A Trento: «1915-1918, Ebrei per l'Italia»
Una mostra fotografica a Palazzo Trentini fino al 24 marzo per raccontare le dinamiche del coinvolgimento degli ebrei nella Grande Guerra

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Una mostra fotografica per raccontare le dinamiche del coinvolgimento degli ebrei nella Grande Guerra.
«1915-1918, Ebrei per l'Italia» è il titolo della rassegna, inaugurata questa sera a Palazzo Trentini e in calendario fino al 24 marzo prossimo, che attraverso un attento percorso di ricostruzione fotografica, ci aiuta ad approfondire gli anni della Grande Guerra da un originale punto di vista, quello della popolazione ebraica.
Si tratta di una rassegna voluta dall’Unione delle comunità ebraiche italiane, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri che l’ha inserita tra le manifestazioni in calendario per il centenario della Grande Guerra.
Le fotografie testimoniano e raccontano la partecipazione convinta degli ebrei italiani alla guerra, all’interno di un processo di ricerca di assimilazione per guadagnarsi lo status di cittadini italiani.
Una particolare occasione per ragionare sull’origine del concetto di cittadinanza nell’Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento. Un concetto politico, immediato e presente.
Così come politico e presente è il tema delle discriminazioni, delle quali quella antisemita è forse la più emblematica.
Il significato della mostra, infatti, trascende il mero obiettivo narrativo, per offrire in queste due direzioni uno spunto di riflessione prezioso ed attuale.
Promossa dalla Presidenza del Consiglio provinciale di Trento, in collaborazione con la Fondazione Centro di documentazione Ebraica contemporanea di Milano, la mostra è a cura di Gadi Luzzatto Voghera e Daniela Scala.
Ebrei per l'Italia si inserisce e completa il ricco calendario di iniziative messe in campo dalla Presidenza del Consiglio provinciale per stimolare la riflessione sulla Grande Guerra in occasione dei 100 anni.
Il contesto
In tutta Europa, per la prima volta nella storia, gli ebrei si trovarono in quegli anni a combattere su fronti diversi.
600.000 in Russia, 350.000 nell'esercito Austro-ungarico, 100.000 tra le file dei soldati tedeschi, 50.000 tra gli inglesi, 50.000 tra i francesi, decine di migliaia nell'esercito degli Stati Uniti.
In Italia i combattenti furono 5.400 e ovunque combatterono anche per soddisfare l'esigenza di integrazione e guadagnarsi lo status di cittadini italiani.
I combattenti rappresentarono il culmine dell'adesione al processo di partecipazione e cittadinanza.
Accanto a loro, moltissimi operarono nelle organizzazioni sul territorio e contribuirono in varia forma e misura alle attività messe in campo a supporto degli sforzi bellici e dei soldati al fronte.
La mostra rende conto di queste attività, così come delle origini geografiche degli ebrei combattenti.
Infine, un pannello della mostra è riservato anche alla fine della cittadinanza, con le leggi razziali antisemite del 1938.
Il materiale fotografico
Questa rassegna non sarebbe stata possibile senza il ricco patrimonio fotografico raccolto e messo a disposizione dalla Fondazione CDEC.
Sono le fotografie a costruire la storia e tracciare il percorso. Un materiale in gran parte proveniente dai cassetti dei privati.
Accanto al materiale d'archivio della Fondazione e ai classici scatti di soldati in posa degli studi fotografici, numerose sono le immagini scattate dagli stessi soldati con quella Vest Pocket della Kodak che all'epoca veniva pubblicizzata come la «macchina fotografica del soldato».