I pericoli della Rete: è emergenza reale, prima che morale e culturale

In una conferenza stampa tenuta dalla Polizia postale di Trento l’allarme per i drammi che si stanno consumando nel sonnacchioso Trentino

In due settimane, ben 10 ragazzi appena adolescenti si sono rivolti alla Polizia Postale di Trento per denunciare situazioni di emergenza morale e criminale.
Lo hanno comunicato ai giornalisti il sovrintendente Mauro Berti (che abbiamo conosciuto per il suo volume Vedi servizio) e la dirigente della Polizia postale di Trento, Vice Questore Tiziana Pagnozzi.
E i giornalisti sono rimasti allibiti a sentire che cosa sta succedendo ai nostri ragazzi.
Ecco i fatti.
 
Navigando in rete (e in particolare nel social network XXX), i giovani si trovano a scambiare opinioni, foto, a suggerire amicizie e… a fare sesso virtuale.
Il che consiste il più delle volte a mostrarsi nudi e poi, su insistenza del partner che sta dall’altra parte del filo, a farsi riprendere dalla webcam mentre si masturbano.
Non ce lo stiamo inventando noi, è proprio così.
Ma il peggio è ancora da venire.
 
Sì, perché ormai troppo spesso il «partner» che ha registrato la masturbazione poi passa al ricatto vero e proprio.
«Se non mi fai avere 100 euro, pubblico il tuo filmato su Facebook, proponendolo a tutti i tuoi amici.»
Ovviamente sia l’IP che il metodo di pagamento risalgono a posizioni di impossibile tracciabilità.
Insomma, piccoli ricatti che possono avvenire sia dal vicino di casa che da un’organizzazione criminale specializzata in questo genere di cose indegne.
 
Insomma, Non è una cosa da niente, dato che un ragazzino si è rivolto alla Polizia Postale per chiedere aiuto.
«Se dovessero venire pubblicate le mie immagini – ha detto una vittima, – mi ucciderò.»
E se si sono rivolti in dieci alla Polizia in due settimane (quasi uno al giorno), significa che l’emergenza è gigantesca. Basti pensare che si parla del solo Trentino.
Non solo. Anzitutto ci domandiamo che percentuale rappresentino i ragazzi che hanno chiesto aiuto alle forze dell’ordine. Cioè quanti non hanno avuto il coraggio di fare la denuncia? 
Quindi pensiamo alle ragazzine. Non è che abbiano subito un altro tipo di ricatto, di cui non hanno coraggio di parlarne con nessuno?
Non dimentichiamo che l’idea di chiedere aiuto ai genitori (con i quali si hanno raramente dialoghi sull’intimità sessuale) è praticamente vicina allo zero.
Infine, alla Polizia si sono rivolti solo i maschietti. Ma quante saranno le ragazze che non se la sentono di parlarne con nessuno?
 
Insomma, la questione è grave, gravissima.
Magari i figli di questa generazione per la prima volta affacciata a Internet avranno dei genitori all’altezza, ma per il momento il fenomeno sfugge al controllo dei genitori.
Ci vuole coraggio e affrontare l’argomento in tutta la sua gravità.
Giovani, se avete paura di parlarne con qualcuno, scrivetelo a noi. Troveremo il modo più riservato per mettervi a contatto con le persone della Polizia Postale che sanno aiutarvi davvero: sono psicologicamente preparati, moralmente dotati e tecnicamente attrezzati.
 
Ad ogni modo, il telefono della polizia postale di Trento è lo 0461 232462. Chiedere del sovrintendente Mauro Berti (specializzato nella lotta contro la pedofilia) o del capo della polizia postale di Trento, vice questore Tiziana Pagnozzi (foto in basso).
 
Guido de Mozzi
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