«Un'ambulanza per la pace», da oggi 1° maggio a Trento

Fino al 3 maggio, in mostra una storica ambulanza del 1918 per il Convegno sulla risoluzione dei conflitti «Saper Vivere insieme» della Fondazione Intercultura

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Si chiamano Alfonsina, Ziming, Reicela, Supat e Sam. Arrivano dal Cile, dalla Cina, dalla Lettonia, dalla Thailandia e dagli Usa.
Sono gli studenti stranieri ospitati quest'anno da una famiglia trentina nell'ambito dei programmi di Intercultura. Insieme a loro c’erano anche molti giovani rientrati da un anno di studio trascorso nei 4 angoli del mondo, come anche una rappresentanza dei quasi 1.000 trentini che nell'ultimo quarto di secolo hanno trascorso il loro 17esimo anno all'estero con Intercultura: Emily de Nando (un bimestre estivo in Nuova Zelanda), Sabrina Failo (un anno in Francia), Nicole Carpentari (un anno in Colombia), Giada Giuliani (un anno in Repubblica Dominicana), Maddalena Marcolla (sei mesi in Costarica).
Si sono dati appuntamento oggi pomeriggio, assieme ai volontari del Centro locale di Trento e alle famiglie ospitanti, in Piazza Duomo per raccontare il loro anno all'estero e i benefici che questa esperienza ha prodotto, anche per quanto riguarda la «gestione dei conflitti» che possono sorgere dall'incontro con una cultura diversa e che possono essere superati proprio vivendo calati in una società altra dalla nostra, studiando a scuola assieme ai propri coetanei e vivendo accolti da una famiglia, il nucleo primario di ogni civiltà.
 

 
In Piazza Duomo, dal 1 al 3 maggio è esposta una delle ultime tre ambulanze della Prima Guerra Mondiale usate dall’American Field Service (di cui Intercultura è la rappresentante in Italia). Durante la Grande Guerra, in Francia erano più di 1.200 le ambulanze adattate dalle Ford Model T e trasformate in vettura di soccorso con al posto dei sedili un pianale di legno che poteva trasportare fino a sei feriti seduti o tre barelle per i casi più gravi.
Quattro ruote a stelle e strisce per soccorrere feriti, alleviare le pene di chi soffriva, assistere chi lottava tra la vita e la morte. Ambulanze guidate da giovani volontari, studenti universitari statunitensi che, allo scoppio del primo conflitto mondiale decisero di dare il proprio contributo, salvando più di 700mila vite umane lungo le trincee francesi.
E quello fu l’inizio della storia straordinaria dell’American Field Service, nata nell’aprile del 1915 per soccorrere i feriti di guerra e che è diventata il movimento globale di volontariato e di scambi studenteschi giovanili che muove ogni anno 12mila adolescenti in tutto il mondo e che in Italia è rappresentato dall’Associazione Onlus Intercultura.
 

 
L’appuntamento si è poi spostato  al Castello del Buonconsiglio per l'apertura ufficiale del Convegno Internazionale organizzato da Fondazione Intercultura, intitolato «Saper vivere insieme. Umanitarismo, riconciliazione, educazione alla convivenza» dove sono attesi 500 congressisti da tutta Italia.
Il convegno è articolato in una serie di testimonianze portate da individui ed organizzazioni che operano oggi nel settore dei soccorsi umanitari, della riconciliazione dopo un conflitto e dell'educazione dei giovani a vivere pacificamente insieme, dai Balcani ai Paesi Baschi, dall’Irlanda del Nord al Sudafrica e tanti altri.
La tre giorni rappresenta il culmine delle celebrazioni del Centenario dell’American Field Service, di cui Intercultura è la diramazione italiana. Associazione che nel suo primo secolo di vita si è occupata di soccorso umanitario alle popolazioni coinvolte nelle due guerre mondiali e, così facendo, ha appreso il valore della riconciliazione e dell'educazione alla convivenza.
Il Convegno rientra nel programma ufficiale per le Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale e si svolge sotto il Patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri, della Provincia autonoma di Trento e dei Comuni di Trento e Rovereto.
 

 
Negli anni Intercultura, grazie all’azione del suo volontariato, ha sviluppato una sua forte presenza nella Provincia di Trento: solo negli ultimi 25 anni, quasi 900 sono gli adolescenti partiti per un periodo di studio all’estero.
Solo per citare i più famosi: la giornalista Maria Concetta Mattei, l’astronauta Samantha Cristoforetti. Grazie ai rapporti instaurati negli anni tra l’Associazione e le istituzioni come la Provincia, il Comune di Trento, la Regione e la Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, molti di questi studenti, di vari estrazioni economiche e sociali, hanno potuto, grazie ai loro contributi, poter vivere questa esperienza che ha letteralmente cambiato la loro vita.