Villa Lagarina, Fiori e Colori a palazzo Libera

Inaugurata sabato scorso a palazzo Libera la personale di Teresa Delaiti, è visitabile fino a domenica 25 giugno

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«La pittura di Teresa Delaiti non è progettata, non è calcolo ma approdo che esprime il suo esistere, il suo essere. In essa vive la continua ricerca di un senso, ricerca che si accompagna a qualche cosa di sfuggente che la ragione non può comprendere, poiché toglierebbe quell'alone di mistero e sorpresa che avvolge gli eventi, la vita stessa. Il gesto di Teresa scaturisce dalla sua storia interiore.»
Così la curatrice Serena Giordani ha introdotto i visitatori alla scoperta della mostra «Fiori e colori»: personale di Teresa Delaiti inaugurata a palazzo Libera sabato scorso e visitabile fino a domenica 25 giugno.
La mostra prosegue la lunga e mai interrotta sequenza di esposizioni che animano le sale di uno dei palazzi più prestigiosi di Villa Lagarina.

Nel descrivere la sequenza delle opere esposte, la curatrice ha sottolineato anche: «Da sempre attenta a ciò che la circonda, Teresa ha immortalato la natura e i suoi luoghi, spesso ha reinterpretato soggetti e temi di artisti più noti, connotandoli della sua sensibilità. In tutta la sua produzione è facile ritrovare e riconoscere scorci familiari che appartengono ai nostri panorami, oggetti che fanno parte della nostra quotidianità, della nostra consuetudine visiva ma che oggi ci sono restituiti rinnovati.
Come non c’è regola nel divenire, anche il linguaggio pittorico dell’artista si è trasformato. Il colore viene svincolato dalla realtà che rappresenta e ora più che mai esprime le sensazioni che lei prova di fronte a ciò che riproduce. Non più sfumature, sottili trapassi di colore o chiaroscuri, la superficie piana è esaltata senza alcun illusionismo. È all’essenzialità e alla vividezza del colore, alle stesure compatte e intense in cui dominano incontrastati i gialli, i rossi e i blu che viene lasciata l’emozione dello sguardo.»
 
Teresa Delaiti vive e lavora a Pomarolo ed è stata allieva del professor Umberto Savoia e della scuola d’arte Martini De Boni di Rovereto.
Ha partecipato a numerose esposizioni e non è nuova alle sale di Palazzo Libera, che l’hanno vista protagonista nel 1997 in una personale e, nel 2000, in una collettiva.

«Tutta la sua produzione sembra attraversata da un sottile filo conduttore che trova la sua ragione nella mancanza di presunzione intellettuale. Nel suo lavoro è sottesa una fiducia senza riserve nello strumento: il pennello, custode della sua esperienza di vita, del suo mondo interiore e del suo silenzio più intimo.
«In questa profonda meditazione, nel continuo ripercorrersi come in una sorta di esercizio mistico, ricalca le tracce del proprio vissuto, riprende soggetti già trattati rivestendoli di cromie nuove, essenziali che fanno corrispondere la sua suggestione emotiva all'ordine interno della composizione. Aperta a tutte le cose senza mai schedarle, il mondo sembra stupirla come se fosse un mondo appena nato. Così anche semplici oggetti, appartenuti a chi le era più caro, diventano fonte d’ispirazione. 
«Quando la figura non è iconograficamente rappresentata, la sua assenza-presenza è evocata. Di una delicata teiera estrapola i motivi decorativi che amplifica nelle dimensioni, rendendoli protagonisti nella ripetizione modulare. Il colore disegna, struttura e destruttura, interagisce con il segno. 
«Sono soprattutto i fiori a imporsi alla nostra attenzione, splendenti corolle di petali corposi che attecchiscono su fondi squillanti, ma sarebbe riduttivo ricondurli a semplice decorazione. Sono anch’essi espressione di un gesto che scaturisce da una storia, dove non manca l’esperienza del dolore.
«Occorre guardare l’opera di Teresa anche con gli occhi dello spirito, affinché il dato oggettivo della nostra visione faccia emergere, insieme alla natura soggettiva dell’interpretazione, l’impronta impercettibile di una sensibilità pregna di memoria.»
 
 ORARIO 
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