Meeting internazionale delle cacciatrici trentine
Oggi al palacongressi di Riva del Garda: «Chiediamo una rappresentanza nazionale e riconoscimenti a livello provinciale»
Sono arrivate da tutta Italia, presente anche una delegazione ungherese. Le cacciatrici si sono ritrovate per la prima volta in Italia al primo meeting internazionale organizzato dal Gruppo Cacciatrici Trentine.
Oggi a Riva del Garda con la tavola rotonda «Pianeta caccia - Cacciatrici: leonesse o gazzelle» si è fatta un’analisi dell’attuale stato del settore, tra criticità e nuovi traguardi.
Dice Eddi Titta, presidente delle Cacciatrici Trentine: «Quello pensato per la tavola rotonda è un titolo provocatorio. Vogliamo discutere e uscire dagli stereotipi che vogliono le donne indifese come gazzelle o grintose come leoni.
«Il mondo della caccia si sta aprendo con fatica alla presenza femminile, ma nonostante questa diffidenza il numero delle cacciatrici sta aumentando di anno in anno.
«Con questo meeting vogliamo iniziare a creare una rete venatoria nazionale e internazionale perché, soprattutto se parliamo di fauna migratoria, va adottato un linguaggio comune.»
Alla tavola rotonda «Pianeta caccia - Cacciatrici: leonesse o gazzelle» hanno preso parte:
SANDRO FLAIM, presidente Uncza (Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi)
DIEGO VASSALLI presidente Sact (Società amatori cani da traccia)
ELISA PICCI, esperta tutela e gestione delle risorse faunistiche
IVANO ARTUSO ricercatore e docente di Biologia, vicedirigente Dipartimento di Supporto alla Didattica e all'Orientamento Fondazione Mach
MARCO RAMANZINI direttore responsabile rivista Il Cacciatore
Al tavolo dei relatori anche diverse rappresentanze politiche: Vanessa Cattoi della Lega, Annalisa Caumo dell’Upt, Lorenzo Ossanna del Patt.
«I cacciatori appartengono al mondo della fauna, della natura a tutela dell’ambiente – ha proseguito la presidente del Gruppo Cacciatrici Trentine – molto spesso invece il comparto venatorio è teatro di interessi politici e di propaganda.
«Vogliamo non dover assistere a queste battaglie politiche, l’apertura della caccia anticipata, ad esempio, non è stata chiesta dai cacciatori.»
Titta ha ringraziato chi, in questi mesi, si è speso per la preparazione dell’evento e «chi ogni giorno lavora con e per le cacciatrici trentine. Spiace constatare che in sala non c’è nessun rappresentante dell’Associazione Cacciatori».
Insomma ci sono ancori muri da abbattere, preclusioni da demolire.
«Salutiamo anche gli animalisti – ha proseguito Titta – che protestano fuori dal Palacongressi. Noi vorremmo aprire un dialogo costruttivo con loro, ma purtroppo non siamo ancora riusciti a farlo.»
Sandro Flaim presidente Uncza (Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi) ha quindi posto l’accento sull’importanza di unire «mondi dissociati» come succede per la società e la caccia quando la prima non ne comprende la valenza anche culturale; o come succede per la montagna «che non può essere relegata a parco giochi».
Da qui l’importanza della comunicazione, evidenziata anche da Marco Ramanzini direttore responsabile rivista Il Cacciatore e responsabile comunicazione della Fidc (federazione Italiana della caccia).
«Oltre il 50% degli italiani – ha rilevato Ramanzini – non si ritiene né favorevole, né sfavorevole alla caccia».
Dai social alle scuole il mondo venatorio deve quindi essere raccontato per quello che realmente è:
amore per la natura e rispetto per gli animali.
«Noi preleviamo mantenendo integro il territorio, – ha spiegato Claudio Eccher, presidente dei Cacciatori Cinofili. – I cacciatori perseguono l’equilibrio della biodiversità portando avanti una passione. Una passione che va associata alla cultura perché ogni passione senza cultura è destinata a scomparire.»
Ivano Artuso ricercatore della Fondazione Mach ha evidenziato l’importanza della ricerca portata avanti dall’Istituto anche sotto aspetti genetici per ciò che riguarda gli orsi, i lupi, i caprioli, i galliformi alpini.
Tutti concordi nel ritenere che di donne e di giovani il mondo della caccia ha bisogno.
«Abbiamo necessità di donne e giovani preparati – ha detto Diego Vassalli presidente Sact (Società amatori cani da traccia) – Negli allevamenti e nella conduzione di cani stanno emergendo donne davvero in gamba con un approccio elegante e signorile.»
Elisa Picci, esperta tutela e gestione delle risorse faunistiche ha quindi posto l’accento sulla femminilità del mondo delle cacciatrici e sull’andare oltre questo aspetto.
«In un ambiente maschile dobbiamo mantenere la nostra femminilità – ha detto Picci – uscendo però dal ruolo relegante della donna cacciatrice come immagine stereotipata.
«È arrivato il momento di chiedere una rappresentanza nazionale, una commissione femminile nel mondo venatorio che non deve essere necessariamente diretta da una donna ma che ne persegua i bisogni.»
Ha poi proseguito Eddi Titta: «Riconoscimenti che chiediamo al mondo della caccia anche a livello provinciale. Noi non siamo donne cacciatrici, siamo cacciatrici».
In mattinata sono stati sugellati anche diversi gemellaggi con delegazioni provenienti dall’Ungheria, dalla Lombardia, dal Lazio, dalla Toscana dal Friuli Venezia Giulia «per collaborare per il bene del mondo della caccia»; mentre la premiazione del concorso artistico letterario «Predatori... le intemperie cancelleranno le nostre impronte» ha visto due vincitori: Dino Bragiato e Luca Segafreddo.
Il meeting proseguirà anche domenica.
Domani mattina a Pergine al poligono si terranno esibizioni e gare di tiro.