Quel miracolo che si chiama televisione
La suggestione della fiction vale più di mille portanti motivazionali
La sera prima avevamo preso atto del secondo svarione dello sceneggiato «La donna velata», la Torre Eiffel a Parigi in un anno in cui non era ancora stata costruita.
Eppure, il giorno dopo mi è capitato di assistere personalmente al miracolo.
Per due volte nella stessa giornata, dei turisti ci hanno chiesto dove era Piazza Duomo. In entrambi i casi ci è stato chiesto espressamente la piazza vista nello sceneggiato «La donna velata».
Come non detto. L’attrazione funziona, gli errori scompaiono di fronte ai risultati.
D’altronde, anche lo sceneggiato svolto in Alto Adige e tanto invidiato dai Trentini, «Due passi dal cielo», si era concluso l’altra settimana con una puntata finita esattamente come il film «Nothing Hill». Una conferenza stampa, nel corso della quale lo spasimante ha avuto il coraggio di dichiararsi alla donna amata, fingendosi giornalista di un improbabile settimanale.
Siamo certi che se ne sono accorti tutti, ma il peccato deve essere stato giudicato assai veniale in quanto è accaduto a due passi dal cielo.