Rapporto Euricse: le nuove frontiere della cooperazione italiana
Dalle analisi emerge che le cooperative contribuiscono in modo molto significativo alla formazione del prodotto interno lordo e all’occupazione
Tra i momenti culturali della Festa della Cooperazione, il programma del pomeriggio ha proposto la presentazione del terzo Rapporto di Euricse sulla cooperazione in Italia.
Euricse, con sede a Trento, è un istituto europeo di ricerca sulla cooperazione e le imprese sociali.
Il rapporto è stato presentato da Carlo Borzaga, economista dell’Università di Trento e presidente di Euricse.
Con un valore della produzione che ha superato i 108 miliardi, l’economia cooperativa rappresenta l’8,5% del Pil italiano.
In particolare, nel 2013 le 67.062 cooperative italiane hanno generato un valore della produzione pari a 90,7 miliardi di euro, mentre i consorzi 17,6 miliardi.
Negli anni della crisi, 2008-2013, la cooperazione ha messo a segno una crescita del 14%, pari, in valori assoluti, a circa 10 miliardi.
Nello stesso periodo, i consorzi hanno registrato un aumento del valore della produzione del 16,9%, corrispondente a un incremento di 2,4 miliardi di euro.
Più occupati e di qualità
Negli anni della crisi le cooperative hanno continuato ad assumere creando nuovi posti di lavoro stabili.
Il 68,1% delle posizioni attivate nel 2013 e il 61,4% di quelle attivate dai consorzi erano infatti di tipo dipendente a tempo indeterminato.
Le percentuali salgono rispettivamente al 76,8% e al 72,2% se si considerano le posizioni attive nel mese di dicembre 2013.
Il fisco fa il pieno con le coop
Dall’analisi complessiva sulle diverse forme di impresa, calcolata in rapporto al valore della produzione, emerge che nel 2013 la pressione fiscale è stata superiore per le cooperative rispetto alle società per azioni (7,7% per le prime contro il 6,8% per le seconde) soprattutto a seguito del maggior peso degli oneri sociali e delle imposte sui redditi da lavoro.
Le analisi contenute nel rapporto dimostrano che in Italia le cooperative nel loro insieme hanno contribuito in modo molto significativo alla formazione del prodotto interno lordo e all’occupazione, e hanno reagito alla crisi in modo diverso dalle altre forme di impresa, presentando una dinamica anticongiunturale.