Ci ha lasciati Jack Klugman, il «dott. Quincy» – Aveva 90 anni
Pochi lo sanno, ma con lui se ne va l’uomo che voleva gemellare Trento con Malibu

Jacob Joachim Jack Klugman era nato a Filadelfia il 27 aprile 1922, quindi aveva compiuto i 90 anni otto mesi fa.
È stato un attore cinematografico e televisivo statunitense.
Conosciuto al grande pubblico per il ruolo del dott. Quincy nella serie televisiva Quincy (1976-1983), pochi sanno che con la città di Trento ha avuto un rapporto molto stretto e a due passi da una grande operazione di successo.
Merita raccontarla, ma prima vogliamo riassumere la sua vita.
Jack Klugman ha cominciato a recitare dopo aver combattuto nell'esercito americano durante la seconda guerra mondiale. Nei suoi primi anni di carriera, condivideva la stanza a New York City con Charles Bronson, quando ancora nessuno dei due era famoso.
Ha frequentato la Carnegie Mellon University laureandosi nel 1948.
Ha recitato in numerosi film classici, tra cui La parola ai giurati del 1957 nella parte del giurato numero 5, ed è l'ultimo attore a morire tra coloro che hanno recitato nella parte dei giurati in quello che lui aveva definito il suo film preferito.
Tra gli altri film, recitò ne I giorni del vino e delle rose del 1962 e ne La ragazza di Tony del 1969.
Vinse un Emmy Award per il suo ruolo nella serie televisiva La parola alla difesa e apparve in quattro episodi della celebre serie Ai confini della realtà del 1959 (in cui fu l'attore con più presenze insieme a Burgess Meredith).
Ha lavorato accanto a Humphrey Bogart e Henry Fonda in The Petrified Forest”, trasmissione televisiva in diretta del 1954.
La sua fama è però sicuramente da ricondurre al suo ruolo di protagonista in due popolari serie televisive degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta: La strana coppia (1970-1975) prima e poi Quincy (1976-1983). Ha recitato anche nella produzione originale teatrale de La strana coppia a Broadway, dopo aver sostituito Walter Matthau.
Vinse due Emmy Awards per l'adattamento televisivo de La strana coppia.
Nel 1974 gli fu diagnosticato un tumore alla gola. Nel 1989 perse una corda vocale per via del tumore, ma continuò a recitare sia in televisione che a teatro.
È sopravvissuto al cancro nonostante e, la perdita della corda vocale l'abbia lasciato con una voce stridula e gracchiante, ha continuato a lavorare.
Negli anni novanta ebbe un ruolo da guest star in Un detective in corsia.
Il suo cancro fu incluso nel suo personaggio, infatti recitava la parte di un detective cui era stato precedentemente operato in gola e che doveva risolvere un caso prima di morire di cancro. Apparve anche in un secondo episodio, nella parte di un assassino. Il suo cancro fu incluso anche nella trama de La strana coppia: ancora insieme, un film TV in cui si riformò la coppia con Tony Randall.
Padre di due bambini, Adam (che ha fatto una comparsa ne La strana coppia nella parte di Oscar Madison da bambino, durante un flashback) e David, li ha avuto entrambi dal matrimonio con Brett Somers, presenza fissa di Match Game.
Klugman e Somers si erano sposati nel 1953, ma si separarono legalmente nel 1974, nonostante tecnicamente non abbiano mai divorziato e siano perciò rimasti sposati fino alla morte di lei, avvenuta nel 2007 all'età di 83 anni.
Come nel suo personaggio televisivo de La strana coppia, anche Klugman è stato appassionato delle corse dei cavalli. Uno dei suoi cavalli, Jaklin Klugman, fu eletto «Cavallo dell'anno» in California nel 1980 dopo aver vinto numerose gare, tra cui il California Derby e il Jerome Handicap, finendo invece terzo al Kentucky Derby. Il cavallo fu poi scritturato in uno spot pubblicitario per l'ippodromo di Aksarben.
Il 24 dicembre 2012 all'età di 90 anni, è morto a Northridge (Los Angeles).
E ora veniamo alla nostra storia.
Era il 1990, quando il maestro Maurizio Dini Ciacci mi telefonò da Los Angeles per chiedermi se potevo raggiungerlo a casa di un musicista che lavorava nel cinema, che abitava a Malibu e che… possedeva addirittura due violini Stradivari.
Allora ero consigliere delegato dell’appena costituito Centro Culturale Santa Chiara. Le mie deleghe riguardavano proprio le produzioni teatrali e musicali del Centro.
Poiché stavo comunque andando negli Stati Uniti (a spese mie s'intende), decisi di allungare il viaggio e passare da Malibu. Vennero a prendermi all’aeroporto insieme con la Rolls Royce nera dell’ospite (precisando che gli Americani la Rolls se la guidano loro).
Si chiamava Albert Stern e aveva un bel progetto da sottopormi.
Giunti nella gigantesca villa di Malibu, disse che la sua città aveva una magnifica orchestra di musica classica.
«Ma in America – mi spiegò – un’orchestra non è nulla se non ha fatto un tour in Europa.»
Compresi il problema e risposi che non sarebbe stato un problema farla partire da Trento e Dini Ciacci aggiunse che avrebbe potuto occuparsi della tournée.
Ma l’accordo non finì lì.
Avendo sentito da Maurizio Dini Ciacci la descrizione della città di Trento, Stern propose di presentarci a Jack Klugman, presidente di un’associazione culturale che avrebbe potuto occuparsi di un progetto ben più importante: il gemellaggio tra le città di Trento e Malibu.
Trovai molto interessante il progetto, precisando però che questo sarebbe dipeso non più da me ma dal sindaco di Trento. Allora era appena stato eletto Lorenzo Dellai.
Mi sarei preoccupato di sostenere idee e proposte. E così feci.
Dopo qualche mese, Dini Ciacci mi informò che Klugman si era messo in viaggio per Trento. Avrebbe alloggiato all’Hotel Villa Madruzzo. Si aspettava che lo andassi a prendere all’hotel per portarlo in colloquio col sindaco.
Quando mi presentai alla reception, verso le 16, trovai Klugman e la sua compagna vestiti entrambi in smoking. L’attore aveva la voce già spezzata dal tumore, dal quale era guarito non senza conseguenze.
Dopo presetazioni e abbracci, li portai in Comune. Dellai ci accolse nel suo studio.
Feci da interprete, spiegando la situazione, aggiornata da quanto mi aveva riferito Klugman prima dell’incontro.
Le due città avrebbero fatto uno scambio di tutto, perché Trento e Malibu avevano molte cose in comune. A partire dalle mele, per continuare con il vino, i teatri, la musica, la cultura, l’università. Riguardo a quest’ultima, l’idea di Klugman era di fare uno scambio di studenti. Tenendo conto che iscriversi all’ateneo di Malibu era praticamente impossibile e dato che costava allora sui 50.000 dollari l’anno (ma lo scambio sarebbe stato alla pari, cioè a lire zero), l’occasione era magnifica.
Dopo aver spiegato il tutto, Lorenzo Dellai rispose laconico.
«Mi spiace, – disse a me affinché traducessi loro, trovando le parole giuste. – Ma il Consiglio Comunale ha deliberato di non fare più gemellaggi…»
«Che succede?» – Mi chiede Klugman, studiando la mia espressione.
«Niente, – risposi. – Solo che a volte i sogni muoiono prima…»
Quella sera furono miei ospiti a cena. Con me c’erano anche Dini Ciacci e l’allora presidente del Santa Chiara Giorgio Cogoli.»
Capimmo subito che il progetto non sarebbe andato avanti neanche nei caratteri originali dell’ospitalità dell’orchestra all’Auditorium di Trento.
Però restammo amici e andai a trovare lui e Stern altre volte. Gli piacevano i cavalli e lui amava avermi come ospite.
Un giorno mi confidò un commento sulla sua visita a Trento.
«Trento è una città molto bella, incomparabile con Malibu. E molto ricca, – mi disse (senza ironia, anche se Malibu ha un reddito pro capite stratosferico). – Ci mancherà.»
«Come fai a dire che è molto ricca?» – Gli chiesi piuttosto incerto.
«Siamo arrivati a Trento il sabato mattina e siamo ripartiti il lunedì pomeriggio, – rispose sorridendo. – E in tutto quel lasso di tempo non abbiamo trovato un solo negozio aperto. Contrariamente ai nostri, i vostri commercianti non hanno bisogno di vendere.»
Nel 1990 quelli erano gli orari dei negozi della città...
Guido de Mozzi
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