Fiumi di storie al XIX Film Festival della Lessinia
Tre opere d'autore inaugurano la speciale retrospettiva dedicata ai corsi d'acqua – Per Parole alte, ospite Wu Ming 1 con la presentazione del libro Point Lenana

Il fiume come ideale congiunzione tra il mondo della montagna, della pianura e del mare.
È il tema della retrospettiva tematica che il XIX Film Festival della Lessinia dedica quest'anno ai corsi d'acqua.
Ad aprire la speciale programmazione cinematografica, domenica 25 agosto (alle 10) al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova, è Still Life (Cina, 2006 - Foto sotto il titolo) del regista Jia Zhang-Ke. Leone d’Oro a Venezia nel 2006, racconta di un paese sommerso dalle acque innalzate dalla Diga delle Tre Gole, sul Fiume Giallo in Cina.
La valle, un tempo abitata, è percorsa da traghetti che sfilano tra case semi sommerse, collegando i temporanei resti di paesi destinati a scomparire.
In questo paesaggio desolato si muovono un uomo e una
donna, a inseguire l’immagine sfuggente dei propri congiunti.
Alle 16, Aral – Pescando in un lago invisibile (Uzbekistan e Italia, 2004) di Carlos Casas e Saodat Ismailova prodotto da Fabrica.
Narra la vita degli ultimi pescatori nella melma di quello che era un mare, prima di essere sconvolto da uno dei più grandi disastri ambientali di tutti i tempi.
Dove la pesca è possibile su esigui specchi d’acqua rimasti dopo il prosciugamento del lago dovuto ai canali d’irrigazione, tre generazioni di pescatori si raccontano.
I vecchi, che rappresentano la memoria storica, ma anche l’attesa della morte.
Gli adulti, legati alla loro terra e a una tenace speranza di miglioramento.
Infine i giovani, che conoscono solo questa realtà, incapaci di immaginare che qualcosa possa cambiare.
A seguire Rio La Venta. Un canyon tra due oceani (Italia, 1994 - Foto pié di pagina) di Tullio Bernabei.
Un profondo canyon è stato scavato dal Rio La Venta tra le montagne del Chiapas, in Messico.
La prima discesa esplorativa mai realizzata di questi luoghi risale al 1990.
Segue, quattro anni dopo, la spedizione speleologica e archeologica filmata in questo documentario, che ha dato il via a un progetto di ricerca multidisciplinare ancora in corso.
Grotte si aprono lungo le pareti del canyon, corrono sotto la superficie della foresta pluviale: molte di esse furono frequentate da un’antica popolazione precolombiana, gli Zoque, di cui rimangono i reperti archeologici.
Per queste genti il canyon scavato dalle acque era sacro e le grotte rappresentavano l’ingresso al mondo dei morti.
Alle 18, Storie che esistono solo quando raccontate (Brasile, Argentina e Francia, 2011) di Julia Murat. Jotuomba è un paese fantasma, in cui il tempo sembra essersi fermato. Ogni mattina Maddalena impasta e cucina il pane per il negozio di Antonio.
Per portarglielo cammina lungo le rotaie, dove da anni non passa alcun treno, pulisce il cancello di un cimitero in cui a nessuno è permesso entrare, ascolta il sermone nella piccola chiesa e condivide il pranzo con gli altri anziani abitanti del villaggio.
La ripetitività dei gesti quotidiani viene sconvolta dall’arrivo di Rita, giovane fotografa in viaggio.
All’inizio difficile, il rapporto diverrà sempre più intenso, permettendo all’anziana donna di uscire un po’ dal suo mondo di ricordi del marito defunto.
PAROLE ALTE CON WU MING 1
Ospite degli incontri di Parole alte è alle 17 in Sala Olimpica Roberto Bui (Wu Ming 1) autore di Point Lenana (Einaudi). La pubblicazione è un racconto di tanti racconti.
Parla di Africa e delle Alpi Giulie, di Italia e «italianità», di esploratori e squadristi, di poeti e diplomatici, di guide alpine e guerriglieri.
Attraversa i territori e la storia di quattro imperi parlando di uomini che vagarono sui monti, che in pianura e in città indossavano elmi, cotte di maglia, armature da ufficio.
Ma soltanto in montagna si sentivano finalmente leggeri, finalmente sé stessi. Dialoga con l'autore il giornalista Beppe Muraro.
CONCORSO
Per la sezione Concorso, le proiezioni proseguono al Teatro Vittoria alle 21 con una serata interamente dedicata ai cortometraggi.
A partire da Il cacciatore (Australia, 2012) di Marieka Walsh; Quando le mucche portano i campanacci (Germania, 2012) di Christian Günzler; 24 secchi, 7 topi, 18 anni (Romania, 2012) di Marius Iacob; Primavera estate autunno (Polonia, 2012); E Berta filava (Italia, 2012 - Foto qui sopra)) di Mattia Petullà; Benvenuti in Baviera (Germania, 2012) di Matthias Koßmehl; infine Mora nera (Georgia, Francia 2012) di Gabriel Razmadze.