi considera Celentano «un conservatore che da quarant’anni è contro il progresso».
«Non è un provocatore – assicura, – perché dice delle ovvietà che consolano le persone nei propri pregiudizi. Come tutti i populisti rassicura le persone, e il successo di Celentano spiega anche quello di Grillo.»
Sandra Matuella
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