Grande Guerra/ 3 – 90 anni fa anche la canzone «Monte Grappa»
Scritta da Emilio Be Bono, fu subito concorrente de «La leggenda del Piave». Ma non resse al paragone
La Leggenda del Piave si trovò in
immediata «concorrenza» con un'altra canzone, nata nelle medesime
circostanze di difficoltà per il paese e diffusasi nelle truppe che
si trovavano schierate a difesa del Monte Grappa. In effetti, come
aveva previsto Cadorna, il monte Grappa avrebbe segnato la linea di
demarcazione tra la vittoria e la sconfitta per l'Italia mi9n una
«eventuale ritirata» perché l'esercito austriaco avrebbe potuto
passare il Piave a monte della pianura veneta per poi riversarsi a
valle dal Grappa «senza difficoltà».
In effetti, pochi riconoscono a Cadorna il merito di aver salvato
il paese in questa lucida visione strategica. In altre parole,
tutti lo ricorderanno per la ritirata di Caporetto, ma non per aver
predisposto per tempo una linea di difesa (inspiegabilmente) sul
Grappa.
Comunque sia, quando giunse il momento di vincere o morire sulle
cime del Grappa, una canzone si diffuse immediatamente tra i
soldati, dotata di una carica patriottica esaltante, capace di
caricare i nostri ragazzi in tutta fiducia. Scritta dal comandante
del IX Corpo d'Armata Emilio De Bono (futuro triunviro del fascismo
e fucilato come traditore dello stesso a Verona nel 1944), venne
presentata con studiata modestia come «trovata per caso». Il
generale Giardino (comandante dell'Armata cui faceva parte il
C.d'A. di De Bono) la definì «nebulosa», ma quando si accorse del
successo col quale le truppe sul grappa l'avevano accolta, la
dichiarò «bella».
Formata da nove strofe di impostazione risorgimentale, era in
effetti una canzone che semplicemente definiva il Grappa un
baluardo che non poteva essere passato dal nemico.
Fu per anni considerata la prima concorrente della leggenda del
Piave ma, senza nulla togliere alla canzone del monte Grappa, la
«battaglia» era perduta in partenza. Tanto vero che non è mai stata
presa in considerazione per rappresentare momenti ufficiali del
nostro Paese ed anzi nessuno ha mai pensato di impedirla perché
«canzone di guerra».
Resta il fatto che «Monte grappa» venne consacrata al Paese in
quanto la magnifica vittoria sul Grappa aveva fatto naufragare in
clamorosa sconfitta l'offensiva nemica, aveva rafforzato negli
animi esultanti dei nostri soldati il fermo proposito di riportare
avanti le gloriose bandiere per liberare i fratelli oppressi. I
soldati del Grappa avevano raccolto il grido dolorante e obbedito
al commosso appello con cui il Generale Giardino li invitava a
cantare la Canzone dei Grappa.
MONTE GRAPPA
Monte Grappa, tu sei la mia patria, sovra te il nostro sole risplende, a te mira che spera ed attende, i fratelli che a guardia vi stan. |
Contro a te già s'infranse il nemico, che all'Italia tendeva lo sguardo: non si passa un cotal baluardo, affidato agli italici cuor. |
Monte Grappa, tu sei la mia Patria, se la stella che addita il cammino, sei la gloria, il volere, il destino, che all'Italia ci fa ritornar. |
Le tue cime fur sempre vietate, per il pie' dell'odiato straniero, dei tuoi fianchi egli ignora il sentiero che pugnando più volte tentò. |
Quale candida neve che al verno ti ricopre di splendido ammanto, tu sei puro ed invitto col vanto che il nemico non lasci passar. |
Monte Grappa, tu sei la mia Patria, se la stella che addita il cammino, sei la gloria, il volere, il destino, che all'Italia ci fa ritornar. |
O montagna, per noi tu sei sacra; giù di lì scenderanno le schiere che irrompenti, a spiegate bandiere, l'invasore dovranno scacciar. |
Ed i giorni del nostro servaggio che scontammo mordendo nel freno, in un forte avvenire sereno noi ben presto vedremo mutar. |
Monte Grappa, tu sei la mia Patria, se la stella che addita il cammino, sei la gloria, il volere, il destino, che all'Italia ci fa ritornar. |