Adunata degli Alpini 2018, debutto ufficiale al Comune di Trento
Il sindaco: «Tutta la città coinvolta» – Il presidente ANA Favero: «Che sia l'adunata della conciliazione» – Pinamonti: «Ricordiamo tutti i caduti, con qualsiasi divisa»

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Varo in grande stile stamattina, nel salone di rappresentanza di Palazzo Geremia, per il Coa, il comitato organizzativo che avrà il compito di preparare e gestire la novantunesima adunata degli alpini.
Per la quinta volta a Trento, l'adunata promette di portare in città, dall'11 al 13 maggio 2018, centinaia di migliaia di persone oltre a un fitto programma di eventi.
Ecco dunque la necessità di un comitato organizzatore, che unisca la conoscenza del territorio trentino con l'esperienza derivante dalla gestione delle adunate che, negli anni scorsi, sono state ospitate in varie città italiane, da Cuneo a L'Aquila, da Pordenone a Catania.
Presieduto da Renato Genovese (consigliere nazionale dell'Ana), il comitato avrà dunque anche dei componenti locali: si tratta di Maurizio Pinamonti, capo della sezione Ana di Trento, che ha le funzioni di vicepresidente, Mauro Bondi, Paolo Frizzi (consulente legale), Giorgio Debiasi, Luciano Rinaldi (segretario), dell'assessore provinciale al turismo Tiziano Mellarini, delegato dal presidente della Provincia Ugo Rossi, e del consigliere comunale Massimo Ducati, delegato dal sindaco Alessandro Andreatta.
Tra i componenti del Coa, anche Adriano Crugnola (direttore generale dell'Ana), Michele Dal Paos e Massimo Curasì.
Dopo la firma davanti al notaio, è toccato al sindaco Andreatta aprire la presentazione del Coa, avvenuta in un sala affollata di penne nere e autorità: “Quella del 2018 non è solo l'adunata degli alpini: questa è l'adunata degli alpini e di tutta la città, – ha dichiarato il sindaco. – Del resto questa è una grande occasione per Trento e non solo per le ricadute sul piano della visibilità ma anche dal punto di vista ideale: il 2018 per noi non è un anno qualsiasi.
«Cent'anni fa è finita la Prima guerra mondiale, cent'anni fa Trento è diventata città italiana, cent'anni fa ha fatto ritorno a casa quel popolo disperso, quella marea di profughi e sfollati che dovette abbandonare un Trentino trasformato dal conflitto in un'enorme trincea.»
L'assessore Mellarini, che ha riassunto il significato dell'adunata con le parole «pace, fratellanza e amicizia», ha assicurato per l'evento «l'impegno di tutta la provincia e del volontariato», impegno doveroso nei confronti di un sodalizio come quello degli alpini, «sempre pronto a spendersi per gli altri».
Maurizio Pinamonti, responsabile delle 24 mila penne nere e dei 266 gruppi trentini, si è soffermato sul significato ideale dell'adunata.
«Con questo evento ricordiamo tutti i giovani che hanno sacrificato la propria vita cent'anni fa, con qualsiasi divisa abbiano combattuto», mentre il presidente del Coa Genovese ha messo in luce il fatto che le adunate degli alpini, «pur nelle diversità determinate dalla geografia, hanno una continuità e unitarietà dal punta di vista dell'organizzazione», in modo da far tesoro delle esperienze precedenti.
In chiusura il commento del presidente nazionale degli Alpini Sebastiano Favero che, dopo aver sottolineato l'assoluta condivisione sull'assegnazione dell'adunata 2018 a Trento, ha messo in luce i valori che ispirano l'evento.
«Noi alpini non siamo guerrafondai. Noi alpini vogliamo la pace. Però sappiamo che la pace bisogna avere anche la forza di difenderla.
«Per questo occorre far capire ai nostri ragazzi l'importanza del valore dell'appartenenza e del senso dello Stato.»
Poi Favero ha concluso con un auspicio che tutti noi – soprattutto in Trentino – volevamo sentirci dire: «Che sia veramente l'adunata della conciliazione».
Cento anni dopo, si potrebbe proprio scrivere la parola Pace e vedere gli Schützen sfilare a fianco degli Alpini.