«Chi è sulla sessantina lo legga»
Però merita che lo leggano anche quelli che sono sulla trentina…
Se sei sulla 60ina, sicuramente
non piangerai a leggere questo promemoria perché, grazie a Dio, è
acqua
passata.
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Noi non abbiamo fatto la Guerra, ma i genitori ci hanno fatto una
testa così per ricordarcela e inculcare il timor di dio.
Noi però abbiamo fatto il dopoguerra, con il pollo solo la
domenica, dopo il risotto rosso. Noi, che non ricordiamo che cosa
mangiavamo gli altri giorni della settimana…
A noi regalavano sempre e solo libri come I Ragazzi della Via
Pal o Piccole donne, Taras Bulba o Sandokan.
Il giovedì ci portavano al cinema Dolomiti a vedere i film di
indiani, dove i nostri per fortuna vincevano sempre.
Al cineforum ci portavano a vedere la Corazzata Poteonkin,
la Rivolta dei Boiardi e Alexander Nevskij, come
se Eisenstein fosse stato migliore dei registi italiani. I quali
facevano film ancora più tristi, come Ladri di biciclette,
Roma città aperta, la Ciociara, e ciononostante
vincevano gli Oscar…
Noi, che invece anni dopo ci siamo assurdamente commossi con
Love Story.
Noi, che per fortuna oltre a James Joice e
Samuel Beckett leggevamo anche Tex Willer.
Quando è arrivata la TV, la domenica mattina ci portavano al bar a
vedere la diretta (allora comunque non esisteva la differita) della
messa in Vaticano, dopo aver assistito a quella vera.
Con la TV, il pomeriggio del giovedì, invece che al Dolomiti, ci
portavano al bar a guardare Rintintin (dove i nostri per
fortuna vincevano sempre) o Lassie (che per fortuna
tornava sempre a casa) o Tarzan (con Cita che
vive tuttora).
La sera di quello stesso giovedì, purtroppo, ci portavano al bar a
vedere anche Lascia o raddoppia, dove facevano domande cui
non sapeva rispondere nessuno e che era inutile sapervi
rispondere.
In quei tempi non esisteva Babbo Natale, ma Gesù
Bambino. E guai a dire che non esisteva… Anche noi ci
sentivamo dire che abbiamo avuto tutto, mentre quelli che sarebbero
venuti dopo di noi sì che avrebbero avuto tutto, e nessuno glielo
dirà.
Noi facevamo la comunione tutte le domeniche, il cui pomeriggio
andavamo a funzione e poi all'oratorio.
Noi, che la domenica non riuscivamo mai a giocare al calcio nel
campo di quartiere perché c'era sempre una partita del Santa
Maria…
Noi, che a maggio e a settembre andavamo al vespro per poter
chiacchierare con le ragazze.
Noi, che i preti ci facevano paura più dei professori.
Noi, la cui memoria storica comincia con l'assassinio di Kennedy,
la morte di Papa Giovanni, la fine di Krushev, l'atomica a
Bikini.
Noi, che per vedere una donna svestita dovevamo aspettare i 18
anni, almeno finché non è arrivato il Postalmarket...
Noi, che d'un tratto abbiamo detto basta! e abbiamo fatto
il 68. Tutti siamo scesi in strada, non solo le sinistre, tutta la
nostra generazione. E abbiamo rotto col passato.
(I ragazzi di oggi non sanno di essere così liberi perché noi
allora ci siamo fatti un culo così.)
Noi, che alla fine del '68 ci siamo fatti gli auguri per un '69
migliore...
Noi, che poi ci siamo fatti anche l'89, facendo crollare il muro di
Berlino senza scendere in strada, ma dall'interno del Palazzo.
Noi, che abbiamo voluto l'Europa a tutti i costi, ma che non siamo
ancora riusciti ad averla.
Noi, che abbiamo visto lo sbarco sulla Luna dalla caserma dove
stavamo facendo il servizio militare.
Noi, che siamo stati gli ultimi a fare la naia come Full Metal
Jacket (e i giovani non ci credono).
Noi, che siamo stati gli ultimi a fare gli esami di ammissione per
le scuole medie.
Noi, che siamo stati gli ultimi a studiare il latino alle medie
Noi, che siamo stati gli ultimi ad andare a ottobre e ad essere
bocciati a ottobre.
Noi, che abbiamo perso quasi tutti un anno scolastico.
Noi, che siamo stati gli ultimi a dare 17 esami alla maturità.
Noi, che siamo stati gli ultimi a non poter accedere a tutte le
facoltà universitarie perché non avevamo fatto il liceo.
Noi, che siamo stati gli ultimi a dover cambiare città per
frequentare l'università.
Noi, che siamo stati gli ultimi a ricevere offerte di lavoro solo
perché alla maturità eravamo stati promossi a giugno.
Noi, che ricevevamo 90.000 lire al mese da impiegati. Noi, che i
genitori volevano che non facessimo gli imprenditori (altro che
incentivi per fare imprenditori...).
Noi, che se avessimo potuto andare in America avremmo dovuto farlo
per nave perché l'aereo costava un milione.
Noi, che facevamo il bagno nell'Adige perché la piscina scoperta
(ai Tre Portoni) era piena di cloro.
Noi, che siamo stati i primi a subire la ritenuta d'acconto.
Noi, i primi a conoscere i fasti del boom e la povertà del
crack.
Noi, che andavano al lago di Levico e al lago di Garda in
bicicletta.
Noi, che abbiamo cominciato a usare la vecchia vespa o la
lambretta del cugino o dello zio, cercando le 100 lire
necessarie per la benzina per andare e tornare a Caldonazzo.
Noi, che abbiamo imparato a guidare in 500, senza per questo
sognare di avere un giorno anche la macchina.
Noi, che siamo stati gli ultimi a prendere la patente senza una
scuola guida.
Quando il cambio non era sincronizzato, il serbatoio sempre in
riserva e non si andava mai in vacanza.
Quando posteggiavamo davanti al Teatro Sociale per andarvi al
cinema. E quando gli autobus arrivavano solo da alcune parti della
città. Quando l'abarth ci faceva guadagnare 5 km/h. Quando
i ricchi si schieravamo tra l'Alfa GT e la Fulvia
coupé.
Quando Zambana non era ancora Vecchia, quando la
Mochena era scorrevole, l'Autostrada c'era solo in val
Padana.
Noi, che abbiamo fatto le domeniche senza automobili per via
dell'austerity (e senza autobus…).
Noi, che andavamo in vacanza in campeggio caricando
all'inverosimile il portapacchi perché dovevamo portarci tutto da
casa.
Noi, che andavamo a ballare a casa di amici portando bevande e
dischi. Noi, che nelle festicciole ballavamo scalzi per non
rovinare i pavimenti. Noi, che ballavamo lenti
sbregamudande. Noi che ce l'avevamo sempre duro solo
perché non ce la davano mai…
Noi, che pensavamo che il «lato B» fosse l'altra facciata del 45
giri.
Noi, che pensavamo che le intercettazioni fossero quelle dei
professori che ti beccavano quando mandavi un bigliettino alla
compagna di classe.
Noi, che indossavamo davvero i pantaloni a zampa
d'elefante, che i genitori non ci lasciavano indossare i blue
jeans, che a scuola dovevamo andare in giacca e cravatta.
Noi, che abbiamo visto le nostre ragazze passare dal reggicalze ai
collant.
Noi, che fumavamo alfa, nazionali semplici,
sport, esportazione con filtro. Noi che
desideravamo la Coca Cola e che i genitori non ci
comperavano mai perché faceva male…
Noi, che nonostante i genitori e la Rai abbiamo vissuto il successo
dei Beatles e che ci siamo fatti crescere i capelli
mandando in bestia i genitori che volevano il taglio militare.
Noi, che ci sposavamo per andar via di casa, verso la libertà…
Noi, che abbiamo abbassato la testa a 20 anni per lavorare, per
alzarla solo a 50…
Noi, che abbiamo scoperto le stragi naziste degli ebrei. Che
abbiamo vissuto la Guerra dei sei giorni. Che abbiamo capito la
Guerra del Vietnam solo quando abbiamo scoperto che cos'era la
diossina, dopo l'esplosione di Seveso...
Noi, che abbiamo visto costruire il palazzo della Regione
Trentino Alto Adige per scoprire che Bolzano odiava Trento, al
punto di arrivare agli attentati dinamitardi.
Noi, che ci siamo fatti l'alluvione del 66 andando ad aiutare gli
alluvionati in Valsugana, perché altrimenti nessuno li avrebbe
aiutati.
Noi, che siamo cresciuti, passo a passo, insieme con l'Autonomia
provinciale, sapendo di essere poveri e senza pensare che
l'Autonomia ci avrebbe arricchito.
Noi, che abbiamo cominciato a fare i giornalisti quando ancora si
usava il piombo, quando si sapeva che il flano non era il
disturbo del proto. Noi del «non dire a mia madre che
lavoro in pubblicità, poverina, crede che suono il pianoforte in un
bordello...».
Noi, che non siamo
entrati in un giornale o alla Rai perché non eravamo iscritti a un
partito.
Noi, che scrivevamo «ecco una notizia che non avremmo mai
voluto dare…». Noi che pensavamo che Bruno Vespa sarebbe
scomparso nel giro di qualche anno.
Noi, che credevamo che La Democrazia Cristiana non sarebbe finita
mai.
Noi, che abbiamo visto cadere la Democrazia Cristiana e il Partito
Comunista.
Noi, che abbiamo fatto dimettere (a torto) il presidente Leone e (a
ragione) il presidente Nixon, mentre non riusciamo smantellare le
lobby delle speculazioni.
Noi, che abbiamo scoperto i computer dopo aver studiato
calligrafia.
Noi, che non potevamo cantare l'Inno di Mameli senza passare da
fascisti. Che dovevamo fare lo sciopero nazionale anche se eravamo
datori di lavoro. Che non eravamo considerati lavoratori solo
perché non eravamo dipendenti.
Noi, che quando abbiamo vinto il campionato del Mondo di calcio nel
1982 correvamo come pazzi urlando «devo fare un gol, devo fare
un gol».
Noi, che non siamo riusciti a impedire che gli Italiani si
dimenticassero di Bearzot…
Noi, che non riusciamo impedire alle persone di fare i forti con i
deboli e i deboli con i forti.
Noi, che non crediamo più che le sinistre siano depositarie della
Verità.
Noi, che per una vita abbiamo giurato di non innamorarci più, ma
che abbiamo continuato a farlo.