Ex Cariboni, iniziata a Mori l’ultima bonifica
L'impresa Cariboni, finiti i veri lavori della «doppia canna», raccolse i mezzi e i materiali di valore e abbandonò tutto il resto

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«Stanno per finire i lavori per la realizzazione della circonvallazione di Mori in doppia galleria» ironizza l’assessore comunale alla gestione del territorio Roberto Caliari, che ieri assieme al sindaco Stefano Barozzi ha effettuato un sopralluogo sul cantiere di bonifica dei lotti «A» e «B» dell’area ex Cariboni (il lotto «C» è stato ripristinato negli scorsi anni).
Assieme a loro c’erano il direttore lavori ingegner Ruggero Andreatta, Matteo Bianchi responsabile della ditta esecutrice e il geometra Denis Simoncelli responsabile di cantiere.
Spiega Bianchi: «I primi giorni sono stati usati per rimuovere la vegetazione infestante: un lavoro in sé piuttosto impegnativo e che ha subito cambiato l’aspetto dell’area, permettendoci di avere anche un quadro più preciso dei materiali presenti. Abbiamo provveduto all’abbattimento delle baracche [una era ancora in piedi ieri pomeriggio - ndr] e abbiamo iniziato la demolizione delle platee su cui erano poggiate. Abbiamo separato i rifiuti: gli inerti possono essere lavorati e riutilizzati come materia prima, gli altri saranno avviati allo smaltimento.»
Tra le altre cose, con l’occasione della bonifica sono stati rimossi anche tutti quei rifiuti che non la Cariboni, quanto piuttosto un corposo gruppo di incivili aveva poi scaricato mano a mano nei pressi della stanga che chiude la strada di accesso al crm.
In tal senso, rimane ancora sul luogo qualche materiale, ma in quantità limitata e sarà anch’esso rimosso.
Spiega ancora Caliari: «L'impresa Cariboni, finiti i veri lavori della doppia canna, raccolse i mezzi e i materiali di valore e abbandonò tutto il resto: le baracche per i dormitori degli operai, per gli uffici, per la mensa in parte distrutte da un incendio, le platee di calcestruzzo su cui poggiavano oltre un mare di rifiuti assimilabili agli urbani, carcasse di automezzi, gomme da camion di tutte le misure, terreni inquinati, cisterne per il gasolio e vasche per i lavaggi delle betoniere, fosse per la manutenzione dei mezzi e così via. Una pesante eredità lasciata sul territorio, che ha visto la condanna da parte del tribunale alla Cariboni, ma ciò non è stato sufficiente per vedere la ditta procedere alla restituzione dei terreni puliti e pronti per la coltivazione, come erano in origine.»
In precedenza il Comune aveva provveduto al ripristino dell'area di cantiere più grande, quella posta a ovest della provinciale per Chizzola, grazie a un contributo della Provincia.
Quell’area, ora già attrezzata con i pali di cemento, diventerà presto un vigneto.
Adesso il Comune provvede al recupero delle altre due aree, poste una a fianco del Centro raccolta materiali e l'altra davanti alla Cantina Sociale, sempre grazie al contributo al 100% erogato dalla Provincia.
La spesa messa a bilancio è di 283.000 euro e i lavori sono stati assegnati, tramite gara, alla ditta Bianchi d'Isera.
«I lavori sono iniziati lunedì 18 febbraio – spiega il sindaco Stefano Barozzi - e il termine è previsto per il prossimo 18 maggio, salvo sorprese che potrebbero derivare ad esempio dalla scoperta di rifiuti nascosti sotto terra. Questi beni, una volta bonificati, saranno restituiti ai loro titolari: la Parrocchia, un privato e il Comune stesso e torneranno a essere coltivati.»
Note cronologiche (dal comunicato stampa di agosto 2018)
Tutto inizia con la realizzazione del raccordo che porta al casello autostradale: al termine del lavoro preso in carico dalla «Cariboni strade e gallerie Spa» per conto della «Società Autostrade A22», su circa 23 mila metri quadrati (aree di proprietà di un privato, del Comune di Mori e della parrocchia di Santo Stefano che furono affittate alla Cariboni per esigenze di cantiere) rimasero opere abusive quali basamenti, vasche di decantazione e lavaggio, plinti e strutture di sostegno per attrezzature da cantiere, baracche in legno coibentato di cui alcune semidistrutte o incendiate.
C’erano anche rifiuti come pneumatici, carcasse di autoveicoli, materiali inerti, cisterne in plastica e metallo, manufatti in calcestruzzo, legname, tubi in plastica e metallo, pareti prefabbricate, teli di nylon, carta e cartone, arredi, carcasse di elettrodomestici (frigoriferi, televisori, lavatrici), computer, stampanti, tubi al neon, residui della combustione, pallet e teloni plastici.
Nel luglio 2010, il Servizio per le politiche di risanamento dei siti inquinati e di gestione dei rifiuti, accolse la domanda di finanziamento per la bonifica e dunque il Comune, nel dicembre 2011, stabilì di attuare la fase esecutiva.
Fu affidato alla Nuova Ecologia Srl, di Ravina di Trento, l'incarico di redazione del piano di indagine ambientale, propedeutico alla progettazione esecutiva della rimozione rifiuti, con bonifica e ripristino delle aree.
Dopo altri passaggi burocratici, nel febbraio 2013 un primo affido di lavori di asportazione e smaltimento, con rimozione di 90 metri cubi di limo con presenza di idrocarburi, per 19.980 euro.
Nel marzo 2013, nuova asportazione e smaltimento di 50 metri cubi di limo con presenza di idrocarburi, per 11.580 euro.
Si arriva a novembre 2013 con l’approvazione del progetto esecutivo di «Bonifica superficiale area ex Cantiere Cariboni», completamento lotto «C» per 124.785,07 euro. A ottobre 2014 viene approvata una variante progettuale.
Finiti questi lavori, diventa dunque possibile procedere e completare la bonifica: nell’agosto 2016 la società di ingegneria Rcp di Trento viene incaricata di: progettazione esecutiva, redazione piano della sicurezza, direzione lavori, misura e contabilità, coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione e aggiornamento e completamento indagine ambientale per 9.389,66 euro.
La delibera della giunta comunale di agosto aprì l’iter per le procedure di appalto e oggi siamo alla fase di cantiere.