«Il Muse continua ad autoassolversi»

Terza puntata. La parola passa nuovamente a FP CGIL Trentino

All’assemblea dei lavoratori esternalizzati del Muse - che con un’amara autoironia si sono riuniti per denunciare ancora una volta il loro «Muse senza orario», proprio mentre al museo si svolgeva l’evento «Muse fuori orario» – moltissimi lavoratori hanno spiegato cosa significhi «vivere senza sapere né quante ore verranno assegnate loro quella settimana, né con quale collocazione».
È quanto si legge nella nota inviata dal sindacato che si occupa della situazione dei lavoratori che, per interposta cooperativa, lavorano per il MUSE.
 
Rabbia e frustrazione nel leggere il comunicato stampa del Museo nel quale il lavoro di divulgazione viene, ancora una volta, svilito al ruolo di «lavoretto» da neolaureato prima di trovare un «lavoro vero», testualmente «altre occupazioni o collocazione in enti culturali e altre istituzioni o posizioni più gratificanti e remunerative dal punto di vista professionale».
 
«Simili dichiarazioni non sono più accettabili, non dopo una pandemia che dovrebbe aver insegnato a tutti l’importanza della divulgazione scientifica e non dopo quattro anni in cui abbiamo assistito ad un vergognoso rimpallo di responsabilità tra Muse e Cooperative, – spiega Roberta Piersanti, della Fp Cgil. – Rimpallo di responsabilità che si ripete ancora oggi, dal momento che nel comunicato stampa del Muse (e nella lettera di identico tenore a noi pervenuta) si sostiene che riguardo alla protesta per i turni dati all’ultimo minuto, la programmazione degli eventi di tutta l’estate 2022 è stata comunicata a inizio giugno, mentre quella riguardante le attività educative dell’autunno è stata fornita a fine giugno.»
 
Tali tempificazioni hanno avuto lo scopo di permettere alle cooperative la programmazione, mentre le Cooperative, dal canto loro, con pec di pari data comunicano: «in merito all’organizzazione degli orari di lavoro abbiamo più volte nel tempo fatto presente che le attività organizzate dal Museo (e non dalle scriventi) non consentono, per modalità e tempistiche, una lineare articolazione dei turni del personale.»
Esattamente il rimpallo delle responsabilità che denunciamo da anni, ancora una volta il Muse si autoassolve e le Cooperative non si ritengono responsabili della situazione in cui si trovano i propri dipendenti».
 
«Un gioco delle parti non più accettabile, – aggiunge il sindacato. – È da tempo caduto il paravento di una situazione lavorativa ineccepibile solo sulla carta che si traduce in realtà nella condizione cui da quattro anni assistiamo: lavoratori senza orario di lavoro, con ferie e permessi usati per coprire i turni e con una indennità di appalto mai erogata in una violazione reiterata dei diritti dei lavoratori.
«Il Muse non può chiamarsi fuori da questa situazione, che conosce e quanto meno tollera dall’inizio dell’appalto.»
 
All’assemblea erano presenti anche ex divulgatori che sono trasaliti nel leggere il comunicato del Muse: tra i 120 che hanno lasciato la stragrande maggioranza pochissimi l’ha fatto perché lavorare al MUSE «è incompatibile con qualsiasi altra attività, anche con la semplice prenotazione di un cambio gomme o di una visita dentistica, certamente non con un secondo lavoro, che con la retribuzione del part time svolto al Museo diventa indispensabile».
 
Queste le domande alle cooperative e al Muse in assemblea: «È davvero impossibile organizzare le attività dei divulgatori affinché diventi un lavoro dignitoso e di prospettiva?
«È davvero corretto continuare a tollerare questa situazione con proroghe tecniche che non intervengono su problemi noti, rimandando ogni soluzione ad un futuro appalto, sulle cui tempistiche nulla si sa?
«È ammissibile che il Consiglio di Amministrazione e il Presidente del Museo non abbiano mai sentito l’esigenza di intervenire supportando questi lavoratori che rappresentano la faccia del Museo verso i visitatori e che hanno contribuito a renderlo un’eccellenza?
«Può il Muse continuare ad assolversi da ogni responsabilità per l'appalto in essere e le Cooperative non ritenersi le artefici delle violazioni di legge oggi perpetrate?».