Presentato Ieri sera alla biblioteca del Museo storico in Trento
«Emilio Chiocchetti, Un filosofo francescano di fronte alle sfide del '900». - Antologia curata da Gianni Faustini, con i contributi di Sergio Benvenuti, Giuseppe Ferrandi e Mario Quaranta - Edizioni Pancheri
«Viviamo in un'epoca
strana.» - ha detto Lorenzo Dellai presentando l'antologia di
Chiocchetti. - «Da un lato le nuove tecnologie (internet,
soprattutto) ci mettono a disposizione tutto lo scibile di cui
abbiamo bisogno. Dall'altra la nostra memoria si rivela fragile,
tende a smarrirsi, a non trattenere pezzi importanti della nostra
storia. Questo è stato in qualche modo anche il destino di Emilio
Chiocchetti, filosofo francescano originario di Moena, molto
conosciuto ai primi del '900, elogiato anche da Benedetto Croce, e
poi progressivamente caduto nel dimenticatoio.»
Alla presentazione hanno preso parte anche il direttore del Museo
storico in Trento Giuseppe Ferrandi; frate Germano Pellegrini,
Ministro provinciale Ordine frati minori e Nestore Pirillo, docente
dell'Università degli studi di Trento che ha ripercorso, in un
intervento appassionato e ricco di riferimenti storici e
filosofici, la figura di Emilio Chiocchetti nato a Someda nel 1880
e morto a Moena nel 1951.
Di Chiocchetti emerge in questo volume una personalità poliedrica e
di non facile catalogazione. Filosofo annoverato fra i padri della
corrente neoscolastica, docente alla Cattolica di Milano, anche
giornalista e polemista, educatore, promotore di eventi culturali,
Chiocchetti visse in una stagione in cui era forse più facile per
un uomo di cultura e dotato di grande energia spirituale muoversi
su terreni diversi, esprimendo in ognuno di essi il meglio di sé.
La nostra è un'epoca di specializzazioni, che forse limita un po'
gli orizzonti anche alle persone capaci, ma a volte si ha questa
sensazione che anche dentro al mondo accademico la tendenza sia un
po' quella di rinchiudersi nei propri orticelli.
Queste pagine su Chiocchetti restituiscono una figura importante
della nostra storia e il sapore di un clima particolare, che è poi
quello del primo Alcide Degasperi, del vescovo Endrici, e anche
della Prima guerra mondiale, con i suoi lutti, con il traumatico
passaggio all'Italia, con le sue dispute intellettuali, che
dimostrano come il Trentino non fosse neanche allora al di fuori
dei grandi dibattiti che infiammavano l'Italia e il resto
dell'Europa, attorno ai temi del modernismo, del liberalismo, dei
tanti nazionalismi e così via.