Aumenti alle rette delle RSA, bisogna fare qualcosa
Per l’associazione Familiari RSA Unite necessari impegni concreti a tutela dei residenti e loro familiari
Se è vero che l'inflazione ha messo in ginocchio le RSA, è altrettanto vero che la stessa inflazione ha già impattato pesantemente sui cittadini, a fronte di stipendi rimasti di fatto immobili dal 1991 (fonte INAPP). L’utenza non può sobbarcarsi, in forma di aumento di rette che già oltremodo gravano sulle famiglie, anche i costi delle RSA relativi a questo, senza garanzie di miglioramento dei servizi e del rapporto con gli stessi familiari.
È necessario innanzitutto che la Provincia programmi importanti e adeguati stanziamenti di risorse economiche a sostegno del settore, da modularsi sia con un congruo aumento delle quote sanitarie delle rette sia con l’istituzione di un fondo annuale dedicato. Questi stanziamenti devono inquadrarsi su criteri di accreditamento precisi e misurabili, anche dinamici, vista la nota disomogeneità di presentazione dei bilanci da parte delle strutture già rilevata da un’indagine della Corte dei Conti pubblicata a fine 2022.
Le strutture devono assumere immediatamente concreti impegni di gestione, a partire dall’urgente ripristino delle condizioni di visita pre-pandemia laddove ancora non siano state ristabilite. Riceviamo infatti notizie dai nostri associati che in alcune RSA non è ancora possibile prestare assistenza ai propri cari durante i pasti e che alcune RSA ancora oggi prevedono la presenza di fasce orarie per l’accesso ai visitatori come in periodo pandemico. È fondamentale avere poi garanzie della auspicata e dovuta valorizzazione del ruolo dei familiari nel processo di cura, al fine di beneficiare di un maggior coinvolgimento e ricostruire rapporti di fiducia reciproca.
È importante un serio impegno per l’elezione e la partecipazione decisionale dei rappresentanti dei familiari, che tutt’oggi in diverse strutture sono assenti, o sono in sottonumero rispetto a quanto previsto dai regolamenti interni. È importante inoltre che da parte delle strutture vi siano investimenti in formazione e fidelizzazione del personale che, come oggi è noto, si sta sempre maggiormente allontanando dal mondo delle RSA.
Il sistema richiede da tempo una riforma strutturale: politiche sanitarie e socio-sanitarie stabili per l’invecchiamento e la non-autosufficienza. C’è molto da chiedere all’assessore Tonina, che vorremmo incontrare a breve: adeguamento dei parametri assistenziali e infermieristici, equiparazione degli stipendi del personale a quelli di APSS per evitarne la trasmigrazione, maggiori controlli sull’operato economico e sulla qualità dei servizi offerti dalle strutture.
Riceviamo positivamente il ricompattamento delle deleghe relative alla non-autosufficienza all’assessorato alla salute, politiche sociali e cooperazione e siamo fiduciosi rispetto alla volontà espressa dall’Assessore di lavorare sul potenziamento delle professioni infermieristiche e socioassistenziali, ricordando che i livelli essenziali di cura nelle RSA, così come molti degli altri servizi, sono spesso risicati relativamente al bisogno atteso.
In mancanza di chiari, precisi, inequivocabili impegni in ordine a quanto sopra, l’Associazione è assolutamente contraria ad aumenti di rette a carico di residenti e loro familiari. Diversamente, continuiamo ad offrire la nostra collaborazione per la definizione di obiettivi a breve termine di cui si possa accertare un effettivo raggiungimento.
La associazione rinnova, infine, la costante gratitudine a tutto il personale delle RSA per il continuo impegno e dedizione, rivolgendo un pensiero a tutti i residenti che in questi anni ci hanno lasciato e a quelli che ancora soffrono il non poter vivere appieno la vicinanza dalle persone a loro care.