«Standschützen - Fronte del Tirolo 1915-1918»

Mercoledì 3 ottobre alle ore 18 l'inaugurazione della nuova mostra fotografica del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto

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È «Standschützen - Fronte del Tirolo 1915-1918» la nuova mostra fotografica temporanea che il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto propone fino a gennaio 2019.
Contemporaneamente prosegue la Mostra La Pelle del Soldato nei restaurati locali del Castello di Rovereto.
La mostra sarà inaugurata domani alle 18 e sarà visitabile fino a 13 gennaio 2019.
In esposizione 28 scatti che testimoniano l’attività delle compagnie di StandSchützen del Vorealberg e del Tirolo del Nord.
Purtroppo non disponiamo di alcuna fotografia relativa elle Compagnia del Trentino.
 
Una lacuna che per ora non siamo in grado di colmare - ha chiosato Alberto Miorandi, presidente del Museo.
Chiediamo quindi la collaborazione ai privati per poter recuperare degli scatti storici.
Nel maggio 1915, quando si aprì il conflitto con l’Italia, l’Austria-Ungheria era in guerra da dieci mesi e aveva già perso contro la Serbia e la Russia un milione di uomini, tra morti, feriti, dispersi e prigionieri.
Per fare fronte all’apertura di un terzo fronte la monarchia asburgica estese l’età dei richiamati dai 18 ai 50 anni e chiese aiuto alla Germania, che nel giugno 1915 inviò truppe dell’Alpenkorps.
 

 
Per presidiare il fronte tirolese vennero richiamati anche gli Standschützen, milizie territoriali tirolesi composte da ultracinquantenni e da giovani non ancora diciottenni, iscritti ai casini di bersaglio del Tirolo e del Vorarlberg.
Pur inferiori numericamente rispetto alle forze italiane, gli Standschützen e le poche unità di marcia, insieme alle guarnigioni dei forti, tennero il fronte fino all’autunno 1915, quando i reggimenti Kaiserjäger e Landesschützen vennero trasferiti in Tirolo dalla Galizia e diedero il cambio all’Alpenkorps.
Sebbene il fronte del Tirolo non fosse tra i principali, i combattimenti in montagna sottoposero i soldati ad enormi fatiche: i trasporti, la costruzione di ricoveri - ha speigato Oswald Mederle, membro del Consiglio direttivo del Museo - il congelamento e le valanghe furono tra le principali cause di malattia, di infortunio e di morte.
Con il trascorrere del tempo il numero degli Standschützen andò assottigliandosi: oltre alle perdite, i giovani venivano in parte impiegati come lavoratori militarizzati oppure - con il crescere dell’età - erano inquadrati nell’esercito regolare, mentre gli anziani venivano spostati nelle retrovie o congedati.
 
Le immagini, rare e spesso inedite, sono state scattate tra il 1915 ed il 1918 in zona di guerra: dalle Dolomiti di Sesto alla val di Fassa, dal Lagorai alla Vallagarina.
Ritraggono scene di trincea e momenti di vita quotidiana dei battaglioni Standschützen Innsbruck, Enneberg, Bozen, Kufstein, Brixen, Meran, Landeck, Nauders-Ried, Reutte.
La nuova proposta va a sostituire quella ospitata quest’estate nel Torrione Malipiero e dedicata alla Milano anni Trenta, che tanto interesse ha suscitato anche nel Mondo sportivo per alcune foto dedicate a Gino Bartali e al Ciclismo, con il richiamo alla Gazzetta dello Sport.
Con la nuova proposta si torna invece nel tradizionale alveo della Storia e delle sue evoluzioni legate al nostro territorio regionale-alpino.