Proclamati i vincitori del 18° Religion Today Film Festival
Trionfa «Siddharth» cui è stato assegnato il gran premio «Nello spirito della Fede» – Il miglior documentario è Sacred Sperm

Le giurie speciali e la giuria internazionale hanno assegnato i premi ai film vincitori del 18° Religion Today Filmfestival. Stasera la serata di premiazione alle ore 21.00 presso il Teatro San Marco di Trento, al termine della quale verrà proiettato il film vincitore del Gran Premio «Nello Spirito della Fede», assegnato a «Siddharth», l’applaudito lungometraggio a soggetto del regista indo-canadese Richie Metha. |
Dopo giorni di intenso lavoro le giurie speciali e la giuria internazionale si sono espresse e hanno scelto le pellicole vincitrici del 18° Religion Today Filmfestival, quest'anno dedicato al tema «Questioning God. Il dubbio e la fede».
Stasera alle ore 21.00 presso il Teatro San Marco sono stati consegnati i premi ai vincitori.
La serata è stata scandita dalla musica dal vivo di Massimo Lazzeri e Nicolò Zanella, che hanno ripreso i temi del festival in un inedito percorso nel solco della canzone d’autore italiana.
Grande apprezzamento da parte delle giurie è stato espresso per la varietà di interpretazioni, per la qualità dei prodotti cinematografici e per la sensibilità spesso molto spiccata nell'affrontare questioni delicate spesso al centro di percorsi tematici diversi tra loro.
La giuria internazionale era composta da Reza Bahrami, regista, produttore e critico cinematografico iraniano, Serge Goriely, cineasta, drammaturgo e docente presso l'Università Cattolica di Louvain; Abdul-Rehman Malik, giornalista, educatore e direttore dell'Insight Film Festival di Manchester, Natalia Morales Herrera, attrice e regista colombiana direttrice del Fusagasugá International Film Festival, Ariela Piattelli, direttrice artistica del Pitigliani Kolno'a festival di Roma.
Assegnato il premio per miglior film a «Timbuktu» di Abderrahmane Sissako.
Il premio per il miglior documentario è andato a «Sacred Sperm» (foto di copertina) del regista ebreo ultra-ortodosso Ori Gruder.
Come miglior cortometraggio la giuria ha invece scelto «Namo», diretto dal regista iraniano Salah Salehi.
Due le menzioni speciali: nella categoria cortometraggi un riconoscimento va a «Nell'ora che non immaginate» di David Gallarello, mentre nella sezione documentari la giuria ha voluto menzionare «East Jerusalem / West Jerusalem».
Infine il Gran Premio «Nello spirito della Fede» è stato assegnato al film Siddharth, il lungometraggio del regista indo-canadese Richie Metha, che sarà proiettato stasera al termine della cerimonia di premiazione.
Alla serata parteciperà anche una delegazione della comunità di Lisignago, che quest’anno per la prima volta ha sostenuto il festival “adottando” un ospite internazionale.
Religion Today Filmfestival continua a Trento e fuori provincia.
Per domenica è infatti prevista la proiezione di una selezione dei film premiati presso il Centro Bernardo Clesio di via Barbacovi.
Il festival manterrà anche la sua dimensione regionale, con gli eventi a Merano nella giornata di lunedì 19 ottobre.
Dopo un convegno a Roma presso l’Università Pontificia Salesiana (9 novembre) e la tappa tradizionale presso la comunità di Nomadelfia, con tre giorni di proiezioni ed eventi aperti anche alle scuole grossetane (19-21 novembre), riprenderanno infine gli scambi con i partner internazionali, da Gerusalemme al Bangladesh.
Namo.
IL BILANCIO
Si conclude un’edizione di successo per il Religion Today Filmfestival. A dirlo, insieme ai commenti positivi raccolti dalla platea, anche i numeri:
- 55 film in concorso provenienti da 27 paesi di 5 continenti
- 40 ospiti dall'Italia e dal mondo
- 1 convegno internazionale dal titolo Cinema e diversità
- 1 spettacolo teatrale
- 2 presentazioni di libri
- 4 eventi speciali
- 7 matinée per le scuole a Trento, Rovereto, Borgo Valsugana, Arco per un totale di oltre 1500 studenti di ogni ordine e grado
- oltre 2000 presenze nella sola città di Trento con il coinvolgimento di vecchi e nuovi cittadini e di un gruppo di richiedenti asilo raggiunti grazie alla nuova sezione migranti.
Risultati che è stato possibile raggiungere soltanto grazie ad una rete sempre più ampia di collaborazioni e di partner che hanno arricchito il Festival di diversi sguardi ed esperienze.
Si ringraziano in particolare la Provincia autonoma di Trento, la Regione Trentino Alto Adige/Suedtirol, il Comune di Trento, la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Mediocredito Trentino Alto Adige/Suedtirol, l’Arcidiocesi di Trento, il Comune di Arco, il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Centro informativo per l’immigrazione PAT.
Vice Versa.
I VINCITORI
I PREMI DELLA GIURIA INTERNAZIONALE
Miglior Cortometraggio
NAMO, Salah Salehi, Iran
La giuria ha deciso di assegnare il premio per il miglior Cortometraggio a NAMO (diretto da Salah Salehi).
Raccontando la storia di due tormentati poliziotti che tentano disperatamente di trovare una tomba dove seppellire il corpo di uno sconosciuto che si è suicidato, Salehi dimostra un grande senso del linguaggio cinematografico, nel solco della migliore tradizione cinematografica iraniana.
Crea così un film universale che riflette sul nostro istinto umano di onorare la morte. In modo ancora più pregnante, Namo è una allegoria su chi si muove ai confini della fede, cercando pace e consolazione contro potenti forze religiose e politiche.
Menzione speciale
NELL’ORA CHE NON IMMAGINATE, David Gallarello, Italia
La giuria ha deciso di assegnare una Menzione Speciale al cortometraggio NELL'ORA CHE NON IMMAGINATE di David Gallarello, per il suo originale adattamento della Passione di Cristo.
Attraverso uno sconcertante ma meditato utilizzo dell'immaginario religioso, il film rilegge i misteri della crocifissione e della resurrezione sullo sfondo delle strutture di potere sociali e religiose contemporanee.
Utilizzando un'estetica più comunemente associata all'arte visiva d'avanguardia, Gallarello realizza un film che cattura le ansie del nostro presente in merito al rapporto tra religione e società.
Miglior Documentario
SACRED SPERM, Ori Gruder, Israele
La giuria ha deciso di assegnare il premio per il miglior documentario a SACRED SPERM (diretto da Ori Gruder).
Sacred Sperm è un film coraggioso e provocatorio che affronta il più personale e scomodo tra gli argomenti – la moralità sessuale e “la dispersione del seme”. Con grande padronanza della tecnica documentaristica, Ori Gruder – lui stesso un ebreo ultra-ortodosso – propone un viaggio personale e allo stesso tempo di grande impatto comunicativo nell’intimità della comunità chassidica.
Ma soprattutto, con grande integrità, centra il tema del 18° Religion Today Filmfestival, Questioning God.
Menzione speciale
EAST JERUSALEM, WEST JERUSALEM, Erez Miller & Henrique Cymerman, Israele
La giuria ha deciso di assegnare una Menzione Speciale al documentario EAST JERUSALEM, WEST JERUSALEM (diretto da Erez Miller & Henrique Cymerman).
Il film segue il cantautore israeliano David Broza e il collega e filmmaker palestinese Issa Freij in un progetto che coinvolge musicisti da entrambe le comunità, come Mira Awad, toccando anche luoghi come il campo profughi di Shuafaat, per celebrare la comune umanità e promuovere la pace.
Nella migliore tradizione dei documentari musicali, East Jerusalem / West Jerusalem mostra il “fare musica” come un'attività vibrante e creativa. In uno scenario di violenza continua, è l'arte – in questo caso la musica – ad aprire un orizzonte di speranza.
Miglior Film
TIMBUKTU, Abderrahmane Sissako, Francia - Mauritania
La giuria ha deciso di assegnare il premio per il Miglior Film a TIMBUKTU (diretto da Abderrahmane Sissako). Raccontando la storia di un'antica città, all'incrocio tra estremismo religioso, violenza politica e culture tradizionali, Timbuktu esplora fratture che interessano tutto il mondo.
Si sofferma su ambiguità morali, creando personaggi complessi e intrecciando storie che ci pongono nuove domande, piuttosto che offrire risposte consolatorie.
Con una straordinaria fotografia e una colonna sonora che attinge alla ricca tradizione musicale del Mali, Sissako ha saputo connettere il ritratto di un'area geografica poco conosciuta con le inquietudini globali sulla religione e la fede.
Premio «Nello Spirito della Fede»
SIDDHARTH, Richie Metha, Canada
La giuria ha deciso di assegnare il Gran Premio Nello Spirito della Fede a SIDDHARTH (diretto da Richie Metha).
Con sensibilità e sincera adesione al tema trattato, unite ad un’eccezionale recitazione, il film porta il pubblico tra le strade brulicanti dell'India urbana contemporanea e le battaglie quotidiane per la sopravvivenza, così rispecchiando la condizione di milioni di persone in tutto il mondo.
Siddharth racconta la struggente storia di un padre alla ricerca di un figlio scomparso, mettendo a fuoco il terribile fardello del dubbio e il bisogno di risposte di chi si trova ad affrontare avversità insuperabili.
È una coinvolgente meditazione sulla fede e, in definitiva, un tributo alla vita di persone spesso dimenticate.
Arabani.
I PREMI DELLA GIURIA SIGNIS
Premio Signis
ISCELJENJE - THE HEALING di Ivan Jovic, Serbia
Per aver saputo raccontare il travaglio interiore dell'uomo di fronte alla prospettiva di un perdono profondo dove il dubbio, più che di natura teologica, si prospetta nella concretizzazione di una fede.
Utilizzando il linguaggio cinematografico in maniera semplice ed efficace, affiancando alla simbologia religiosa quella naturale, il film racconta una storia che, pur avendo il conflitto serbo-croato come cornice di riferimento, si presenta con i tratti dell'universalità.
Menzione speciale
VICE VERSA, di Amichai Greenberg, Israele
Il film si presenta ben strutturato e chiaro nella sua enunciazione e nel rapporto con lo spettatore.
I temi del travaglio interiore, dell'accompagnamento e della ricerca spirituale vengono ben raccontati nella loro espressione tra i dubbi di una fedeltà dinamica e il sincero sentimento di amore.
East Jerusalem, West Jerusalem.
I PREMI DELLE GIURIE SPECIALI
Premio Exploring the Differences
Giuria speciale FSC Università Pontificia Salesiana
MARIE HEURTIN, di Jean-Pierre Améris, Francia
Marìe Heurtin pone a confronto due vite dal tessuto radicalmente diverso che si incontrano per far uscire l’universo di Marie, prima rinchiuso nel buio della sua incomunicabilità, e per mostrare a suor Marguerite una vocazione educativa che riempirà la sua vita.
La pellicola affronta bene la sfida insita nella drammatizzazione della problematica trattata e riesce a raccontare attraverso il linguaggio delle immagini, della musica e attraverso il linguaggio gestuale la liberazione di Marie dalla sua prigione di buio relazionale, linguistico e visivo. La storia di Marie Heurtin è una storia difficile.
Da vivere. Da raccontare. Da far comprendere. La differenza dovuta al disagio fisico diventa la via che apre al mistero della vita, all'esistenza di qualcos'altro che possa darne il senso.
Menzione speciale
ARABANI, di Adi Adwan, Israele
Una storia di e sui confini, in cui l'esclusione sociale parte da presupposti religiosi chiusi e intrappolati nelle norme. Il divario culturale all’interno del mondo semitico tra arabi e ebrei è rappresentato pienamente nella figura dei giovani. La vendetta sociale e la sua genesi sono presentate in maniera straordinaria.
Temi così forti come la trasgressione dei modelli familiari, la chiusura di usi e abitudini di una piccola comunità danno fondamento a una storia dentro la storia principale.
La conquista del proprio io e la giustizia che vince la paura sono le chiavi che permettono allo spettatore di immedesimarsi in Yosef.
Premio In Short
Giuria CinemAMoRe – coordinamento filmfestival trentini
MI VANIDAD, di Francisco Bautista Reyes, Messico
Per la brillante ironia, che in Mi Vanidad veicola un messaggio profondamente spirituale di giustizia e riscatto sociale, accompagnato da una splendida fotografia, scenografia ed apprezzabili effetti visivi; un vero concentrato di spirito latinoamericano.
Premio Religion and Society
Giuria speciale in memoria di Massimo Prevedello
TRE VOLTE GERUSALEMME, di Simone Aleandri
da un’idea di Franco Scaglia, Wlodek Goldkorn e Gabriele Tecchiato, Italia
Per la novità e la bruciante attualità di una concezione che arricchisce la televisione italiana e consegna al grande pubblico uno sguardo autenticamente plurale sulla realtà inesauribile di Gerusalemme, eternamente sospesa tra cielo e terra, alternando e incrociando i punti di vista e le voci di tre intellettuali italiani – un cattolico, un ebreo e un musulmano – per un viaggio sorprendente in quel fazzoletto di terra dove da secoli si giocano i destini della convivenza.
Premio The World on the Move
Giuria Cinformi – Centro informativo per l’immigrazione P.A.T.
GAS STATION, di Alessandro Palazzi, Italia
Una desolata periferia romana fa da contrappunto alla ricchezza di contenuti di questo cortometraggio denso di emozioni e significati. In una manciata di minuti trovano spazio le disillusioni, le speranze, le relazioni e le frustrazioni che spesso sono compagne di viaggio - anche e soprattutto a meta già raggiunta - di chi cerca la rinascita in un nuovo Paese.
Tutto ciò senza dimenticare una fede che, in un semplice ma sentito intercalare o in un atto di rituale ma sincera devozione, trova modo di esprimersi in una produzione che sa anche regalare momenti di autentica ilarità. Per questi motivi la Giuria Cinformi premia 'Gas Station'.
Premio Challenges
Giuria interreligiosa Comune di Arco
THE HAPPIEST PERSON IN AMERICA, di Sara Israel, USA
Sotto l'apparenza di una commediola, il cortometaggio rivela identità e vicende complesse, accostando la moda “pagana” dei sondaggi e delle statistiche alla vita dei personaggi immersi nella loro vicenda e nella loro fede.
Ne emerge una verità che se in linea di principio non rinnega quanto promesso dalla teoria matematica in realtà propone una risposta ben diversa, intrecciando la tradizione, la religione e la vita vissuta in un incontro di forme diversissime di fede che dialogano chiedendosi se e come l'uomo possa (o debba) essere felice.
Premio Peace & Human Rights in memoria di Alexander Langer
Giuria Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani
WHEN PEOPLE DIE THEY SING SONGS, Olga Lvoff, Russia - USA
Attraverso le parole di Regina, anziana sopravvissuta all'Olocausto, affetta da demenza senile, il film sviluppa un intimo e delicato lavoro di rievocazione e costruzione di una memoria personale e collettiva, evidenziando l'importanza del ricordo, necessità esistenziale quando la memoria diviene evanescente.
La storia di Regina emerge progressivamente dalle fotografie del passato, dagli oggetti, dalle parole delle canzoni yiddish di gioventù.
È proprio la musica a strappare il ricordo alla morte, mentre il sapiente utilizzo della videocamera disegna uno spazio intimo che non solo ritrae il rapporto tra madre e figlia ma contribuisce a ricostruirlo, a riconnettere due vite – una delle quali alla sua fine – sulla scia di una vicenda familiare sempre in equilibrio tra la sfera privata delle emozioni e quella pubblica della storia.
Menzione speciale
THE BELIEF, Amir Vahedi, Iran
War is over, if you want it cantava John Lennon. Questa piccola animazione, con straordinaria capacità di sintesi, ci ricorda che siamo noi, singole persone, che con le nostre semplici azioni, possiamo produrre il cambiamento e rifiutare l'orrore della guerra.
Migliaia e migliaia di soldati in ogni conflitto armato della storia sono stati processati e uccisi perché si sono rifiutati di ubbidire a ordini contro l’umanità.
Bollati come vigliacchi e disertori, per noi sono invece profetici testimoni di umanità che meritano di essere esplicitamente ricordati come fautori della pace.
Persone, non eroi, che vogliono semplicemente vivere in pace e denunciare l’assurdità dei conflitti armati.