Biodiversità in Costituzione, Slow Food aveva ragione

Da decenni la biodiversità alimentare è in pericolo a causa del dominio commerciale di poche multinazionali che producono semi ibridi, fertilizzanti e pesticidi

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Nella giornata di ieri, martedì 8 febbraio 2022, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la modifica a due articoli della Costituzione italiana, il 9 e il 41, integrandoli con i riferimenti all’ambiente, alla biodiversità, agli ecosistemi e agli animali.
«Richiamare la tutela della biodiversità all’interno della legge fondamentale dello Stato rappresenta un passo importante e un motivo di soddisfazione, soprattutto per un’associazione come Slow Food che, da oltre trent’anni, s’impegna concretamente nella sua difesa» – commenta Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.
Proprio in virtù dell’esperienza maturata in questi tre decenni, Slow Food coglie l’occasione per ribadire la necessità e l’urgenza di tutelare la biodiversità nell’accezione più ampia del termine: «La tutela della biodiversità non va intesa soltanto come difesa del mondo selvatico – prosegue Nappini – ma anche come salvaguardia delle varietà agricole coltivate e delle razze animali allevate, cioè la biodiversità domestica».
 

 
  Tutelare la biodiversità, secondo Slow Food, significa dunque: 
- dire no alle monocolture vegetali;
- ridurre e vietare l’utilizzo di pesticidi e fitofarmaci provenienti dalla chimica di sintesi, perché dannosi per la sopravvivenza di specie che assicurano biodiversità e perché causa dell’impoverimento dei suoli;
- favorire la transizione verso sistemi biologici;
- sostenere gli allevamenti di piccola scala ed estensivi che, a differenza di quelli intensivi, rappresentano ecosistemi vari;
- scongiurare l’abbandono di terreni agricoli e delle aree montane e rurali, perché la perdita di biodiversità è effetto anche della concentrazione abitativa della popolazione in aree ristrette.
Parlando di biodiversità, inoltre, non è possibile non considerare anche la microflora e quella microbiologica del suolo: è proprio lì che vivono due terzi di tutti gli esseri viventi e sono loro a rendere fertile e produttivo il terreno agricolo. Proteggere questa biodiversità invisibile significa assicurare un futuro alla produzione alimentare; ignorarla (o peggio danneggiarla, come accade su larga scala da decenni) rappresenta al contrario un fattore di rischio consistente.
 
  Ora è il momento di agire 
Tutelare la biodiversità è un impegno politico e richiede l’adozione di norme e di leggi che facilitino la conversione verso un sistema ambientale (e alimentare) maggiormente sostenibile. Ma è anche un impegno alla portata di tutti: scegliere come alimentarsi è un atto politico. Alcuni numeri possono aiutare a inquadrare la portata del fenomeno: negli ultimi settant’anni sono andati perduti, a causa dell’uomo e delle sue scelte, tre quarti dell’agrobiodiversità che i contadini avevano selezionato nei 10.000 anni precedenti. Il 75% delle colture agrarie presenti a inizio ’900 è scomparso. Dagli anni ’70 del secolo scorso, la produzione agricola si è orientata su un numero ristretto di varietà: tre specie – mais, riso, grano – forniscono il 60% delle calorie necessarie alla popolazione del globo. Il 63% del mercato dei semi è rappresentato da ibridi commerciali ed è controllato da quattro multinazionali che possiedono anche i brevetti degli Ogm e sono leader nella produzione di fertilizzanti, pesticidi e diserbanti.
 
Tutelare la biodiversità significa mettere in discussione un sistema alimentare insostenibile e che porterà al collasso dell’intero sistema di produzione alimentare, come messo per iscritto dalla Fao nel Rapporto sullo stato della biodiversità mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura del 2019, se non invertiamo lo stato delle cose entro dieci anni.
«Quello di ieri è un passo importante - conclude Nappini. - Ora si deve agire in modo concreto e veloce. Occorre mettere chi produce cibo in modo sostenibile, ad esempio seguendo i princìpi dell’agroecologia, nelle condizioni di poterlo fare: non lasciamo che le integrazioni della Costituzione rimangano sulla carta o, peggio, vengano vanificate da interessi economici di pochi».
 
  Le modifiche apportate alla Costituzione 
Art. 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».
Art. 41: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali».