Gabriele d’Annunzio aviatore al Museo Caproni dal 16 novembre

Una mostra dedicata al «Poeta Aviatore» nella ricorrenza dell’anno dannunziano

In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio, Il Vittoriale degli Italiani coordina un programma di iniziative culturali del quale fa parte la mostra «Gabriele d’Annunzio Aviatore», al Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni dal 16 novembre al 30 marzo 2014.
Durante l’anno dannunziano, inaugurato lo scorso 2 marzo al Vittoriale dal presidente Giordano Bruno Guerri, importanti convegni, mostre e spettacoli si sono avvicendati in tutta Italia e non solo (anche ad Atene, Budapest, Cracovia, Lugano e Tokyo).
 
A Trento, la mostra «Gabriele d’Annunzio Aviatore», organizzata dalla Provincia autonoma di Trento e dal Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, offre per la prima volta una visione completa dell’esperienza del Vate in campo aeronautico, attraverso una serie di prestiti di opere selezionate da importanti realtà museali italiane, che affiancano un ricco corpus di autografi e cimeli dannunziani appartenenti alle collezioni permanenti del Museo e per la prima volta esposti al pubblico.
Scrittore, poeta, soldato, statista, esteta, Gabriele d’Annunzio interpreta, forse meglio di qualunque contemporaneo, il ruolo di protagonista dell’Italia dagli anni Ottanta dell’Ottocento agli anni Trenta del Novecento.
 
In un tempo di sconvolgimenti politici, bellici e sociali, d’Annunzio fece della sua intera esistenza una manifestazione del «vivere inimitabile» e fra le sue intuizioni sta la scoperta delle potenzialità dei nuovi mezzi di trasporto come l’automobile e l’aeroplano.
Fin dai primi e incerti esperimenti compiuti in Italia, il volo rappresentò per d’Annunzio un potente mezzo espressivo: per le valenze artistiche - in quanto massima esperienza di movimento nello spazio – e per le implicazioni più concrete sulla vita e sulla storia.
 
Durante la Grande Guerra, d’Annunzio è interprete privilegiato della riscoperta del gesto individuale attraverso imprese aviatorie e navali in grado di trasmettere messaggi simbolici forti e pervasivi.
Le imprese nel corso del primo conflitto mondiale sono tali da valergli la fama di «poeta  aviatore», anche se è vero che egli non fu mai pilota e dovette sempre affidare a uomini di fiducia i comandi di volo.
 
L’esposizione si avvale di importanti apporti da parte di diverse realtà del territorio trentino (MART; Museo Storico Italiano della Guerra; Fondazione Museo Storico del Trentino) e nazionali (Comune e AeroClub di Casale Monferrato; Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e Presidenza della Repubblica attraverso il Servizio patrimonio Storico-Artistico del Palazzo del Quirinale).
Per i suoi contenuti, la mostra «Gabriele d’Annunzio Aviatore» rappresenterà un prologo alla programmazione espositiva della Provincia autonoma di Trento per le prossime commemorazioni del centenario della Grande Guerra.
 
La mostra ha altresì ottenuto il logo ufficiale delle commemorazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale concesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La mostra «Gabriele d'Annunzio Aviatore» ha ottenuto il patrocinio del Comune di Trento e del Ministero della Difesa.
 
Insieme alle altre iniziative culturali dell'anno dannunziano, l'iniziativa ha inoltre ottenuto il patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 
  


 PERCORSO DELLA MOSTRA
Gabriele d’Annunzio nell’età dei pionieri del volo (1909-1914)
La mostra prende avvio dalle esperienze aviatorie degli esordi, alla fine del primo decennio del Novecento, quando i mezzi volanti fanno le loro prime apparizioni sul suolo italiano.
Nella nuova realtà del volo l’immaginario del tempo trasfonde numerosi caratteri e significati: il coraggio e l’ardimento dei primi pionieri del volo e l’utopia di un progresso tecnologico ormai illimitato, testimoniata da manifesti e pubblicità dell’epoca.
In mostra, la memoria dei primi voli dannunziani è richiamata da alcune «reliquie» come quelle dell’aeroplano Wright, un brevetto di volo ottenuto da Mario Calderara – uno dei primi piloti italiani da loro istruiti – nonché testimonianze giornalistiche, fotografiche e artistiche della partecipazione di Gabriele d’Annunzio al Circuito Aereo di Brescia e alcuni documenti dell’archivio Caproni che raccontano un’intensa attività del Vate di «teorico» del volo, con un tour di conferenze propagandistiche tenute in tutta Italia.
 
Dall’entrata in guerra al «Notturno» (1915-1916)
D’Annunzio è impegnato a favore dell’intervento italiano nel conflitto, e in seguito coinvolto in guerra come volontario.
Il suo ruolo in aviazione è quello di ufficiale osservatore, ma sempre più rilevante diviene il suo contributo di ideatore e comandante di azioni aeree.
Al 1915 risalgono i voli di d’Annunzio con lanci di volantini sulle città «irredente» di Trieste (7 agosto) e Trento (20 settembre).

Gabriele d’Annunzio e Gianni Caproni (1917-1918)
Alla fine del 1916 d’Annunzio ritorna a combattere e a volare.
Nel 1917 l’esperienza di d’Annunzio in guerra si intreccia a quella dell’ingegnere Gianni Caproni, a capo di un’importante industria specializzata nella produzione di aerei per il bombardamento.
In mostra gli aerei bombardieri della serie Ca.3 saranno evocati attraverso parti originali e alcuni disegni di costruzione dagli archivi del Museo e una straordinaria tavola a colori di Luigi Bonazza.
Al 1917 risalgono azioni ispirate e condotte da d’Annunzio su apparecchi Caproni e ricordate in mostra attraverso cimeli, documenti autografi e fotografie d’epoca.
 
 
 
Il volo su Vienna (1918)
Il «Volo su Vienna» è sicuramente l’impresa aviatoria più clamorosa fra quelle ispirate e condotte da d’Annunzio durante la Grande Guerra.
L’idea di un’incursione aerea nei cieli della capitale nemica accompagna d’Annunzio sin dall’epoca del volo su Trento, nel settembre 1915, quando nasce il motto «Donec ad metam: Vienna!»
La sezione dedicata al volo su Vienna ruota attorno all’aeroplano S.V.A.5, appartenente alle collezioni del Museo Caproni, che volò su Vienna: il velivolo, conservato in stato originale, sarà collocato all’interno di un nuovo allestimento, affiancato a un frammento del rivestimento di fusoliera dello S.V.A.5 di Aldo Finzi, proveniente dalle collezioni del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, e altre testimonianze materiali di approfondimento.
Non mancheranno i celebri volantini lanciati nel cielo di Vienna e una rassegna della stampa internazionale all’indomani della fortunata impresa.
A questa sezione appartiene un’opera pittorica che la Presidenza della Repubblica, attraverso il suo Servizio Patrimonio Storico-Artistico, ha concesso in esposizione per l'evento.
Il quadro - Volo su Vienna di Alfredo Gauro Ambrosi - proviene dalle collezioni del Palazzo del Quirinale.
 
Il dopoguerra e gli anni del Vittoriale (1919-1938)
Mentre Caproni si dedica ad ambiziosi progetti di ripresa della propria attività per far fronte alla crisi postbellica, il poeta si lancia in nuove imprese.
Negli anni Venti e Trenta, invece, d’Annunzio è impegnato principalmente nella creazione del Vittoriale.
Il volo, divenuto ormai elemento caratterizzante della vita e dell’opera di d’Annunzio, mantiene un ruolo centrale anche nell’allestimento della residenza: non solo con l’aereo utilizzato dal poeta nel volo su Vienna, ma anche attraverso numerose reliquie della Grande Guerra e delle sue imprese di volo, cimeli, elementi d’arredo ed opere d’arte tesi a celebrare, sotto il profilo storico e allegorico, la conquista dell’aria da parte dall’uomo.
Alcuni preziosi elementi di arredo provenienti dal Vittoriale offriranno in mostra alcuni frammenti dello scenario della residenza gardesana.
Guida d’eccezione in quest’ultima sezione sarà Timina Guasti Caproni, protagonista nel 1928 – insieme al marito Gianni – di una visita della dimora dannunziana.
Di questo ultimo incontro fra il Vate e il «costruttore di ali italiane», Timina ha lasciato traccia in una pagina del proprio diario.
 
 
 
 Installazioni interattive; postazioni multimediali e poli-sensoriali
Come da tradizione del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, in mostra non mancheranno le postazioni di pilotaggio virtuale al computer, con le quali simulare un volo su Vienna ai comandi virtuali dell’aereo Ansaldo S.V.A.5 con il quale, nel 1918, fu compiuta la famosa impresa.
Ma gli appassionati di volo simulato troveranno di che soddisfare la loro passione nel simulatore di volo ambientato nella replica in dimensioni reali del velivolo Ansaldo S.V.A.5, dotato di sistema di veri comandi di pilotaggio e di sistema di visualizzazione dello scenario di volo affidato a tre grandi schermi.
Il tutto corredato di un punto-video informativo con montaggio di immagini e filmati storici relativi alla famosa impresa compiuta dalla Squadriglia «La Serenissima».
L’altro aeroplano simbolo delle operazioni aeree della Prima guerra mondiale, il bombardiere strategico Caproni della serie Ca.3, sarà riprodotto tridimensionalmente e con effetti fotorealistici all’interno di un piccolo teatro a proiezione olografica.
Un’esperienza poli-sensoriale che coinvolgerà tutti i sensi permetterà inoltre di respirare l’atmosfera di un’officina per la costruzione delle eliche del periodo pionieristico dell’industria aeronautica.
E ancora: una parete «magica» permetterà ai più piccoli di disegnare e colorare i loro aerei e tradurre così in immagini e colori le emozioni della visita al Museo Caproni.
Il tutto grazie ad un’applicazione virtuale multitouch ad infrarossi che permette ai più piccoli di utilizzare tavolozza e pennelli direttamente sul muro.
 
Tutto questo in un Museo Caproni che si è «rifatto il look» e ha riorganizzato i propri aeroplani disponendoli seguendo un ordine cronologico che favorisce notevolmente la fruibilità della visita.
Insieme alla nuova disposizione di buona parte della propria collezione aeronautica, il Museo propone anche per due degli aeroplani Caproni esposti una nuova ambientazione «da vivere»: il famoso idrovolante «Caproncino» Ca.100 e il biplano Ca.163, entrambi originali risalenti agli anni Trenta del Novecento, diventano così icone di questo «nuovo» Museo Caproni.
 
Ultimo non meno importante: riapre l’hangar a nord della sala espositiva principale, che attualmente ospita ulteriori 8 velivoli appartenenti alle collezioni del Museo e databili dagli anni Venti agli anni Cinquanta del Novecento.
Il nuovo spazio sarà visitabile ogni giorno in orario di apertura del Museo, a partire dal 16 novembre, accompagnati dal personale preposto del Museo.
 
 
 
 Dal 16 novembre il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni «cambia look»  e amplia la sua superficie espositiva: gli aeroplani della sala principale sono ora riorganizzati secondo un ordine cronologico e visionabili da nuovi punti di vista.
 
La parte centrale della sala è dedicata agli aeroplani, tutti pezzi originali, del periodo pionieristico.
Il visitatore entrando in Museo è accolto dalla macchina volante ad ala battente fatta realizzare alla fine degli anni ’20 sulla base dei disegni di Leonardo Da Vinci da Timina Guasti, moglie di Gianni Caproni.
 
Ora il velivolo dialoga visivamente col Caproni Ca.6, il più antico velivolo esposto, realizzato nel 1911, ai tempi del coraggio e dell’ingegno dei primi sperimentatori del volo a motore.
L’esposizione prosegue con aeroplani quali il Caproni Ca.9, che conquistò il primato mondiale di velocità per aeroplani dotati di un motore con meno di 40 CV di potenza, il Caproni Bristol, presentato al concorso del 1913 per motori e velivoli indetto dal Ministero della Guerra ed il Fokker D.VIII, appartenente all’ultima generazione dei caccia tedeschi della Prima Guerra Mondiale e la cui fusoliera derivava direttamente da quella impiegata sul più celebre triplano DR.l impiegato tra l'altro dall'asso Manfred von Richtofen, il celebre «Barone Rosso».
 
Al periodo della Grande Guerra appartiene anche lo S.V.A.5, che volò su Vienna nel 1918 ai comandi di Gino Allegri.
Per la mostra «Gabriele d’Annunzio Aviatore» è in Museo un simulatore di volo ambientato nella replica in dimensioni reali di questo velivolo, dotato di sistema di comandi di pilotaggio corrispondenti al vero e di visualizzazione dello scenario di volo affidato a tre grandi schermi.
 
Il tutto corredato da un punto-video informativo con montaggio di immagini e filmati storici relativi alla famosa impresa compiuta dalla Squadriglia «La Serenissima».
Nuove ambientazioni arricchiscono l’esposizione: il velivolo Caproni Ca.100 idrovolante è oggi in una scenografia che riproduce uno specchio d’acqua da cui poter «decollare» e sul quale si affaccia un molo ligneo, accessibile ai visitatori, che permette finalmente di osservare l’aeroplano da una nuova prospettiva; il Caproni Ca.163 è su un prato verde ed affiancato da «un pilota» vestito con abiti originali degli anni Trenta del Novecento.
 
Riapre inoltre l’hangar nord, che espone velivoli quali Il Buecker Bu.131 biplano monomotore biposto da addestramento tedesco della fine degli anni Trenta; il Saiman 202 M, monomotore da turismo sviluppato nei tardi anni Trenta; il North American T-6 Texan, monomotore statunitense prodotto dagli anni Trenta; il Macchi MB.308, primo velivolo prodotto dall’azienda di Varese dopo la Seconda guerra mondiale; il Caproni Ca.193, monoplano quadriposto bimotore di costruzione interamente metallica costruito nel secondo dopoguerra.
L’esposizione in hangar è oggi inoltre arricchita da nuovi velivoli quali il Macchi M.20, il più antico aeroplano di progetto originale Macchi esistente in Italia; il Macchi MC.200, vincitore del concorso per Caccia del 1939; il Reggiane RE.2005 caccia del 1942 appartenente alla cosiddetta «Serie 5» realizzata attorno ad un motore tedesco.
 
Dal 14 dicembre 2013, poi, il Museo ospiterà  finalmente presso l’hangar nord l’esemplare originale preserie del Caproni Vizzola C22J marche I-GIAC, concesso in prestito da Aeronautica Militare in sostituzione del simulacro dello stesso velivolo precedentemente esposto.