Cartoline dal Marocco / 3 – Di Bruno Lucchi
Terza puntata: le vestigia di Volubilis e... la neve sulle montagne dell'alto Atlante
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Prosegue il tour fotografico del nostro artista prediletto, Bruno Lucchi, che sta cogliendo le immagini più belle del Marocco.
Questa volta è giunto al sito romano di Volubilis dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
Volubilis è un sito archeologico romano, situato ai piedi del monte Zerhoun, a 27 km a nord di Meknes, e a 80 km a nord-est dell'Atlante.
È il sito archeologico più noto del Marocco ed è inserito nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Questa località, già abitata nel neolitico, subì l'influenza cartaginese, fu poi un regno berbero indipendente e venne infine romanizzata.
Augusto vi stabilì un regno «cliente», ponendo sul trono Giuba II - figlio di Giuba I e nipote di Massinissa sovrani di Numidia - e la moglie di costui, Cleopatra Selenius.
La giovanissima regina - figlia di Cleopatra VII la Grande e di Antonio - era stata, come il marito, educata a Roma nella cultura latina e greca.
I due regnarono congiuntamente ed ebbero un figlio, Tolomeo, che regnò dopo di loro fino al 42 d.C., quando fu ucciso per ordine di Caligola.
Il regno di Mauretania, che comprendeva tutto il nord dell'attuale Marocco e gran parte dell'Algeria costiera, venne soppresso e annesso all'Impero Romano, diviso in due province: Mauretania Tingitana (la parte corrispondente all'attuale nord Marocco, da Tingis oggi Tangeri) e la Mauretania Cesariensis.
La Mauretania era collegata alle strade imperiali che attraverso la Spagna arrivavano alle Colonne d'Ercole.
Una volta divenuta residenza del procuratore, Volubilis ebbe il comando del limes della Mauritania Tingitana ma nel 117 subì attacchi da parte dei Mauri, capeggiati da Luzio Quieto.
Infine, nel 168, per difendersi dagli attacchi delle tribù berbere venne eretto un muro di cinta attorno alla città.
Fu abbandonata dalle autorità romane verso il 284-285 e rimase fuori dai nuovi confini della provincia fissati da Diocleziano.
Anche se ad un certo punto l'acquedotto che alimentava la città cessò di funzionare, le iscrizioni superstiti attestano che verso la metà del VII secolo vi fu ancora una civiltà latina e cristiana che proseguì sino (così sembra) all'arrivo degli arabi. Il sultano Idris I, nel 789, vi stabilì la sua capitale.
Il declino di Volubilis iniziò con il regno di Mulay Isma'il, il quale utilizzò i marmi della città per abbellire i palazzi di Meknes.
Nel 1755 fu la volta di un funesto terremoto, che la rase al suolo.
Solo nel XIX secolo furono avviati gli scavi per recuperare quanto oggi si può ammirare, così come il nostro Bruno Lucchi ha pensato di proporre ai nostri lettori.
Nell’attraversata dell’Atlante abbiamo trovato la neve e… un traffico paragonabile a quello di Madonna di Campiglio a Natale, anche se le attrezzature sportive erano… diverse.