Florida: mai così freddo da 112 anni: solo 8 gradi a Key West

Le iguane cadono dagli alberi, congelate. Anche le tartarughe marine a rischio

L'isola più meridionale degli Stati Uniti continentali è Key West, resa famosa da Hemingway e dagli attori che negli anni '50 lo frequentavano. È tuttora un posto incredibile, dove il tramonto scrive pagine di puro romanticismo, dove si danno appuntamento i personaggi più singolari d'America e dove si passa il capodanno all'aperto sulla via principale, Duvall Street.

Questo perché nell'ultima isola delle Keys il clima è sempre temperato grazie alla Corrente del Golfo che esce appunto dal Golfo del Messico e grazie al fatto che il maltempo invernale (alimentato sempre dal caldo mare del Golfo) sale sulla costa settentrionale degli Usa portando freddo, pioggia a neve dalla Georgia in su.

In realtà, molto spesso capita che spostando in suo «occhio», il ciclone porti il maltempo e il freddo anche alla Florida.
Mi è capitato una volta di veder cadere la Neve a Orlando, dove ero uno dei pochi ad avere un piumo invernale, essendo arrivato dalla fredda Europa. (E trovarmi lo stesso l'aria condizionata accesa nell'albergo perché le addette alle camere devono seguire le istruzioni alla lettera… Ma questa è un'altra questione)
Anche a Miami d'inverno si rischia (sia pur di rado) di trovare fredda la metà occidentale della città e calda quella orientale, proprio per quella instabilità che ha il ciclone del Golfo del Messico.

Beh, quest'anno è accaduto a Key West di registrare temperature scese fino agli 8 gradi Centigradi Celsius. Non si è trattato di un semplice scherzo stupido del ciclone del Messico, ma di una variazione impazzita come quelle che accadono spesso anche in Europa: improvvisi venti freddi che scendono dall'Artico, dalla Siberia, ecc.
Comunque sia, otto gradi per un posto col clima subtropicale sono un freddo cane, il cui precedente risale a ben 112 anni prima.
Altrettanto vero è che ogni fenomeno meteorologico prima o poi si ripete nel tempo, ma con lassi di tempo così lunghi accadde la gente «non ne ha memoria».
Stavolta poi c'è stato in risvolto che non poteva verificarsi un secolo prima.

In Florida non esistono né pappagalli né iguane. O meglio non sono autoctone, nel senso che sono state importate negli ultimi decenni dagli abitanti della penisola, né più né meno di come fanno molte famiglie europee e americane. Con il guaio che, una volta scappate di casa, hanno trovato in Florida un clima ideale per riprodursi e vivere in tutta comodità.
Le cocorite, allo stato selvaggio, sono cresciute come pappagalli veri e propri costituendo veri e propri stormi. E fra l'altro pericolosi e dannosi.
Le iguane invece sono docili, vegetariane e hanno popolato in breve la maggior parte delle paludi, dando preferenza ai campi da golf, perché (oltre ad essere moltissimi) i percorsi sono anche protetti dalla presenza degli alligatori. Ai golfisti anzi la loro presenza offre la prova che di alligatori non ce ne sono, altrimenti quelle se la sarebbero data a gambe.

Ciò premesso, mentre la cocorite sanno sempre come cavarsela, il gelo che in questi giorni avvolge tutta la Florida sta uccidendo centinaia di iguane. La gente le vede cadere dagli alberi, congelate.
Una cosa terribile, contro la quale non c'è nulla da fare, perché non si trovano negli zoo ma libere. Nei campi da golf possono eventualmente salvarsi se vanno a rifugiarsi nei bassi e grandi capannoni dove vengono ricaricate le golf-cart.
Anche le tartarughe marine (che invece sono autoctone) stanno rischiando la sopravvivenza, perché l'acqua dell'oceano si è fatta troppo fredda. Anche loro si sono ritirate all'interno, preferibilmente verso i campi da golf.
Per tutti questi animali le speranze stanno nell'aiuto della gente (le autorità insegnano come fare) e nella speranza che il tempo cambi al più presto. Ma ora come ora pare che ci sarà un'altra settimana di maltempo.

Nella foto: Higgy, l'iguana ospite dell'Hollywood Golf and Country Club (Florida).