A Trento generazioni a confronto per un futuro sostenibile
Movimento dei Focolari in collaborazione con il Centro Culturale TrentUno Onlus e l’Associazione Scout Musulmani Italiana: «Nessuno scarto, nessuno scartato»
65 kg di rifiuti di plastica, 15 kg rifiuti elettrici, 6 kg a testa di vestiti scartati, 360.000mila kg di vestiti usati smaltiti in Italia.
Ci vorrebbe un cambiamento radicale: abbiamo tutti un ruolo da svolgere. «Be a zero hunger hero».
Diventa un eroe del progetto Fame Zero per conquistare il secondo obiettivo dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
È stato questo l’incipit del pomeriggio di approfondimento svoltosi domenica a Trento, all’auditorium del Collegio Arcivescovile, evento promosso dal Movimento dei Focolari in collaborazione con il Centro Culturale TrentUno Onlus e l’Associazione Scout Musulmani Italiana.
Sono stati i giovani ad aprire i lavori poco dopo le 15:00 con una breve rappresentazione teatrale determinata ad accendere i riflettori su un auditorium trasformato in vero e proprio spaccato del mondo moderno: agli angoli comuni rifiuti di plastica, fogli di giornale, bombolette spray, imballi non ancora 100% riciclabili.
A seguire è stato l’avvocato Francesca Lunardi ad aprire il pomeriggio di riflessione intitolato «Nessuno scarto, nessuno scartato», secondo appuntamento della rassegna Il Mondo che Vorrei che fa da seguito all’evento dedicato alle medesime tematiche andato in scena al MUSE lo scorso 13 gennaio.
Sul palco sono saliti la giornalista del mensile Città Nuova, Sara Fornaro e Giuseppe Milan, professore ordinario di Pedagogia interculturale e sociale all’Università di Padova e neo - presidente della Scuola di Preparazione Sociale di Trento.
«Essere giornalisti – ha ribadito la Fornaro - significa approfondire i fatti e le cause che provocano scompensi nella nostra società».
Una relazione partita dal significato etimologico del termine «scarto» fino a citare gli effetti negativi che nascono dalla sua gestione.
«La Cina importava fino a pochi mesi fa più del 70% dei rifiuti plastici prodotti a livello mondiale – ha sottolineato la giornalista. L’affare determinava un doppio guadagno: monetario, prima di tutto e la possibilità di riutilizzare le materie prime per produrre altri beni. Operazioni che però provocavano costi sociali ingenti, lavoratori sottopagati ed un aumento delle discariche. La Cina ha così dovuto imporre restrizioni alla quantità di scarti da importare: decisione che ha avuto effetti pesanti soprattutto per l’Europa, il maggior esportatore di plastica a livello mondiale. Alla luce di questi cambiamenti sulla scena mondiale consumare in maniera più consapevole è una questione ancora di più legata al contesto quotidiano».
Il microfono è poi andato al professor Milan: «Ho giocato a calcio per diversi anni e prima dell’influenza della lingua inglese il termine “dribbling” era tradotto con “scartare l’avversario”, andare oltre, eliminare. Quale può essere il goal di ognuno di noi contro lo scarto? L’UNESCO afferma il diritto al successo per ogni persona umana. Nessuno deve essere nascosto, trattato da estraneo, tenuto nell’ombra. E’ doverosa quindi un’ecologia integrale che non coinvolge solo gli oggetti, ma anche le relazioni tra persone ed il mondo. Ridotto ai minimi termini è necessaria una educazione alla cittadinanza globale. Passaggi che non sono immediati: occorre essere laboratorio di pensiero, azione, formazione perché oggi l’essere umano è chiamato a scegliere tra scarto-esclusione ed inclusione.»
Un invito che è subito diventato pratica grazie a lavori di gruppo, coordinati da esperti, con l’obiettivo di indagare quattro dimensioni che generano ed allo stesso tempo possono contribuire alla riduzione dello scarto: economia, ecologia, pace e disarmo, migrazioni.
Dare una nuova chance all'economia moderna: questo l’intento del primo laboratorio coordinato da Gloria Comper, Francesco Crepaz e Luca Guandalini.
Un terzetto di giovani under 35, laureati in economia già impegnati nella diffusione di questa nuova prospettiva culturale attraverso attività di formazione in alcune scuole della provincia di Trento promosse da Economia di Comunione.
Nicola Dalla Torre, geologo, con Mario Amianti e Blal Adem Esmail, ingegnere ambientale e ricercatore in Ecosistemi Complessi all’Università di Trento hanno tenuto, invece, le redini del laboratorio dedicato all’ecologia.
Il dottor Mirco Elena, fisico e membro dell’Unione Scienziati Disarmo ha condotto il gruppo dedicato alla pace mentre Mario Raffaelli, presidente AMREF Italia ed Elisabetta Bozzarelli, direttrice dell’ONG trentina ACAV hanno coordinato il laboratorio dedicato alle migrazioni. A completare il quadro formativo attività dedicate a bambini e ragazze.
Il pomeriggio si è concluso con l’esperienza dell’albergatore arcense Luigi Nodari, attivo in Myanmar con alcuni progetti sociali di sviluppo imprenditoriale e la condivisione di nuovi appuntamenti.
«Puli-amo» è il nome dell’iniziativa lanciata da alcuni volontari che a partire da sabato 23 marzo, grazie a quattro appuntamenti sul campo, mira a rendere più bello e vivibile il quartiere di Gardolo.