Arena di pace e disarmo – Di Karyn Dallago

L’Istituto d’arte Vittoria progetta la pace all’Arena di Verona

Il 25 aprile all’arena di Verona avrà luogo un’importante iniziativa sulla pace e sul disarmo, dove si incontreranno diverse associazioni e tutte le persone interessate a questi temi.
Il grande evento ospiterà le testimonianze delle iniziative non violente, musica, arte e cultura, il tutto concentrato in una manifestazione per coloro che vogliono concretamente costruire una nuova pace.
Lo spettacolo inizierà alle ore 14 per poi terminare tra le19 e 20.
 
Da tre mesi a questa parte i ragazzi delle classi 5ª A e 5ª B Visual del Liceo artistico A.Vittoria di Trento, sono stati impegnati in questo progetto riguardante la pace e il disarmo.
L’idea del lavoro è venuta alla prof.ssa Loretta Viscuso che ci spiega così.
«Quando ho saputo che stavano organizzando questo evento a Verona, ho pensato che sarebbe stato molto interessante far lavorare i ragazzi sull’ipotesi di preparare il manifesto per questo evento, anche se purtroppo quello ufficiale era già stato realizzato da tempo.
«Per me l’arte infatti non ha solo uno scopo decorativo, ma funge da ponte che collega la fantasia alle realtà difficili e permette di comprenderle a fondo.»
 
Il lavoro è iniziato invitando a scuola Massimiliano Pilati, un esponente del Movimento nonviolento di Trento, che ha fornito nuove occasioni per riflettere ai ragazzi, facendo conoscere loro le parole più belle dei grandi pacifisti come Gandhi, Nelson Mandela, Martin Luter King, ecc.
«Gli studenti si sono subito appassionati al progetto – continua la professoressa – e basandosi sulle loro esperienze come il volontariato con anziani e bambini, o su letture di alcuni testi o ancora su brani musicali, hanno dato via alle prime idee per le loro realizzazioni.»
 
Dopo un brainstorming, i ragazzi hanno scelto i concetti per loro principali sul tema trattato per poi dare libero sfogo alla fantasia e poterli realizzare al meglio.
«La progettazione è una ricerca – tiene a sottolineare la professoressa. – Non bisogna quindi necessariamente partire con un’idea e mantenerla fino alla fine. La si può modificare, migliorare o, addirittura, cambiarla totalmente.»
Come si può vedere da molti studi dei ragazzi, i primi disegni ideati si sono spesso uniti nella creazione finale.
 
Ora i dipinti definitivi sono in mostra a Palazzo Trentini, dove rimarranno fino al 12 aprile e con questi sono esposte anche delle brevi frasi che spiegano i pensieri dalla quale ognuno è partito a realizzare il suo manifesto.
«Il progetto è piaciuto molto – ci dice la professoressa Viscuso. – I miei studenti sono stati attratti dal progetto e si sono impegnati moltissimo. Sono fiera del risultato, delle idee trovate e di come sono state superate le difficoltà.
«Inoltre ci tengo a specificare che non pensavamo di partecipare alla giornata dedicata alla pace e al disarmo a Verona, ma grazie alla motivazione dei ragazzi siamo stati contattati da un’associazione che ci ha dato questa magnifica opportunità.»
 
Abbiamo anche potuto parlare con alcuni dei ragazzi che hanno partecipato a quest’iniziativa, ci hanno esposto i loro progetti, tutti diversi; in ciascuno si rispecchiavano i caratteri di chi lo aveva ideato: alcuni avevano tratti più leggeri e delicati, altri più decisi e forti, ma tutti simboleggiavano una profonda speranza di pace.
Alcune realizzazioni prevedevano un risultato solo grazie al contributo di altre persone ed è stato indispensabile l’aiuto di compagni di classe, professori, bidelli e anche della dirigente scolastica.
Come la professoressa anche i ragazzi sono stati molto soddisfatti del loro lavoro, tranne qualcuno che avrebbe preferito curare maggiormente la realizzazione, a parte questo il progetto ha fatto imparare a tutti il significato di pace: collaborare.
 

 
«Uomini solitari che camminano in un luogo sospeso nel tempo. Ognuno di noi si può identificare in quelle figure indistinte, che uno ad uno, ma uniti, si dirigono verso un nuovo orizzonte di luce e gioia. Ed è dall'incontro, all'interno dell'Arena, che nasce un grande Arcobaleno, da sempre simbolo di gioia.
«La pace ed il disarmo, punti centrali di questo evento, non sono qui rappresentati come un concetto,
ma come un insieme di  colori soffici, linee sinuose,  armonia e  persone.
«Lo stile ricorda i disegni dei bambini. I colori sono delicati.  Non ho fatto che lasciarmi andare, al segno e al gusto della serenità.»
Sara Podetti, 5ª A 
 
«In questo manifesto ho cercato di sviluppare ogni minimo aspetto dell'evento.
«Il viso di donna personifica la Pace; dipinto come una cartina geografica, esso rappresenta il fatto che il mondo intero è chiamato al disarmo, e i colori della bandiera rafforzano il concetto, brillando sui continenti. Un breve slogan recita in basso: Let's live our WORLD; questa esortazione è come pronunciata dalla Pace stessa, che, serena e fiduciosa, sorride incoraggiante.
«Questo progetto mi ha portato a coltivare una maggiore consapevolezza di quel che significa  combattere per la pace... Per un mondo migliore ci vogliono determinazione e unità, e solo insieme potremmo riuscirci.»
Elisa Pesenti, 5ª A
 
«La donna, come se fosse una Dea creatrice e distruttrice, danza sulle armi, sbriciolandole. Manifestando il suo dissenso per la guerra, crea un mondo di pace e armonia.
«È un gesto forte e poetico in cui la realtà si trasforma, lasciando sul foglio le linee del cambiamento. Per la realizzazione del lavoro mi sono ispirato ai vecchi manifesti di propaganda russa ed al loro utilizzo della linea accostata a campiture piene di colore.»
Luca Sireci, 5ª A
 
«Ho deciso di rappresentare un grande fiore di loto che si espande per tutto il manifesto: per molte culture orientali esso esprime tranquillità e rinascita, quindi l'ho ritenuto adatto per pubblicizzare questo evento. Inoltre, il fiore di loto si sviluppa dal fango, perciò può anche simboleggiare la pace che riesce ad affermarsi al di sopra dell'orrore della guerra.
«Al centro del manifesto ho disegnato l'Arena di Verona: essa è il punto di partenza dal quale potranno nascere altri eventi pacifisti, che faranno crescere questo fiore di pace
Alessandra Iob, 5ª A
 
«Diverse persone hanno partecipato alla realizzazione di questo progetto, cucendo ognuna un pezzettino colorato. Vorrei ringraziare tutti per la loro collaborazione, attraverso ogni pezzetto ognuno ha contribuito, anche in minima parte, a costruire la pace.
«I colori e la gioia dei tasselli che circondano l'arena simboleggiano il movimento che tante persone, molto diverse tra loro, intraprendono verso lo stesso obiettivo di non violenza.
«Ciò che mi ha spinto a impegnarmi in questo lavoro è la profonda convinzione che vivere in pace non vuol dire starsene in pace, tutt'altro: l'esistenza pacifica richiede un grande impegno collettivo.»
Maria Teresa Scarabello, 5ª A
 
«Tra i molti disegni preparatori che ho realizzato, ho infine scelto quello che più mi rappresentava perché mentre lo disegnavo mi trasmetteva benessere e pace.
«I segni, anche se così diversi e colorati, tra loro riescono a rendere l'idea di un fiume in movimento, come una folla di gente che si riunisce in festa. Volevo appunto comunicare questo sentimento con tratti e colori e non rappresentare la pace come un simbolo: tutto il foglio doveva vibrare di essa.
«Per me è stato molto importante chiedere, oltre che chiedermi, quale sentimento, azione, gesto ci vuole per riuscire a creare e diffondere uno stato di pace; e così ho fatto.
«Le persone a cui ho chiesto, hanno avuto la possibilità di condividere i loro ideali con me e con tutti, scrivendo sul manifesto la parola che racchiudeva il loro pensiero.
«Queste parole sono diventate la sponda di pace ed unione tra i due territori di colori diversi del mio manifesto.»
Laura Pan, 5ª A
 
«Il mio progetto nasce dall' idea che la guerra è il risultato derivante da molteplici motivazione di carattere economico o strategico-militare.

«Deduciamo questa affermazione dal fatto che le guerre vengono effettuate in luoghi ricchi di risorse primarie con mano d'opera a basso costo o dove il mercato del superfluo non è ancora saturo.
«Il mio manifesto raffigura un pianeta intrappolato dal proprio consumismo, pronto a saturarsi fino al proprio decadimento. Probabilmente lo stato di guerra perenne è il risultato del tentativo di preservare lo status dei paesi ricchi.
«La nostra necessità del superfluo  viene pagata sottraendo l'indispensabile alle popolazione sottomesse , introducendo fabbriche e agricolture che aggravano la già difficile situazione di molti popoli.»
Samir Raj, 5ª A
 
«Sino a quando non si scioglierà l'accordo globale, che necessita di un arma per imporre la propria supremazia, quando ogni stato ripudierà il conflitto, solamente allora l' umanità sparerà il proiettile che porta in serbo: la pace.»
Aaron Passamani, 5ª B
 
«Arena di Verona: nuovo orizzonte per la pace. Questo giorno sarà un importante punto d’incontro verso la pace. Mi sono concentrata su come rappresentare la pace, ho pensato di darle la forma di una bomba, simbolo di guerra, ma qui il significato cambia.
«Dalla bomba esce un arcobaleno, simbolo di pace, un insieme di colori forti, che soffocano i colori grigi e scuri della guerra.»
Martina Fedrizzi, 5ª B
 
«Quando penso alla pace mi viene in mente una bevanda che solo chi ha buon senso riesce a bere. Per questo ho trattato il tema attraverso una specie di spot pubblicitario di un supermercato, attraverso il quale invito chiunque a provare il succo della pace, che migliora le persone, le fa diventare più forti ed... è gratis!»
Mattia Franceschini, 5ª B
 
«La mia idea di pace è di una rinascita dal disarmo.
«La pace, il fiore su cui si posa il  luogo d'incontro di questo evento, nasce da una rinuncia alle armi. Il fucile simbolo dei conflitti si spezza e da esso nasce il  fiore della rinascita.
«Lo sfondo passa dal colore tetro dell'atrocità della guerra, fino al colore tenue capace di infondere speranza e serenità.»
Teresa Segata, 5ª B
 
«La vita portata dal mazzo di fiori contiene entro sé stessa l'Arena di Verona, luogo in cui si svolgerà l'evento Arena di pace e disarmo il 25 Aprile 2014.
«I fiori rappresentano la metafora degli uomini che accorrono all'evento e il fucile, che si comporta da contenitore del mazzo, è annodato per tappare la sua tendenza naturale.
«L'unione -in questo contesto- fa la forza’!»
Guenda Malcangi, 5ª B
 
«L' avvento della pace può essere determinato solamente con la sepoltura delle armi e dei pensieri bellici.
«Pensando a questo  ho creato una visione alternativa di questa manifestazione in cui gli alberi simboleggiano l'allegoria della pace. La scelta di uno stile luminoso e semplice, quasi infantile, viene utilizzata come stimolo per far riflettere sui temi fondamentali della pace: INNOCENZA, SEMPLICITA' e CHIAREZZA.»
Matteo Zara, 5ª B
 
«Vuoi che i tuoi figli vivano in un mondo di conflitti? Tu puoi cambiare il futuro.
«Questa è la frase che dovrebbe far riflettere ognuno di noi sull'esigenza di un futuro di pace.
«Un bambino cammina su un terreno intriso di sangue, disseminato di armi che minacciano la sua stessa vita; solo noi possiamo assicurare un futuro di pace alle prossime generazioni.»
Anna Groaz, 5ª B
 
«Ho pensato ad un'Arena di pace immaginando delle persone di varie culture che tenendosi per mano ne creano gli archi.
«In essa è accolto e sostenuto il logo del Movimento Nonviolento: due braccia tese verso l'alto che spezzano un fucile.
«Questo è un efficace simbolo della forza del disarmo degli stati e rappresenta la soluzione per un mondo libero dai conflitti.
«Credo fermamente che solo mediante un'azione comune e il sostegno reciproco sia possibile creare la base per una pace duratura.»
Isotta Graziadei, 5ª B 
 
«L'immagine di una pattumiera colma di armi sta a significare il bisogno di cestinare tutto ciò che riguarda l'attività bellica per costruire un futuro migliore e più giusto partendo dall'incontro all'Arena per poi far sbocciare fiori di pace e speranza.
«L'Arena è un passaggio importante di questo percorso e si posiziona a metà fra guerra e pace con il proposito di iniziare ad eliminare gli strumenti della guerra per fare posto a qualcosa di migliore.»
Martina Genetin, 5ª B
 
«Dopo questa giornata a Verona – ci informa la prof.ssa Viscuso – saremo alla biblioteca di Trento per presentare il libro intitolato Oltre i confini che racconta storie della tradizione indiana ed è stato realizzato con le illustrazioni degli studenti.
«I disegni saranno esposti in una mostra che verrà inaugurata il 6 maggio alle ore 16.
«Grazie all’impegno dei ragazzi siamo riusciti a farci conoscere ed apprezzare.»
 
Karyn Dallago