Inaugurata la mostra dedicata al Re del Brenta Bruno Detassis
Dorigatti: «La sua figura di scalatore è un monito, perché la conquista di un traguardo non è mai merito solo di un singolo ma dell'impegno e della passione di tutti»
«Poiché la conquista di un traguardo non è quasi mai merito esclusivo del singolo, bensì impegno e passione di tutti, l’idea di cordata è la lezione migliore di Detassis.»
Lo ha detto il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti all'inaugurazione, nel pomeriggio, della mostra «Bruno Detassis, una vita libera in montagna», a dieci anni dalla morte del grande alpinista.
La mostra, ideata dalla Sat e allestita in collaborazione con il Film Festival della Montagna sia nella propria sede sia in quella adiacente del Consiglio provinciale, a palazzo Trentini (via Manci 27), resterà visitabile fino al 6 maggio e comprende una cinquantina di fotografie di Detassis scattate da Adriano Dalpez e delle vette da lui scalate, 15 pannelli riguardanti la vita, le scalate, il lavoro, la famiglia e 12 vetrine con gli oggetti appartenenti allo scalatore e guida alpina.
Dopo aver evocato il profilo «schivo e burbero ma profondamente umano» del Re del Brenta, «interprete di quel rapporto intimo con la montagna che è componente essenziale del carattere della nostra gente», Dorigatti ha insistito sulla metafora della cordata «che lo portò su molte cime e che ne decretò la fama ed il carisma.
«Quella cordata – ha aggiunto – il cui esempio è calzante in un tempo in cui sembra prevalere il soggetto singolo su quello collettivo e in una società che deve ritrovare il senso dello stare insieme, dell’affrontare uniti le difficoltà, della solidarietà silente e concreta, esattamente come avviene nelle salite e nelle arrampicate più ardue.»
Per Dorigatti infine, «ricordare Bruno Detassis, a pochi giorni dalla Festa della Liberazione e rammentando la sua deportazione nei lager nazisti, significa anche riaffermare il valore della libertà, fonte di ogni progresso e di ogni forma di sviluppo, per dire di un’umanità oggi esposta pericolosamente al vento delle demagogie e delle ricerche dell’«uomo della Provvidenza» e ripiegata sulla gelosa conservazione degli egoismi personali e sulla paura dell’Altro, ovvero sull’esatto contrario dei principi che ispirano la cultura vera della montagna e che pongono l’individuo al centro di ogni agire e di ogni sfida».
Alla cerimonia sono intervenuti anche, per ricordare la figura dello scalatore simbolo della nostra terra, i presidenti della Sat e del Trento Film Festiva Claudio Bassetti e Mauro Leveghi, la figlia di Detassis, Ialla, e l'autore delle foto, Adriano Dalpez.