Cartoline da Todi, Umbria e qualche ricordo – Di Bruno Lucchi

Quando penso all'Umbria, non posso non ricordare Giancarlo Vitturini, professore ma soprattutto grande artista.

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Quando penso all'Umbria, non posso non ricordare Giancarlo Vitturini, professore ma soprattutto grande artista.
Seppe portare una ventata di contemporaneo, erano gli anni Sessanta, ad una scuola che aveva ancora sezioni dai nomi «attempati, come «decorazione pittorica».
Giancarlo Vitturini è stato l'unico professore con cui, una volta terminati gli studi all'Istituto d'Arte di Trento, ho mantenuto un rapporto di grande amicizia.
Assieme abbiamo lavorato, organizzato mostre e fiere d'arte. Ricordo le lunghe notti a parlare di arte e di sogni, i nostri. Ma anche di cibo e di vino a «chilometro zero», sì lo so questo termine allora non era ancora in uso.
 
Quanti viaggi abbiamo fatto insieme in Umbria: a Perugia dov'era nato nel 1936; a Terni dove aveva trascorso l'infanzia e parte della gioventù; ad Acquasparta dove è vissuto fino a quando, nel 2007, ci ha lasciati.
Se avete tempo e voglia cliccate su Google: Giancarlo Vitturini. Immagini.
 
L'Umbria è molto simile alle Marche, regione dove ho frequentato il Magistero delle Belle Arti ad Urbino.
Città piccole, a misura d'uomo.
Colline silenziose, dove i pensieri si rincorrono.
Storia, pagine di storia.
Architettura, armonie che rallegrano gli occhi.
Arte, quella vera.
E poi il vino e la cucina. Indimenticabili.
Questi e altri elementi accomunano queste due regioni che ho imparato ad amare, intensamente, frequentandole.
 
Quattro giorni a Todi da gustare, anche se il cielo fatica ad esibire il vestito preferito.
Edifici medioevali incorniciano la centrale Piazza del Popolo: il Palazzo del Capitano accanto al Palazzo del Popolo, il Palazzo dei Priori e la Concattedrale della Santissima Annunziata, faccia a faccia da secoli, dialogano silenziosamente tra loro.
 
Come già raccontato nella mia precedente «cartolina», scopo del viaggio: prove e concerto dello Stabat Mater di Rossini, direttore Ezio Bosso, nella chiesa di San Fortunato.
Fra una prova e l'altra, la ricerca di un piatto tipico con gli amici di avventura ci ha permesso di visitarla in lungo e in largo, anche perché il centro storico non è molto grande.
L'abitudine di portare la macchina fotografica è una dipendenza, credo non me ne libererò mai, ma è certamente un piacevole modo di condividere bellezza.
Unico dispiacere non poter condividere le emozioni e la musica.

Bruno Lucchi
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento
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Concattedrale della Santissima Annunziata.
 

 

 

 

Chiesa di San Fortunato.Chiesa di San Fortunato.
 

 

 

 

 

 

 

Piazza del Popolo con le opere di Beverly Pepper.